I logia di Flavio precedono i logia evangelici?

Kata proothn genesin to nhpion klaiei/Appena nato il bimbo piange!

 

In Memoria di Corrado Cocconi, un geniale fantastico cantastorie, un uomo divinoanhr theios!

 

*Professore, per lei, i logia, i detti oracolari del signore, greci, sono successivi alla scrittura di Antichità giudaiche?

Marco, questo pensiero mi è venuto nel lungo periodo di revisione dei libri 1-20 di Antichità giudaiche, in cui ho visto un procedere sapienziale, quindi una dipendenza biblica nel sacerdote Flavio, che fa toledoth/storia di generazioni aramaiche: Giuseppe Flavio potrebbe essere il modello da imitare per Luca!

*Lei vede in Flavio un apprendistato secondo sapienzia/sophia, tipico di chi lavora e legge Salmi, Proverbi, Cantico dei Cantici e Sapienza, e, quindi, lo ritiene esemplare per gli evangelisti, sinottici!

A me Flavio è sembrato uno scrittore come Alessandro Manzoni che, nelle tragedie, applica il criterio del dire il vero, sfruttando il Coro, in modo da potere orientare il lettore nella Storia, di dire il proprio parere sui fatti, di entrare nella storia, scostandone il velo, oscuro, come se fosse un profeta!

*Se mi fa esempi con paradigmi, forse posso seguirla… Lei vuole fare un’operazione di svelamento del vero, come ha fatto in Il “vero” manzoniano è “controriformistico”? e in L’arte del caratterizzare nel Manzoni! Lì ha operato lavorando sui Cinquecentisti, specie quelli controriformistici, ed ora vuole mostrarmi il procedere sacerdotale sadduceo, nonostante l’inclinazione farisaica dell’autore giudaico!

Marco. Non credo di poterlo fare poiché manco dell‘ambiguità flavia! La mia è azione storica umana improponibile, impossibile per un uomo, piccolo piccolo, che ha volontà di sapere, in quanto assetato di conoscenza, di acqua, nel deserto esistenziale: per me non si trova niente, se non le ossa di chi ci ha preceduto nel deserto e che ha fatto un simile geniale tentativo esplorativo conoscitivo, pazzesco! Ho capito qualcosa di nuovo, andandomi a perdere all’origine dell’uomo e del logos, leggendo Lupus in fabula Studio sulle favole L’antropologia e la storia (Cangemi Editore International, 2019) di Corrado Cocconi – un uomo di cultura eccezionale, parlante arabo, cinese e giapponese, inglese e tedesco e francese, uno che ha voltato le spalle alle Piramidi/ignobile mucchio di sassi!, uno capace di leggere il musterion, decodificando in modo originale, sotto il velo simbolico e fabulistico, il segno letterario.

*Non è possibile neanche con una methodos?

Anche se si ha metodo, non si riesce a capire la verità storica! Ci si prova, ma i limiti umani annullano un’opera umana di conoscenza storica, ormai passata, divorata dal tempo, le cui tracce diventano sacre e risultano illeggibili. Io, comunque, ci ho provato stupidamente, testardamente, da ebete, e ci provo ancora, specie dopo aver cercato invano i logia del signore evangelici e quelli di Caligola, riportati dagli autori latino-greci, ricercando ora quelli di Flavio, nella sua stessa opera, sulla base testuale di Samuel Adrianus Naber, un altro, pazzo, che ne ha curato la reale trascrizione lessicale, dopo secoli di abbandono! Sappi che è un lungo lavoro di ricerca di frasi-massime sacerdotali, tipiche della Bibbia sapienziale, sfruttata a fine edificatorio dei fedeli!

*Nobiltà e Chiesa, avendo in possesso i monumenti stessi storici, hanno ancora il privilegio della sacrosanta custodia della storia, della memoria dell’evento stesso, riconsacrato coi nuovi mezzi, indorato… per il popolo, di nuovo raggirato!

Io questo ho capito e ti esamino qualche logion per dimostrarti niente altro se non la mia stessa deficienza! Comincio con Ant giud., XI, 268, Flavio sta trattando di Amano, l’amalacita, che ha fatto preparare una croce per il patibolo del nemico Mardocheo, zio-padre adottivo di Esther, e mostra come Dio, nella sua giustizia e sapienza, capovolga il pensiero umano, attuando il suo piano divino. Flavio dalla riflessione sulla punizione inflitta da Dio ad Amano, che finisce sulla croce allestita per il nemico, giunge prima ad un monito generalizzato sulla giustizia dell‘oikonomia tou theou, poi, ad un pratico logion, da imparare come una sentenza/gnoomh!

*Mostri, professore, a me, suo devoto allievo, il testo!

Marco, ecco il testo greco, in cui l’autore entra in scena, da interprete: Othen eperchetai moi to theion thaumazein kai thn sophian au’tou kai dikaiosunhn katamanthanein mh monon thn Amanou kolasantos ponhrian ,allè kai thn kat’allon memhchanhmenhn timoorian, tauthn ekeinou poihsantos einai, kai tois allois mathein outoo kai gnoonai oos a kath’eterou paraskeuse tis tauta lanthanei kath’eautou prooton etoimasamenos/e allora sono spinto ad ammirare la divinità e a riconoscerne la sapienza e giustizia in quanto punì la cattiveria di Amano, facendo cadere il castigo, che aveva preparato contro un altro, su di lui, ammonendo altri a imparare e a conoscere che quelle cose che uno architetta contro un altro, le prepara in effetti per se stesso!

*Professore, dunque, il logion di Flavio nell’XI libro è questo: chi architetta un piano contro un altro, lo prepara contro se stesso!

Te lo sei fatto da solo! Bravissimo!

*Nel XII ce ne sono altri?

Marco, in Ant.Giud., XII, 34, si legge: non si stabilisce a caso nessuna cosa economica dai re, ma, anzi, ogni cosa viene fatta con somma diligenza da epimeletai/ouden gar eikhi tois basileusi toutois ooikonomeito, panta de metà ths pollhs epimeleias, etrapteto

*Si vuole dire, quindi, con questo logion-massima, che ogni disegno economico è pianificato dai re con cura ed affidato ad un epimeleths -responsabile del piano! Quindi, si può dire: Senza decreto regio non può esistere pianificazione economica!

*Me ne mostra un altro, per mia curiosità?

In Antichità giudaiche, XII, 130 c’è l’immagine della nave-naus, molto usata da antichi scrittori, che viene da Flavio, in modo sacerdotale, ripresa forse da Filone, che è annichilito dal decreto di Gaio Germanico Caligola del 40 d .C., che impone l’installazione nel Tempio gerosolomitano della sua statua d’imperatore: Naus kheimazomenh katapoumenh ekateroothen upo kludoonos/una nave nella tempesta, assalita da ogni parte da ondate violente! Ce ne sono altri che, comunque, dipendono sempre da Filone!

*Me li dica, professore!

In Ant. giud. XII, 172 Flavio scrive: Perdonalo, data la sua vecchiaia. Infatti Non ti sfugge affatto che capita che i vecchi e i bambini abbiano stessa mente/Suggignooske autooi dia ghras, ou gar lanthanei se pantoos oti kai tous presbutas kai ta neepia thn authn dianoian echein sumbebhke

*In che occasione viene detto ciò?

Hyrcano, figlio di Giuseppe, parla di Onia III – alludendo anche a suo padre – e della sua avarizia! Qui Flavio sembra dipendere da Filone (De vita contemplativa, eBook Narcissus, 2015) che tratta della vita spirituale theorica dei terapeuti – cfr. Essere bambino/neepios in www.angelofilipponi.com-.

*Flavio vuole dire che vecchi e bambini hanno stessa mente! me ne dice qualche altro?

Te ne dico altri tre che tu puoi ridurre a massime personali, se vuoi .

Ecco il primo, in cui si tratta dell’episodio di Trifone, un buffone alla mensa tolemaica, che (cfr. XII, Ant.Giud. 211-214) mostra come tutti i convitati lanciano gli ossi in tavola, davanti ad Hyrcano, tanto da coprire la tavola,  su cui lui poggia le mani  (essi spolpavano infatti le carni!). Il guitto, stuzzicato dai convitati, disse stando davanti al re: vedi o re, gli ossi, posti davanti ad Hyrcano? Pensa che così suo padre ha spogliato la Siria, come costui ha spolpato quegli ossi di carne! Il re, ridendo alle parole di Trifone, chiese ad Hyrcano perché avesse tanti ossi davanti. Hyrcano, astutamente, rispose: è naturale, o signore, i cani divorano sempre gli ossi con le carni, come hanno fatto costoro! E guardando verso i convitati, indicò quelli che non ne avevano davanti, ed aggiunse: gli uomini mangiano le carni e gettano gli ossi, cosa che ho fatto, invece, io, da uomo!

Ecco il secondo, espresso in Ant. giud., XII, 214 quando viene mostrato lo stesso Hyrcano che, avendo punito Arione, il suo gestore finanziario, dice al re, giustificandosi: ho punito il servo che non ha obbedito, perché ci deve essere differenza tra un superiore ed un minore! Se, infatti, non si castiga la contumacia di alcuni, tu stesso ti puoi aspettare di essere oggetto di disgrazia e devi sperare dai tuoi soggetti la medesima cosa! Tolomeo, udendo questo, ridendo, prese meraviglia della magnanimità del giovanotto!

Ecco il terzo in Ant. giud., XII, 292, quando si tratta del valore di Giuda maccabeo, dopo la morte del padre Mattatia, che ha diviso il suo potere in due – dopo aver mostrato farisaicamente di saper morire come ha saputo vivere, dicendo: m’incammino nel viaggio destinato! -: uno, quello sacerdotale, affidato al figlio Simone, che eccelle per sunesis/sapienza-senno, quello militare a Giuda Maccabeo, dopo aver raccomandato di seguire la legge mosaica, invitandoli al martirio, se occorre, ricordando loro che la vita è breve e che la gloria è immortale affermando: hs erasthentas umas boulomai diookein thn eucleian kai ta megista uphistamenous mh oknein uper autoon apolipein ton bion/voglio che siate innamorati di essa e per amor suo, inseguiate la gloria, accingendovi ai più ardui compiti, senza trattenervi dall’offrire per essa la vita – in quanto i corpi sono mortali, ma la memoria delle opere è immortale! Infatti, il non soffrire ingiustizia è grande forza/to gar mhden adikein ischurà dunamis! Giuda chiude il suo discorso augurandosi di morire spartanamente: l’occhio del sole non veda mai questo evento, che io mostri le mie spalle ai nemici!

*Professore, potrei formare logia in altri modi, ma preferisco queste tre massime. Ecco la prima! io, da uomo, mangio carne, disdegnando i cani che, famelici, tritano tutto insieme! Ecco la seconda! Il superiore non può dipendere dall’inferiore! la logica padronale non è quella servile! Ecco la terza! Noi moriamo, non le nostre opere!

Quanto sei bravo nelle formulazioni! Marco, complimenti!

 

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