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Prospectare iam se acrius servitium, eoque fugere simul acta et instantia/ già prevedeva un duro servaggio e perciò fuggiva i mali passati ed insieme i futuri.
Professore, per anni lei ha parlato e discusso con me su vari argomenti e problemi ed insieme abbiamo tirato delle conclusioni. Ora, invece, vorrei io fare domande, come per una intervista infinita, a lei, per me, un grande storico e linguista.
Marco, tu sei come un figlio e, perciò, mi vuoi bene e stimi me storico (e perfino grande!) e mi giudichi un linguista; sappi che non ho mai avuto alcun riconoscimento ufficiale di nessun genere e non ho titoli specifici accademici, lascia stare ogni tipo di definizione!. Comunque, la tua idea d’intervistarmi mi piace e solletica il mio orgoglio di vecchio-bambino.
Sono anche io felice e comincio.
Vorrei iniziare la mia intervista a lei, esperto di storia giudaico-romano-ellenistica con una domanda sul rapporto tra il re Giulio Erode Agrippa I e il governatore di Siria Gaio Vibio Marso per sapere se un magistrato romano vale più di un re locale, socio dell’impero romano.
Mai mi sarei aspettato una domanda di tal genere! Comunque, rispondo
In epoca repubblicana, certamente, non c’è paragone tra il potere di un magistrato romano come Popilio Lenate, che può intimare al re seleucide Antioco IV di Siria, uno stato indipendente, intenzionato ad invadere l’Egitto senza autorizzazione senatoria, di decidere prima di uscire dal cerchio, da lui fatto intorno alla sua persona. Che dire poi di un uomo del tipo di Ventidio Basso, un ex mulio piceno, un legatus col mandato di riordinare il confine orientale eufrasico per conto del triumviro Antonio, che è guida arrogante e che impone tributi e chiede viveri a re come Giulio Erode, legittimamente nominato da Roma?. Uno che comanda su un territorio di quasi un milione di km quadrati ed ha un esercito di oltre 120.000 uomini ha sotto di sé re e reguli, despoti e signori, che obbediscono come tribuni militari con il loro piccolo contingente militare, poiché ha un potere straordinario!.
In un periodo di pace non solo i governatori romani ma anche i cives di prestigio, di passaggio, hanno diritti maggiori di quelli regali locali.
In epoca imperiale i magistrati sono funzionari statali di nomina senatoria o imperiale: quelli, nominati dall’imperatore in regioni chiave come Siria ed Egitto e Giudea sono elementi fedelissimi e rappresentano l’autorità centrale e hanno potere di vita e di morte (propraetor /proconsul cum iure gladii) – cfr. A.F. ,Un prefetto tiberiano -.
Dunque, nella contesa tra Agrippa e Marso, giuridicamente ha ragione il governatore.
Infatti Marso può pretendere che Giulio Erode Agrippa vada ad incontrarlo a 7 stadi dalla città e che non si può essere seduti, anche se il re sta emettendo giudizio in tribunale davanti ad un pubblico, anch’esso seduto!. Cfr. Flavio, Ant. Giud., XIX,340.
Marco, l’imperatore considera il governatore di Siria come il garante della zona eufrasica e di tutte le regioni limitrofe insieme ai re filoromani, che, comunque, pur autonomi, devono essere sorvegliati.
Perciò, Marso ha anche funzioni ispettive, anche se Agrippa è considerato da Claudio un fedele re, civis iulius, fratello di latte, praetor, confederato con Roma.
Si può , quindi, dire che c’è un diverbio giuridico da cui poi deriva inimicizia tra i due protagonisti!. Mi può parlare, ora, della figura e della carriera del magistrato Marso, che io mi immagino come politico serio, teso al bene dell’impero, scrupoloso e fedele servitore dello stato e di Claudio?.
Certo. Ti dirò quel che so.
Si ritiene che Vibio Marso sia un romano, degno di onore, plebeo: non si sa se la sua familia derivi da Gaio Vibio Postumo, proveniente da Larino, – che è consul suffectus nel 5 d. C. , proconsul in Dalmazia e poi in Asia, morto forse nel 20 d.C ( cfr. Velleio Patercolo II,116,2) -o da altri ceppi di Vibii, quello di Vibio Pansa – la stirpe nel I secolo av. C. già ha notevoli personaggi e poi nel III secolo d.C. avrà due imperatori!-.
DI Marso si sa che segue in Germania nel 15 d.C. Giulio Cesare Germanico e che dopo il suo trionfo nel 17, fa parte della cohors praetoria del dux che ha l’imperium proconsulare maius col mandato di ripristinare l’ordine turbato da Artabano III, re dei re dei parthi, che, facendo una politica messianica, a seguito della morte di Archelao di Cappadocia, di Antioco di Commagene e di Filopatore di Cilicia, pensa di poter unire nel nome del Christos le varie popolazioni aramaiche ebraiche, legate tra loro da vincoli di sangue e da religio con quelle transeufrasiche mesopotamiche della stessa lingua.
Probabilmente Marso segue il dux in Armenia, dove Germanico elegge re, ad Artaxata, Zenone, pacificando l’Armenia minor dopo aver concluso un trattato con lo stesso Artabano, che ,comunque, insiste nella sua opera politica messianica di congiunzione delle varie anime ebraiche .
E’ al suo seguito quando annette all’ imperium romano la Cappadocia e congiunge la Cilicia alla Siria, di cui è governatore Gneo Calpurnio Pisone, uomo di fiducia di Tiberio, ostile a Germanico.
Forse non sverna col dux in Egitto, dati i divieti augustei per i senatori romani, e rimasto ad Antiochia, rileva la politica di Pisone, contraria a quella di Germanico, e lo accusa di veneficio.
Morto Germanico il 10 ottobre del 19, dopo la decisione unanime di cives e dunatoi/potenti di Siria, concordi con la vedova e la famiglia, di riportare le ceneri del dux in patria, sorge la questione della reggenza provvisoria della provincia di Siria, dopo la fuga di Pisone a Roma, richiamato da Tiberio per l’accusa di veneficio.
Marso, pur avendo diritti pari alla successione al titolo di Ths Surias epitropos come Senzio Saturnino, comunque, cede all’insistenza del collega, superiore solo per anzianità di servizio. Tacito ne parla in Annales,II, 74 : et ceteris modice nisis inter Vibium Marsum et Gn. Sentium diu quaesitum; dein Marsus seniori et acrius tendenti Sentio concessit.
Mi complimento per la memoria e chiedo di seguitare: è un piacere sentirla!.
Dunque, Marco, sembra che Marso sia nominato proconsole di Africa dal 27 al 30, in epoca seianea e quindi dovrebbe essere considerato un tiberiano, di pars Claudia, contrario ora ai figli maggiori di Germanico, Cesare Nerone e Druso, e alla moglie Agrippina, che sono a capo della pars Iulia, perseguitata.
E’ questo, professore, un momento durissimo per il partito Giulio quando Seiano ha potere assoluto e fa condannare i suoi nemici, cosa che lei ho mostrato in Caligola il sublime.
Certo, Marco. A Roma, assente Tiberio che vive a Capri, le due partes si scontrano e prevale la pars seianea con uccisioni, confische di beni e col giovanissimo Caligola che corre il pericolo di vita. Marso, essendo nominato da Seiano, ne è anche un partigiano.
Tacito parla di Marso ancora in Annales VI, 48 riferendosi, però, all’anno 37 poco prima della morte di Tiberio, quando allora domina Macrone – il pretoriano che ha determinato la fine di Seiano- e tratta dell’ accusa di Albucilla, moglie di Satrio Secondo, un cliens di Seiano che aveva incriminato Cremuzio Cordo come reo di aver lodato Bruto e definito Cassio l’ultimo dei romani (cfr. Annales,IV 34).
La donna, già amante di Gneo Domizio, Vibio Marso e Lucio Arrunzio, li incrimina davanti a Macrone allora ministro onnipotente che, legato a Caligola, già nominato successore con Tiberio Iunior, chiude un occhio sulla relazione del principe con sua moglie Trasilla.
Una bella tresca! e chi sono Gneo Domizio e Lucio Arrunzio?
Il primo, Marco, è uomo di stirpe imperiale – in quanto figlio di Domizio Enobarbo e di Antonia maior, figlia di Ottavia, la sorella di Augusto- console nel 32 e marito di Agrippina minor da cui nasce Nerone cioè Domizio Enobarbo proprio nel 37. Il secondo è console nel 6 d C., citato varie volte da Tacito, che ne fa un eroe e un profeta in Annales VI.48,2 per aver preferito morire piuttosto che vivere pazientando ed aspettando tempi nuovi come fanno Domizio e Marso, che riescono a sopravvivere.
Senti il nobile discorso, che ti sintetizzo: non tutti sentono l’onore allo stesso modo: Io sono vissuto abbastanza e non sopporto più di servire Macrone, anche se prima ho sopportato Tiberio e Seiano!. Certamente posso attendere la morte di Tiberio imminente, ma non so come fare a subire il suo successore, un giovane inesperto di tutto e nutrito di pessimi esempi e sotto la guida di Macrone, peggiore di Seiano coi suoi delitti? Perciò, siccome prevedo un duro servaggio, preferisco fuggire i mali passati ed insieme i futuri.
Della carriera di Marso in Siria ne parla solo Giuseppe Flavio?
Si, Marco .
Flavio nel XIX di Antichità giudaiche esalta il principe giudaico, il modo di vivere, la regalità e la nobiltà di animo, la liberalità anche verso gli elleni, la grandiosità delle sue costruzioni.
Lo scrittore ebraico, rivelando che per denuncia di Marso il re deve cessare la sua attività costruttiva a Gerusalemme, in Antichità giudaiche XIX,326 scrive: Fortificò a pubbliche spese le mura di Gerusalemme dalla parte della città Nuova (Bezetha) aumentando la larghezza e l’altezza: l’opera sarebbe risultata inespugnabile per ogni umana potenza, se Marso, governatore di Siria per lettera non avesse informato Claudio di quanto si stava facendo.
Marso sostituisce Petronio nel 42 e subito denuncia l’irregolarità del Re Agrippa, che sospende l’iniziativa, giudicata dall’imperatore neooterismos/ atto rivoluzionario.
E’ vero, professore?
Marco, io ho avuto molti dubbi sulla politica filoromana di Erode Agrippa, che, una volta divenuto re, si mostra troppo pietoso nel tempio, troppo zelante di fede con i sacrifici fatti a Dio e all’imperatore , come se fosse un puro aramaico, specie dopo avere suddiviso il sacerdozio in sadduceo ed essenico, a seconda dei riti da celebrare, secondo una computazione con calendario lunare o solare, in date diverse. Inoltre la condotta di Marso non può essere dettata da invidia personale e da ripicche di cerimoniale!
Marso giudica anche neoterismos il fatto che Agrippa riunisca re limitrofi attirandoli con le festività o con giochi gladiatori e talora interviene di persona facendo interrompere il sunodos/convegno e rinviando i singoli re nelle loro circoscrizioni: i romani non vogliono koinonia tra i barbaroi!. Marso è un fedele magistrato, che spia anche le azioni di un re socius diffidando giustamente del pius Agrippa, troppo liberale con i greci, eccessivamente protagonista in quanto ambizioso e desideroso di essere il referente tra i re della zona, emulo di suo nonno Giulio Erode il Grande, implicato nella vicenda messianica !.
Flavio, infatti, scrive circa la riunione a Tiberiade di Agrippa con alcuni re -Ant. Giud. XIX, 338. Venne a visitarlo Antioco, re di Commagene, Sampsigeramo di Emesa, Kotis re della piccola Armenia, Polemone signore del Ponto e Erode di Calcide suo fratello… Quando ancora si tratteneva con loro, si presentò Marso, governatore di Siria.
Si è probabilmente agli inizi dell’estate del 44 ed Agrippa si mostra ligio al dovere di andare incontro al governatore a sette stadi dalla città, ma ci va, non a piedi, in processione, insieme al popolo, che in festa lo segue, ma sul cocchio e con gli altri re, anche loro su cocchi!.
Agrippa, malato di cuore, potrebbe aver fatto ciò per timore di affaticamento ! comunque, il gesto sembra sfida ai romani e vale per gli integralisti zeloti un’adesione al loro pensiero: il re sa che in terra galilaica non comanda Roma e che esiste solo un solo padrone, JHWH!.
Professore, in altre parti della sua opera lei ha ipotizzato la vendita del corpo di un Gesù, non morto in croce, venduto dalle guardie romane ai galilei, che lo curano. Poteva vivere a Tiberiade o nei dintorni Gesù Christos, al momento dell’ incontro con i re amici, convocati da Erode Agrippa? l’arrivo improvviso di Vibio Marso non è sospetto?
Marco, hai fantasia! mai ho pensato che Erode Agrippa abbia riunito amici re, alla presenza di un Christos risorto miracolosamente, vivente, pronto per una nuova stasis, quando già ad Antiochia sorgeva una setta christiana con Shaul/Paulus! Comunque, non posso neanche escluderlo.
Allora? perché c’è l’intervento proibitivo di Marso circa il sunodos?Infinite ragioni di ordine giuridico e politico possono essere sottese in quella situazione e in quella zona! Rispondo per quel che so, senza congetture. Flavio accenna ancora a Marso, a seguito della narrazione della morte di Giulio Erode Agrippa, quando tratta del comportamento ostile del popolo di Cesarea e di Sebaste, dimentico dei benefici ricevuti (Ant giud. XIX,357), delle offese alla memoria del re e all’onore delle figlie , fatto dai soldati che portano le loro statue al lupanare (ibidem) e della nuova costituzione, data alla Giudea da Claudio,-a cui certamente erano arrivate lettere e precise relazioni del governatore di Siria-. La decisione imperiale è a seguito di una convocazione del senato e del gruppo ristretto del consilium principis, presieduto da Lucio Vitellio, il vincitore di Artabano. Siccome Agrippa II , figlio del re morto, è un diciassettenne e non dà affidamento per mantenere il regno del padre, si crea la nuova provincia e viene nominato governatore Cuspio Fado, il cui potere, però, è in dipendenza dal nuovo governatore di Siria Cassio Longino, che sostituisce Marso, nella primavera del 45. Le fonti storiche dicono solo questa ultima notizia! Marso, conosciuto l’oltraggio alla famiglia regale e alla memoria di Agrippa, per lettera, chiede il trasferimento dei milites della legione, in altra sede: l’ ordine è prima accordato e poi revocato ed abrogato!. Comunque, Flavio mostra che Claudio, volendo onorare il fratello di latte, suo elettore al trono, impedisce che Marso entri in città, non permettendo ad un avversario del re di coordinare le sue onoranze funebri, affidate, invece, al nuovo governatore.
Dunque, concludendo, professore, posso dire che Marso è un bravo funzionario romano, che svolge i suoi compiti secondo il mandato ricevuto dall’imperatore e che ha avuto sentore di una minaccia di nuova insurrezione, Solo questo e niente altro !
Certo. Marso è un esemplare epitropos, sospettoso e guardingo nei confronti degli ebrei ! E’ vir civilis che applica sempre il diritto romano!
Grazie, professore, alla prossima!.
La scrittura del Peri Upsous può essere opera di un autore del I secolo?.