Eisler e la traduzione slava di Flavio

Robert EISLER in IHSOUS BASILEUS ou Basileusas ipotizza un archetipo aramaico (o uno greco  dal Titolo Alosis toon Ierosolumon). di cui ci sarebbe traccia nella traduzione di  Guerra giudaica, in lingua slava.
In essa, tra l’altro, si dice  che i gerosolomitani,  vedendo la potenza di Gesù che era nel Getsemani con 150 armati e con molto popolo, gli  chiesero  di entrare in città, di massacrare le truppe romane e Pilato e di regnare, ma lui non se  ne curò, Allora Pilato, informato, lo prevenne… e lo prese.
Io ho una traduzione in francese di questo passo II,9.1-4 di S. Brandon, Gesù e gli  zeloti, Rizzoli,1982:…ed una in italiano  di  G. Vitucci, Guerra Giudaica II, Mondadori,1974.

Eisler, col suo Gesù un re che non regnò, crede sulla base del testo russo, di avere possibilità effettive  per ipotizzare un Gesù re che, seppure non regni, svolge però la sua funzione messianica in senso politico, rifacendosi anche ai testi evangelici, che sottendono in più punti una probabile regalità …  e ad Origene (Contra Celsum III ) e a Lattanzio  (Institut.,V,2,12 sgg)…
Quando esce l’opera di Eisler nel 1929-30  c’è  una grande opposizione e  l’autore riceve molte offese e contestazioni da parte di studiosi, che hanno una concezione fideistica protestante o cattolica, secondo cui Gesù, il figlio incarnato di Dio, non avrebbe mai  potuto prendere parte alla politica ebraico-romana, in quanto redentore del mondo, e perciò  avrebbe  svolto solo una funzione missionaria ed infatti  sarebbe  morto per la salvezza di Tutti (universalizzazione di molti) …
Dunque la sua opera fu criticata  aspramente…meno da  Ramsdell Goudenough e da Gershom Scholem,  che lo accettano con riserve .e con qualche perplessità circa l’uso (diciamo allegro) delle fonti.
Tra lo stupore dei critici,  Eisler ha il consenso di St John Thackeray, autore di eccezionale valore  negli anni trenta: non solo è curatore e traduttore dell’opera ommia di Filone (Edizione Loeb), ma è il più famoso critico di Flavio e il miglior conoscitore della cultura giudaica e quindi massima autorità non solo sul piano letterario e filologico, ma anche su quello storico.
Oggi non c’è  nessuno che possa minimamente essere paragonato a ThacKeray che, allora aveva competitori d’ immenso prestigio, sia in Inghilterra che in Francia e in Germania  e perfino in Italia…
All’epoca non era nemmeno pensabile una trattazione effettiva su Gesù lestes /kanah o su Gesù goes, in quanto lo stesso Thackeray rimaneva attaccato ideologicamente ad un Gesù soter  e quindi si atteneva a quanto era scritto nei vangeli canonici per quanto riguardava la sua morte tra ladroni, la sua fuga in montagna, in solitudine, quando la folla lo voleva re /Basileus /Maran.
Nemmeno si ipotizzava un Gesù  Basileus che regnasse effettivamente in quanto il regno di Gesù era considerato spirituale  non terreno e la sua venuta era solo messianica  cioè di salvezza universale per l’uomo.
Allora non era pensabile nemmeno che si distinguesse  H basileia toon ouranon da H basileia tou Theou,  in quanto si confondevano anzi si ritenevano una sola cosa i due regni, anche se si parlava dell’entrata trionfale in Gerusalemme tra gli osanna popolari e della cacciata dal tempio dei cambiavalute e dei venditori di animali sacrificali.
Perciò fece scandalo la presa di posizione di Tackeray…
Comunque, a me non interessava affatto che le risultanze di  Eisler non fossero attendibili o che fossero poco credibili: d’altra parte l’ipotesi aramaica di Guerra giudaica anch’essa era da provare  ed inoltre  le sue competenze slaviste, nonostante l’impegno e la diligenza,  erano limitate e dipendevano da altre mani …
Tutti, specie chi non opera, comunque, sono bravi a parlare ed io mi entusiasmai alle ipotesi di Eisler perché lo considerai molto simile a me per la continuità nel lavoro e la voglia di fare…
Non mi meravigliai, perciò, delle critiche allo studioso  perché a me capitava la stessa cosa, nonostante la preparazione scientifica e tecnica   e l’indipendenza culturale e letteraria: alcuni miei amici e parenti, cattolici, non mi  rivolgono la parola o cercano di isolarmi, dopo la pubblicazione di Jehoshua o Jesous? nel 2003, frutto di oltre trenta anni di ricerca in senso storico,  risultanza di  traduzione dal greco e anche dall’aramaico, su cui allora era più esercitato.
Inoltre il cercare pezze per dimostrare Gesù tekton/kain mi indirizzava non solo verso la Giudea e la Decapoli e l’Egitto, ma anche verso l’Armenia  (e verso l’Adiabene- Kurdistan)e perfino verso la Georgia da dove poi ebbi la fortuna di trovare invece possibili e probabili elettori del Christos/ Meshiah, in senso puramente giudaico politico e terreno…
Comunque, Eisler che ipotizza il regnum (malkuth ha shemaim) di un Messia  aramaico e quindi rileva un contesto giudaico zelotico, poi vistosamente  ampliato e dimostrato da uomini come   Samuel  Brandon  e Martin Hengel sulla base delle differenze testuali evangeliche stesse, e specificamente nell’esame del testo di Guerra giudaica di Flavio, commisurato con la traduzione in lingua slava, per me fu alla fine degli anni settanta un incentivo, a procedere nella ricerca e ad ipotizzare un Malkuth, anche se ritenevo improbabile una scrittura in aramaico del testo flaviano…
Insomma dopo Bultmann, Eisler col suo esempio entusiastico… mi diede fervore nuovo, direi,  diede una marcia in più nella ricerca verso la regalità del Signore /Kurios.
In questo procedere emotivo mi spinsi verso la direzione partica e verso il  regno adiabene di Monobazo…e quindi cercai di capire i rapporti tra il giudaismo palestinese e quello mesopotamico, in genere, sulla base della comune lingua e dell’integralismo religioso e della stessa cultura agricola…
Così mi rafforzai nell’idea di una possibile regalità  in Giudea di un Messia che fu basileus/maran e  che  regnò e mi impegnai nel ricercare le basi per ipotizzare una data di attuazione . Dopo alcuni anni individuai  un buco storico, un vuoto storico di cui nessun storico parlava,  in quanto c’erano tagli, fratture, interruzioni testuali…e precisai ulteriormente in un quinquennio anche il vuoto di potere romano nella provincia di Siria e in sottordine in quella di Ioudaea…
Il quinquennio (32-36) fu stabilito in relazione allo studio  sulle settimane e sulla tradizione di  Daniele e quella di Enoch..
Andai oltre e  zumai sull’epoca di Seiano e sull’ultimo periodo del regno di Tiberio  e sull’ emergere della figura di Caligola e sulla fortuna di Macrone, ministro onipotente fino alla morte a cominicare dal 18 ottobre del 31,  data della fine  del precedente capo pretoriano – amministratore dell’Oriente, con un imperium proconsulare maius-.
Da qui la precisazione di un Regno di Gesù tra la pasqua del 32 e quella del 36, in cui veniva compresa anche la spedizione antipartica di Lucio Vitellio, ordinata da Tiberio, dopo lungo ed inoperoso periodo di attesa e  una fase di studio della situazione giudaica e siriaca…
Allora per prima cosa mi sembrò opportuno operare sulla distinzione di Malkuth,  diviso in greco in  H Basileia toon ouranon e in H Basileia tou Theou , l’una impostata decisamente sulla figura umana di Gesù sul suo regno, illegittimo, sul messianismo  e sulle connessioni tra il mondo gerosolomitano aramaico e quello partico (cioè di 600.000 giudei  gerosolomitani con 1.000.000 di giudei partici, collegati in nome di Jhwh, signore, desiderosi della cacciata dei romani e della ricongiunzione con la cultura partica, propria di un sistema agricolo-barbarico, sulla base di un vangelo della circoncisione,  tipico di Giacomo, il fratello nella carne di Gesù e in sottordine di Pietro Shimon), l’altra  sulla figura di un Gesù mite, paolino, una creatura umana  temporanea connaturata ad un preesistente ente daimonico  chiamato signore della Gloria, o Il signore, o il figlio di Dio, secondo linee proprie di un  pregnosticismo giudaico, forse tarsense, incarnato e crocifisso, in quanto destinato a compiere la volontà del padre e ad attuare l’oikonomia divina  sulla terra dominata da forze demoniache.
Da qui il vangelo, basato sulla circoncisione giacomita  e quello opposto Paolino prima e poi di Marco sulla non circoncisione (Cfr. Giacomo e Paolo)….
Dallo studio comparato delle due Basileiai veniva fuori sempre un’ impresa antiromana con un malkuth, nonostante le giustificazioni e le interpretazioni diverse a seguito delle impostazioni e letture differenti: quindi si proponeva un lavoro specifico, approfondito della realtà storica degli anni  26-36 d.C , anni in cui c’era stato il crimen – condannato dai romani- con un fenomeno messianico ad opera di un tal Gesù Cristo /Jehoshua meshiah  morto tra due lestai con l‘intitolatura regale, non solo latina INRI, ma anche greca ed aramaica(cfr Jehoshua o Jesous?).
Dallo studio dettagliato su quel decennio, grazie anche alla conoscenza di Filone e di Flavio (già ambedue tradotti) e degli storici latini e greci (data la mia professione di insegnante)  risultò che un’impresa antiromana non poteva nemmeno essere pensata senza l’aiuto di Artabano re dei Parti e senza una relazione stretta tra le forze aramaiche di confine tra i due grandi  (cfr. Giudaismo Romano I e II ;  Caligola il sublime) e nemmeno senza l’aiuto finanziario degli oniadi alessandrini…
Vennero fuori figure complesse come quelle di Giulio Erode Agrippa, Izate di Adiabene e la sua politica ambigua, quella del re dei re Artabano e le sue difficoltà interne, ma anche la sua volontà  di riconquistare l’Armenia  e di creare una serie di stati cuscinetto per arginare la potenza romana che a sua volta aveva già  fin dal perido di Pompeo il grande fatto la stessa azione antipartica.

Soprattutto  si avvertìla presenza di un popolo ebraico aramaico methorios, che era tra i due imperi e che era per lingua e per pietas  mesopotamico …
Infatti dagli studi fatti mi veniva una risultanza sicura: Da Cesare a Caligola  fino a Nerone  e da Vespasiano a Traiano  e da Adriano fino a  Lucio Vero, nel corso di quasi due secoli sempre si rilevava una linea comune aramaica antiromana  con molti capi,  i cui nomi erano diventati  leggenda nella cultura giudaica…
La vicenda di Gesù lestes/ ladrone secondo Flavio e secondo la lettura di Celso, comunque,  di  un tale personaggio, seppure  carismatico e con poteri di goes/mago, non sarebbe stato in grado di impensierire il sistema dei governatori romani provinciali e tanto meno far preoccupare l’imperatore- signore di un territorio di 3.300.000 Km quadrati nei confronti di una popolazione irrilevante abitante una piccola  superficie  del suo impero (25.  000 km quadrati)-. Neppure era verisimile la  figura  di un Gesù figlio di Dio, secondo la trattazione gnostica e neoplatonica di Origene  (cfr. Paolo ed Origene; Origene e Filone) …
Da questa coscienza mi derivò l’idea di un Gesù basileus regnante, che lasciò un’ orma  nella legislazione, in senso di riforma legalistica (nuova tipologia di sabato, altre prescrizioni rituali, altra cultura del tempio, ecc) …
Dunque dallo studio delle fonti, comparato e dalle risultanze, incontestabilmente viene fuori un quadro antiromano aramaico  con un  fronte  di una  feroce ostilità  alla romanitas, considerata demoniaca, vista come potenza  ellenizzante e traviante l’originaria  cultura/ musar pura dell’aramaico, che vive ed opera secondo la legge mosaica, connessa con la tradizione mesopotamica dei patriarchi e  che ha coscienza  che il giudeo è  figlio di Dio, popolo eletto  e che ha  motore pulsante del mondo Gerusalemme  e come cuore Il tempio, punto di incontro con Dio stesso.
Si evince, dunque, un movimento integralista fortemente nazionalistico che fa del giudeo un popolo di santi,  l’unico figlio di Dio, popolo eletto, possesso di Dio,esclusivo suo padre, che è suo unico e solo padrone secondo la predicazione essenica (cfr. Filone, Quod omnis probus 75-91).
La risultanza di una lunga guerra antiromana è stata da me segnata nel corso del lavoro  in Giudaismo Romano per la dimostrazione  dell’integralismo aramaico e dell’imposSibilità di una  sua integrazione nel sistema armonioso romano ellenistico,  che basato su un’auctoritas di un imperator, che, grazie al consenso militare e plebeo, fondamentale per l‘autocrator  -dux, dotato di imperium proconsulare infinitum– si era congiunto con la basileia  ellenistica dopo essersi assimilato a Zeus come Theos.
Da Cesare a Caligola e poi con Nerone,  si era costituito un potere assoluto su basi religiose, popolari e militari  in cui l‘imperator in quanto dux vincitore e legge vivente era  prima isotheos e poi Zeus,  dopo aver livellato  gli ordines sociali: la stessa letteratura qumranica e Filone, autore di In Flaccum e Legatio ad Gaium, provano quanto detto…
Al di là, dunque,   della teorie classiche  e della stessa divisione dei popoli, fatta dallo stesso Filone Alessandrino  in greci e in  barbari  in relazione al possesso della paideia e della  praotes e al non possesso,  Roma col principato augusteo e con l’impostazione imperiale caligoliana, base per ogni famiglia imperiale successiva dominante,  naturalmente, venne in conflitto con l’integralismo ebraico aramaico… Il giudaismo aramaico, secondo me, è barbarico, in quanto non mite e non educato secondo la cultura del kosmos e dell’armonia,  ma feroce nei costumi, agricolo e selvaggio ancora, avendo in sé la coscienza della propria elezione divina come  popolo e quindi  sentendosi  divino  perché ha il privilegio di  parlare  e vedere Dio, che è suo signore: solo questo già di per se stesso  lo mette fuori dal kosmos romano…
Da qui è facile capire la lotta al momento dell’ektheosis  di Caligola e della sua proclamazione  nel 40 a Zeus, unico dio ed unico signore dell’ecumene….
Lo scontro,   tra giudaismo ed impero romano, in epoca giulio-claudia è  duplice:  uno , più grave, perché politico e militare,  è quello  tra Roma e i giudei aramaici; l’altro, culturale e finanziario,  è quello tra Roma e i giudei ellenisti,  colpiti con l’atimia e quindi nel sistema finanziario, limitati nel proselitismo e nell’emporia commerciale.
La guerra con gli aramaici è più furente perchè poco prima era stato ucciso dai romani Il christos, il meshiah ed ancora piangevano la sua morte e non sapevano cosa significasse  storicamente un tale evento; quella con gli oniadi, pur luttuosa, dato  il primo progrom della storia in Alessandria, ordinato da Avillio Flacco, si risolse con la congiura e quindi con l’uccisione del Turannos  Gaio Caligola e la sua perenne condanna con infamia. ..
Ho provato in vari modi a mostrare come la morte di un Dio– quella di Caligola- abbia influenzato l’ebraismo e il cristianesimo per la morte del Meshiah...e abbia dato la possibilità di un’altra ektheosis.
Era però necessario ritrovare il vero spirito aramaico, il vero malkuth ha shemaim /il regno dei cieli e distinguerlo da H basileia tou Theou  cioè il regno di Dio che ha le sue basi ideologiche in  Filone, Paolo e in Marco nei contesti di Antiochia ed Alessandria …
Il malkuth è un fenomeno giudaico, aramaico,  non cristiano o diciamo falsamente cristiano,  inglobato necessariamente solo nel IV secolo, quando già scomparso storicamente dal 135/6  e quando ancora sussistevano alcune frange insignificanti giudeo- naziree…
Esso è rigoglioso come espressione aramaica integralista con la figura di Giacomo fratello nella carne di Gesù,  la cui opera è ancora da riscoprire e da ristudiare, data la connotazione essenica e considerato l’integralismo aramaico (Cfr. Gli esseni e naziroi di Giacomo www.angelofilipponi.com)  ..
Flavio, apologisti e storici cristiani vedono la fine del Tempio come la giusta vendetta di Dio per la morte di Giacomo, fatto uccidere da Anano II nel 62.. ; noi siamo convinti che Giacomo come ogni ebreo aramaico fa la sua parte  nella lotta contro i romani e nella preparazione di un  corpo speciale, quello dei sicari, e nella manipolazione del pensiero del popolo di cui è baluardo, secondo formule teocratiche  e demagogiche, data anche la sua esemplarità di vita (propria di  recabita ) e la sua fedeltà al tempio…
Dopo la fine del tempio, alcuni seguaci di Giacomo, fuggiti prima dell’eccidio, a Pella, che dista una novantina di chilometri da Gerusalemme, probabilmente col tesoro (gazopulakion), ritornarono con altri fuorusciti  e cominciarono a prepararedi nuovo un piano quarantennale di guerra antiromana…
Questa si manifesta sotto Traiano in varie occasioni, la prima nel momento dell’annessione di Petra nel 106 all’impero romano; la seconda nel 116 a Cipro e a Cirene e la terza durante la spedizione partica di Traiano in cui i giudei, battellieri, portarono  dalle sorgenti dell Eufrate i romani fino alle pianure mesopotamiche, nelle vicinanze di Ctesifonte e  lì li lasciarono  sotto la furia della cavalleria corazzata (i cavalieri catafratti) e non  fecero risalire sulle barche i milites sconfitti…
Grazie al valore e alla ritirata, ben organizzata da Quieto e da Adriano, la sconfitta non divenne un massacro: lo stesso Traiano, caduto malato, da lì a poco morì, appena rientrato nei confini romani….
I nazirei aramaici  rimasero puri  nel loro giudaismo fino alla rivolta di Shimon bar Kokba : essi condivisero con i  seguaci del figlio delle stelle l’impresa e con loro furono annientati da Adriano, subendo forse  il martirio come Rabbi Aqiva…
La storia del cristianesimo, invece, seguita anche dopo la fine del tempio, in Antiochia e in Alessandria; nel primo contesto l’insegnamento  letterale sadduceo fuso con la doctrina paolina  ed ancorata al vangelo di Marco si arricchisce di quella di Matteo e di Luca, mentre ad Alessandria l’indirizzo cristiano farisaico prevale grazie al didaskaleion ebraico filoniano, che arricchisce le sue tematiche e  dà maggiore sostanza  al pensiero cristiano primitivo, specie dopo che il senato di Alessandria massacra i confratelli, sicari, venuti,  dopo la distruzione del tempio  a chiedere sostegno.
I cristiani e gli ebrei di Alessandria restano stupiti di fronte alla morte eroica degli aramaici nazirei,  che dànno un esempio di testimonianza, di martirio ai falsi confratelli…