*Nonno, è vero che Giano della Bella da nobile e magnate divenne popolano per guidare il popolo contro i cavalieri fiorentini, che in città facevano il bello e cattivo tempo?
Mattia, so da Dino Compagni che i nobili e grandi cittadini, insuperbiti, faceano molte ingiurie a’ popolani …Onde molti buoni cittadini popolani e mercatanti, tra’ quali fu un grande e potente cittadino (savio, valente e buono uomo, chiamato Giano della Bella, assai animoso e di buona stirpe, a cui dispiaceano queste ingiurie) se ne fe’ capo e guida (Cronica, Libro I, XI). Giano, quindi, pur aristocratico, divenuto popolano, riuscì a diventare Priore, nei tumulti che seguirono la battaglia di Campaldino (11 giugno 1289) e nel corso della guerra contro Arezzo, quando si affermavano come capi delle due partes, quella dei guelfi neri Corso Donati, allora podestà di Pistoia, e quella dei guelfi bianchi Vieri dei Cerchi, mentre Dante era tra i feditori.
*Nonno, esisteva già la carica di priore?
Certo, ma il numero fu fissato da Giano della Bella in sette, secondo il Villani, che afferma che lui fu Gonfaloniere, nominato dal papa in Cronaca, VII, 79, opera in cui si dice: il quale nome priori dell’arti, viene a dire i primi eletti sopra gli altri… che sono 7 e governano per circa un bimestre e rappresentano le sette arti maggiori: Calimala, Lana, Seta, Pellicciai, Giudici, Notai, Medici e speziali.
*Nonno, esisteva già anche il papato romano?
Si, certo. All’epoca della battaglia di Campaldino il Papa romano è un ascolano, Niccolò IV, Gerolamo Masci, e il papato è riconosciuto universalmente come istituzione statale, in quanto patrimonium Sancti Petri et Pauli.
*Non mi è chiara la “data di nascita” del papato romano… Noi pensiamo che sia sorto con Cristo e con Pietro, leggendo i Vangeli. Ma… è così?
Mattia, a me risulta che dopo molte falsificazioni, nel 382, a seguito della rinuncia di Graziano del titolo di Pontifex maximus, a Roma inizia un forma di pontificato cristiano, che si potenzia dopo la fine dell’Impero romano d’Occidente nel 476 e che ha una sua consistenza amministrativa, dopo la riconquista di Giustiniano dell’Occidente (Restitutio imperii), specie dell’Italia con la guerra gotico-bizantina 535-553, e poi a seguito dell’invasione longobardica, grazie alla famiglia anicia di Gregorio I (cfr. Bonifacio IV e l’imperatore Foca, e Domus anicia) che ha un suo potere ducale derivato da Bisanzio, seppure in dipendenza dall’Esarca di Ravenna (cfr. Astolfo ed Eutichio/chiesa romana).
*Nonno, li ho letti ed ho avuto la possibilità di capire che il fenomeno si è radicato grazie alla latinizzazione dei barbari in quanto processo di affrancamento dell’Occidente barbarico dalla lezione ellenistica bizantina, successiva alla restitutio imperii giustinianea e alla venuta dei longobardi, come difesa territoriale di di uomini che riconoscono come capo l’Esarca di Ravenna, da cui dipende anche il Vescovo di Roma.
Mattia, il papato consegue, poi, un suo prestigio con Leone III, che, seguendo l’esempio dei papi precedenti che si opponevano ai longobardi, e favorivano l’ascesa di Pipino Il breve, nominandolo re al posto dei re fannulloni merovingi, quando elesse nell’anno 800 Carlo Magno imperatore del Sacro romano impero, mettendo in contrasto la nuova istituzione imperiale romana con quella ancora esistente bizantina (cfr. Filioque e Leone III).
*Bene, nonno, Ho capito, quindi, che il papato romano poi col dictatus papae di Gregorio VII diventa onnipotente in quanto sacerdos superiore per potestas ed auctoritas anche all‘imperator germanico come hai spiegato in Niccolò II e i Normanni.
Mattia hai capito quindi che tale istituzione, col suo stato pontificio nel centro Italia è finita quando è papa Pio IX, con la presa di Porta Pia da parte dei piemontesi del Regno sabaudo e poi ripristinato dopo la forzata prigionia di quasi un sessantennio, dai Patti lateranensi tra l’Italia fascista e il papa – tramite il card. Gasparri – nel 1929, ed infine, di nuovo, legittimato da Bettino Craxi a godere di un territorio vaticano di 44 ettari, pur minimo, nel cuore di Roma nella Penisola italiana, per poter esercitare una funzione statale religiosa, riconosciuta tanto da benedire Urbs et Orbis terrarum.
*Nonno, tu parli di legittimità e di legittimazione fascista e poi craxiana. Ma… è così?
Tu sei un chierichetto di padre Mario, sacramentino, che, certamente sa che Il modernismo, per quasi un secolo e mezzo, ha tentato di riformare il papato romano con molti prelati illuminati e prestigiosi che furono bloccati dall’enciclica Pascendi domini gregis di Pio X (che ribadì col suo catechismo quanto scritto da Eusebio di Cesarea, che seguiva l’amico Eusebio di Nicomedia, ariano, in Praeparatio evangelica: “Può essere lecito ed opportuno utilizzare la falsità come medicina, per il beneficio di coloro che vogliono essere ingannati”…) e, poi, dal Concilio vaticano II (1962-5) che avrebbe dovuto riformare la Chiesa col dare maggiore rilievo ai laici e alle donne ed eliminare la retorica tipica della cultura romano-ellenistica ed avvicinare la fides alle masse, dando in mano il Vangelo e la Bibbia, ed invece diede inizio ad indottrinarle quando erano già sotto le èlites liberali socialiste e comuniste, in una ripresa del pensiero sociale di Leone XIII, espresso nell’enciclica Rerum novarum, allineato in senso illuministico-positivistico-naturalistico da una parte e, da un’altra, a formare un altro sacerdozio, laicizzato, aperto verso un’altra verità storica del Christos, più umano che divino, e ad un’altra funzione sacerdotale universale, comunitaria e naturale.
*Nonno, è il pensiero di papa Francesco, nuovo, come quello di Giano della Bella.
Mattia, non si fanno mai paragoni: è improponibile fare confronti o metter insieme uomini di epoche diverse e che svolgono funzioni opposte in differenti contesti.
*Oggi, il papato vuole comunicare con il nuovo Sinodo, katholikos, veramente universale, qualcosa!
Mattia, il papa italo-argentino vuole forse allargare a tutte le altre religioni in senso naturalistico, costretto a non considerare più il soterismo del Christos, un giudeo galilaico nato, morto, crocifisso, e risorto, base della nostro religione, secondo Paolo, che riconosce in Gesù, come tutta la tradizione dei Padri, il figlio di Dio, la seconda persona della Agia Trias? Ma così… esiste ancora il Cristianesimo? Ti invito a leggere il mio articolo su don Alberione e… a riprendere il discorso su Giano, priore!
*Nonno, ho cercato di capire qualcosa sulla funzione del papato alla fine del Duecento in genere ed ora ti faccio la domanda sulla costituzione di Giano e l’intervento di Bonifacio VIII, papa dal Natale del 1294, su Firenze a favore dei Neri contro i Bianchi. Non capisco il motivo dell’aiuto, dato a Corso Donati contro Vieri dei Cerchi.
Firenze è la città dominata dalla lupa, simbolo della cupidigia delle corporazioni ricche e di quella del papa, che sottende anche frode.
*Nonno mi stai dicendo quello che dice Dante quando si trova in una selva oscura, che significa stato di peccato! Nel 1290, però, il prelato Caetani in Francia mostrò determinazione, notevole competenza giuridica e beffarda eloquenza, che gli procurarono certamente successo, ma anche molte antipatie tra i francesi. e perciò poi come papa cerca di conciliarsi tutto il clero e la corte angioina.
Certo, Mattia. Il papa, dopo la rinuncia di papa Celestino V e la sua cattura e prigionia a Fumone, castello dei Caetani – dove il santo muore – ha sotto controllo sia i francescani spirituali di Ubertino di Casale che quelli conventuali di Matteo di Acquasparta, a cui comunque dà la possibilità di intervenire a Firenze per mitigare gli eccessi tra i neri filopapali e i bianchi, loro oppositori.
*Ma dopo Giano perché si scontrano le due fazioni, ambedue guelfe? Non hanno lo stesso pensiero?
Mattia, i Cerchi sono espressione delle genti nove che, arricchiti col commercio, vogliono avere il potere senza l’aiuto dei Donati, che sono gli antichi signori-domini, comites imperiali che si sono avvicinati ai d’Angiò e a papa Bonifacio VIII, vincitore dei saraceni di Lucera grazie a Carlo II, che ha riempito i forzieri familiari e quelli della curia romana ed ora ha indetto il I Giubileo della storia nel 1300, invitando a Roma il mondo intero, nobili e popolo, in nome di Christus, re della pace.
*A Firenze, però, non c’è pace?
Mattia, la Toscana non è pacifica e neppure Firenze dove è stato mandato dal papa Matteo di Acquasparta- un francescano capo dei Conventuali il cui oppositore lo spirituale Ubertino di Casale ha ben altro pensiero di guadagno terrena, essendo intento a rendere più pura e dura la regola stessa francescana.
*Quindi in Firenze oltre alla lotta politica fra i Cerchi guelfi bianchi e i Donati guelfi neri c’è anche quella religiosa.
Mattia, il papa in aiuto a Matteo di Acquasparta, fa deviare con le sue truppe, composte da cinquecento uomini, Carlo di Valois, inviato dal re di Francia, Filippo il Bello, in Sicilia, che entra nella città toscana, sotto scomunica ed interdetto papale, come paciere, mentre Musciatto Franzesi, fiorentino, cura la parte finanziaria dell’impresa: i Donati, grazie ai nuovi arrivati prevalgono sui Cerchi, che, sconfitti, sono esiliati con tutta la parte bianca, tra cui Dante La città, essendo al culmine della lotta fra magnati e popolani, che stanno realizzando gli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella, si trova in gran travaglio da una parte, costituzionale, economico e sociale, per gli scontri politici e religiosi e, da un’altra, per l’arrivo di Cante Gabrielli, signore di Gubbio che vince facilmente i popolani bianchi col favore dei Donati, neri, filopapali e filofranchi.
*Nonno, so bene che non bisogna mettere in relazione i fatti de fiorentini del 1300 e quelli romani universali del 2025, anche se c’è pure in comune un Giubileo… ma, a scuola tra compagni parliamo della situazione di Roma, dell’Europa, del mondo intero, drammatica per i tanti conflitti militari ed ideologici e per la mancanza di uno scudo americano, protettivo da dittatori postsovietici. Cosa noi giovani dobbiamo augurarci e in chi sperare, forse nel nuovo papa americano di origini cosmopolite, J. Robert Prevost, uomo pacifico e risolutore della crisi economico finanziaria dello Stato sovrano Vaticano?
Mattia, io opero come storico, che desidera un’Altra scuola, un’Altra Europa romano-ellenistica laica ed un Altro Vaticano e mi auguro che finalmente sia cancellata la Romanitas dalla Chiesa Una Santa Apostolica e Cattolica, una volta avviata l’americanizzazione ecclesiale, col risanamento finanziario e che si cessi di predicare nel nome di un Christus povero giudeo galilaico il Regno di Dio, sognato da uomini come Cecco d’Ascoli, Pietro di Abano, Giordano Bruno e Giulio Cesare Vanini, di Giannone e Vico, ricercatori autentici. e che finisca la retorica narrativa e si faccia Historia volendo non più aumentare la confusione e “raggirare” la mente umana, turbata dalla “paura/phobos” con la “speranza/elpis” di una promessa a creature mortali di vita eterna “celeste”, con modelli di vita liberale capitalistica, oniade, apparentemente democratica socialista!
*Troppa carne a cuocere! Nonno. Noi ragazzi, tecnologici anglosassonizzati, neppure capiamo le parole dette da un altro, né sappiamo più leggere un articolo di giornale: sappiamo solo cercare notizie sul cellulare meglio di voi vecchi agricoli!