Leggiamo!?

In memoria di Giovanni Cosi, mio amico ed artista vero.

Leggiamo!?

*Professore, lei scrive “Leggiamo!? ” E’ un invito a leggere insieme, in quanto congiuntivo esortativo? il punto esclamativo indica un fatto reale? il punto interrogativo è segno di incertezza, insicurezza e dubbio circa la realtà della lettura oggettiva, da farsi con metodo scientifico?. il tutto vale, dunque, una interrogazione esclamativa con esortazione a leggere, con un noi coscienti circa la capacità attuale della nostra lettura, con una sottesa accusa alla scuola?.

Marco, per te, mio alunno, che hai seguito diligentemente le mie lezioni, che cosa è leggere?

*Professore, per me è raccogliere-légere latino- 6 monemi/grafemi/lessemi disposti in un certo ordine tali da essere significante per formare un termine significativo convenzionale in lingua italiana, con lettere alfabetiche, per capire il significato facendo lettura-raccolta mediante personale interpretazione di quanto scritto- o detto con fonemi – al fine di un dire concreto –legein greco- per una generica comprensione.

Quindi, Marco, se scrivo l + e+ g+g+i + a +m+ o, in questa sequenza, dico che noi siamo intenti alla lettura, attualmente, e coi segni di interpunzione voglio indicare, da una parte, la realtà dell’esortazione a leggere e da un’ altra, il dubbio circa la lettura odierna che non autorizza comprensione della raccolta convenzionale, nonostante la positiva disposizione monematica-fonematica.

*Professore, lei mi sta facendo la lezione iniziale fatta trenta anni fa, secondo strutturalismo e semantica, con l aggiunta del referente temporale e spaziale, in modo da comprendere dove e quando si fa lettura senza la quale la significazione del leggere rimane astratta concezione perché fissa sull’asse significante-significato. Allora impiegò un paio di mesi per farci interiorizzare il suo linguaggio tecnico in modo da appaiare il suo codice, nuovo, di insegnante a quello di noi alunni, al fine di leggere un termine, un enunciato semplice, uno composto, uno complesso, avviandoci ad un lavoro lessico-morfo-sintattico, prima di passare alla comprensione del messaggio letterario, dopo aver dato un metodo di lettura e fatto denotazione e connotazione, a seguito di tanti esercizi di decodificazione linguistica.

Marco, così facendo pensavo di poter orientare un alunno a leggere in prosa e in poesia, dopo aver fatto paradigmi operativi sul Padre mercante di Lodovico/padre Cristoforo dei Promessi Sposi e su Ungaretti ed altri poeti, per farlo passare gradatamente ad altri linguaggi in modo sintetico e critico (cfr. Leggiamo insieme … Ungaretti in www.angelofilipponi.com )

*Professore, l’Italia è andata così come è andata, dopo la fine della guerra, dopo il boom industriale, nel clima di guerra fredda Usa- Urss, dopo il ’68 e gli anni di piombo e poi , dopo il craxismo e Mani pulite, infine, dopo l’avvento del berlusconismo e la crescente americanizzazione ed anglosassonizzazione popolare, con perdita di identità nazionale, pur essendo pars fondante la Comunità europea, ed oggi sta scomparendo come nazione, invasa da popoli provenienti da Est e dall’Africa, ad ondate migratorie, da decenni, anche per un calo demografico … lei, allora, insegnava a leggere la storia, che, per lei, era una raccolta di dati, sulla base di un’accurata ricerca di codici e di traduzioni di autori senza l’abbellimento retorico e senza aggiunzioni allegoriche, morali, anagogiche, avendo scritto già per noi L’altra lingua l’altra storia, (Demian, Teramo 1995).

Marco, serve leggere, oggi , in Italia? . Ora, il lettore sa leggere? la Scuola non avendo fatto operazione ed esercizio di Lettura, non può avere insegnato il processo razionale di sintesi e critica e neppure avere dato linee per una decisionalità ai fini di un voto razionale e tantomeno autorizzare una vera lettura storica!? (cfr. Nuova scuola in www.angelofilipponi.com)

*Professore, io seguo i miei figli, che hanno, comunque, risultati scolastici buoni, ma li vedo disorientati nello studio, in cui imparano a memoria, e capisco che non sanno procedere metodologicamente in nessuna disciplina, neanche in quelle scientifiche: non mi sembra che abbiano possibilità reali di crescita culturale, anche se i miei amici dicono che i loro figli, pur scappando dall’Italia, trovano lavoro all’estero, dove si fanno onore ed anzi alcuni sono ritornati in Italia, come inglesi, assunti a Frascati, a tempo indeterminato! .

Marco, dunque, diamo tempo al tempo, anche se forse è opportuno dire in situazione che era meglio quando era peggio, quando esisteva la lezione frontale del professore, padre di famiglia, di formazione gentiliana!

*E’ proprio deluso ed amareggiato, professore!