C’è stata una – poiia/fabbrica di Gesù Christos Logos e di Gesù Christos Theos? Quando? Dove? Da parte di chi?
Allo stesso tempo o in epoche successive?
E perché?
Se la storia di Gesù era stata reale, se il suo malkuth era finito male, il titolo di Christos sarebbe rimasto a Gesù come quello rimasto a Shimon bar Kokba anche dopo il fallimento della sua impresa e alla sua fine ad opera di Adriano.
Il titolo è rimasto perfino a Shabbatay Zevi, dopo la sua proclamazione nel 1648, anche dopo la morte nel 1676,nonostante la conversione all’islamismo davanti al sultano!
Perché “fabbricare” in Asia Minore (più ad Antiochia che ad Efeso) dunque, nel II secolo Il, Christos logos e poi, a due riprese, il Christos nel III, come Theos minore e nel IV come Theos della stessa natura del Padre ed equiparato allo Spirito Santo…?
Gregorio di Nazianzo è il patriarca di Costantinopoli, imposto da Teodosio I, che, proprio nel concilio di Costantinopoli I, rivela le tante disarmonie, le lotte e i contrasti ancora esistenti dopo oltre 56 anni da Nicea: cattolici e d ariani ancora si azzuffano, non solo per le quaestiones religiose, ma per il primato politico nella corte, nelle grandi e piccole città orientali…
Gregorio di Nazianzo, il theologos per eccellenza, non ha i nervi saldi nel 381 e così afferma davanti ai padri conciliari che lo accusano a Costantinopoli:
Abbiamo diviso Cristo, noi che tanto amavamo Dio e Cristo! Abbiamo mentito gli uni agli altri a motivo della Verità, abbiamo nutrito sentimenti di odio a causa dell’Amore, ci siamo divisi l’uno dall’altro in difesa della Pietra angolare ed abbiamo perduto la stabilità in difesa della Roccia poiché più di quanto era giusto, abbiamo combattuto per la Pace e siamo stati fatti cadere per terra in difesa di colui che fu innalzato sul legno e siamo stati fatti morire in difesa di colui che fu sepolto e che è risuscitato (Orazioni, 6, 3).
Non è chiaro quanto dice della pietra angolare e della roccia sembra che parli del primato di Costantinopoli non di Roma!
Neanche è chiaro il discorso sulla pace: l’impero nel 381 non è pacifico, combatte non per la pace. Quali chrishianoi sono caduti per terra in difesa di Christos l’appeso, morto, sepolto e resuscitato?
Il theologos è in grave contraddizione… e ciò si difende con la parola, retoricamente , con la logica ed anche col cuore, sentimentalmente…
Infine, confessandosi incapace di mediare tra le opposte fazioni, abbandona il concilio di Costantinopoli dopo settimane di ansie,di angosce e di convulsi stati d’animo, nel giugno del 381…
Logorato dalle critiche di quanti desiderano dunasteian h thronoon upsos h Basileoon patein aulas e che lo accusano di aver la protezione di Teodosio I per mantenere alto ed intatto il suo sacerdozio, si dimette, dopo la sua solenne professione di fede costantinopolitana (42.8.15), nella convinzione di aver sempre operato al fine della difesa dell’ortodossia, dicendo…
Siamo concordi in sentimenti e dottrina, in una parola siamo soggetti gli uni agli altri, a noi e alla Trinità… l’essere senza principio, il principio e l’essere, che è col principio, sono un Dio unico (eis Theos). L’essere senza principio non è la natura di colui che è senza principio, né lo è l’essere ingenerato : infatti nessuna natura è ciò che non è, ma è ciò che è; è l’affermazione di quello che è, non la eliminazione di ciò che non è: né il principio è separato dall’essere senza principio perché è principio: infatti il principio non è la sua natura, così come la mancanza di principio non è la natura dell’altro; queste cose sono relative alla natura, ma nono la natura . E quello che è con l’essere senza principio e con il principio non è diverso da ciò che realmente sono quegli esseri. L’essere senza principio ha il nome Padre, il principio ha quello di Figlio e quello che è col principio ha quello di Spirito santo. Questa è la conclusione : Phusis de tois trisi mia, Theos/una sola natura è ai tre, Dio.
E’ un theologos,dogmatico, che non fa una bandizione di amore cristiano, ma precisa i termini trinitari, pur nell’unica Divinità…
Segue un lungo discorso sull’unione determinata dal Padre, fatta dal nazianzeno per indicare che solo lui è il poihths, a cui fa riferimento ogni cosa anche le due altre upostaseis/persone (Figlio e Spirito Santo).
Gregorio è stremato dallo sforzo di argomentare e di dimostrare la logicità del proprio pensiero sulla Trinità, sulle upostaseis e sull’unicità di Dio ed è umanamente desideroso di aver riconoscimenti dovuti (Orazione, 42, 20 ) :
io non sono uno che lavora senza paga (amisthos) per la virtù, non sono giunto a tanto. Datemi la ricompensa per le mie fatiche…Lasciatemi riposare dalle mie lunghe fatiche, abbiate rispetto dei miei capelli bianchi … Sono stanco di sentirmi rimproverare la mia condiscendenza, sono stanco di lottare contro i pettegolezzi e contro l’invidia, contro i nemici e contro i nostri. Gli uni mi colpiscono al petto, e fanno un danno minore, perché è facile guardarsi da un nemico che sta di fronte. Gli altri mi spiano alle spalle e arrecano una sofferenza maggiore, perché il colpo inatteso procura una ferita più grave… Come potrò sopportare questa guerra santa? Bisogna parlare di guerra santa così come si parla di guerra barbara. Come potrei riunire e conciliare questa gente? Levano gli uni contro gli altri le loro sedi e la loro autorità pastorale e il popolo è diviso in due partiti opposti… Ma non è tutto: anche i continenti li hanno raggiunti nel loro dissenso, e così Oriente e Occidente si sono separati in campi avversi” (Orazioni, 42, 20-21) .
Cosa significa guerra santa e cosa invece guerra barbara? In altre parti dell’opera il santo spiega che i cristiani che sono epitropoi capi, che hanno santità, non sempre vivono con santità e giustizia e non sono vicini ai confratelli di pari grado, ma spesso per invidia, sono non miti, non sono giusti nei confronti degli altri prelati e così si trasformano in barbaroi feroci nell’ira, privi di mitezza praoths…
Da qui l’ambiguità del sintagma (Guerra santa) di un polemos che non può essere santo agios se i prelati (tra cui molti eunuchi) non hanno osioths, ma combattono con violenza per gelosie, per denaro o per gloria…
Gli episkopoi che combattono, avendo skimmata ed erides, sono barbaroi e la loro guerra è barbara, indegna di un civis romanus , di un poliths ellenista, di un christianos che cerca la teleiosis essenica …
Ora Gregorio si trova nella condizione di non potersi più opporre ai suoi nemici che lo hanno costretto al ritiro….
I suoi nemici sono gli amanti della modernità, del teatro, delle spese pazze, della bella vita, dimentichi di essere sacerdoti, il cui simbolo è la palma (secondo il pensiero di Filone e di Paolo) che ha radici terrene che tendono verso la terra ma non sono vitali, in quanto è rivolta col fusto e col cuore, posto centralmente tra i rami, verso l’alto, verso Dio, in una ricerca spirituale..
Gregorio diceva: i miei nemici sono tutti quelli che sono esperti di cavalli, che io non sopporto, come non sopporto i vostri teatri e quel furore che, in modo equivalente, vi anima nelle spese, e nelle cose che vi interessano (ibidem, 22).
Dal periodo di Costantino ci sono contrasti tra le diocesi e tra gli episkopoi che non si vergognano di contrapporsi per aver la superiorità al fine della carriera ecclesiastica e del guadagno personale, ora possibile, ancora di più sotto Teodosio, data l’immoralità dei prelati e considerati i privilegi teodosiani ai cristiani contro i pagani.
Gregorio denuncia la lotta per la ricchezza di molti opportunisti eukairoi e mentre dice e stradice, confessa la condizione della chiesa costantinopolitana:
Ci poniamo insieme sotto lo stesso giogo, poi sotto quelli rivali, tra di loro; fremiamo contro gli avversari: ci manca poco e cogliamo l’aria e lanciamo in alto la polvere come fanno quelli che sono fuori di sé; ci manca poco e portiamo a termine le nostre dispute sotto altre spoglie . Noi diventiamo dei cattivi arbitri dell’ambizione altrui e dei cattivi giudici dei fatti.
Oggi sediamo concordi sui seggi episcopali ed abbiamo le stesse opinioni finché coloro che ci guidano ci danno queste direttive.
Gregorio evidenzia il mutare repentino dei pareri a seconda delle circostanze e dei nuovi padroni della scena politica, nonostante la coscienza personale della protezione di Teodosio…
Domani sederemo su seggi contrapposti e contrapposte saranno le nostre opinioni, se spira vento contrario. In conseguenza dell’inimicizia e dell’amicizia mutano anche i nomi, e quel che è più vergognoso, noi non abbiamo pudore a fare davanti ai nostri ascoltatori discorsi opposti…
Fatto l’esempio dei ragazzi di strada… Gregorio afferma: probabilmente mi comporto da insolente e da ignorante, ma, comunque,è così; Io soffro delle cose che fanno gioire gli altri e gioisco di quelle che fanno soffrire gli altri.
Un parlare proprio di chi non sta bene ed è molto stressato?! Dice il vero o delira il Prelato?!
La sua conclusione era questa ed era tirata sulla base di un periodo ipotetico di III tipo, in modo contraddittorio: io non mi meraviglierei (an thaumasaimi ) se anche venissi incatenato perché do fastidio, e se sembrassi alla maggior parte insensato (anohtaineinein docsaiami) come si dice sia capitato ad un filosofo greco (Democrito) accusato di follia per la sua saggezza, perché rideva di tutto, giudicando risibili le cose che faceva preoccupare la maggioranza degli uomini.
Ed aggiunge:
Si potrebbe anche credere di me che io mi sono riempito di vino dolce, come si credette dopo dei discepoli di Cristo, per il fatto che parlavano in diverse lingue, perché non si era capito che quella era la forza dello Spirito, non delirio della mente…
Chi sono i suoi nemici
I suoi nemici sono principalmente i patriarchi di Alessandria- che hanno un potere, anche a Costantinopoli, abili nella corruzione col denaro, immorali nel loro opportunismo politico, ma specie nell’area egizia dove sono i promotori di insurrezioni, di contrasti tra il popolo, destabilizzano l’apparato amministrativo della metropoli, causa prima delle discordie tra greci, pagani e cristiani, già sediziosi nella stessa professione di fede…
Allora la presenza stessa ebraica diventa odiosa e per i greci e per i cristiani.
Da qui i continui eccidi e l’espulsione con dispersione verso le zone dell’interno africano, lungo il corso del Nilo (foce canopica e pelusiaca). verso varie direzioni…
Alessandria dall’ epoca di Giuliano (361-63) è in preda a una guerra intestina tra ariani e cattolici; la città stessa ha subito, poi, un cataclisma di dimensioni mai viste, quello del 365 mentre infuriava la guerra tra Proclo e Valente (cfr. Ammiano Marcellino, XXVI, 10.15-19)…
Allora alla lotta intestina religiosa si aggiunge la guerra con i greci – che accusano i cristiani di aver causato l’ira degli dei con le loro dispute, con le stragi dei nemici ariani (Giorgio di Cappadocia squartato dalla folla cristiana ortodossa) – e degli ebrei.
Sotto il patriarcato di Teofilo gli scontri si fanno feroci tra ariani e cattolici e ci rimettono le penne molti terapeuti, intervenuti a favore degli ariani perseguitati,..
Più tardi nel 391 dopo un altro cataclisma cittadino a causa di una inondazione tardiva, straordinaria, del Nilo, ed infine dopo uno altro strano fenomeno con un’onda di riflusso mai vista, si ebbe la stessa reazione (cfr. Sozomeno, Storia ecclesiastica, VII, 15) con la distruzione del tempio di Dioniso e del Serapeo ad opera di Teofilo…
Sotto il nipote Cirillo (370-444) poi Alessandria è squassata da odi profondi, inconciliabili tra i cristiani delle opposte fazioni e tra questi e i pagani…
Cirillo in lotta contro Nestorio, considera Maria vergine, anche se conosce la differenza tra betullah adolescente vergine ed almah giovane donna…
Per lui che riprende il pensiero di Eusebio e quello di Girolamo di Stridone e la tradizione cattolica circa la Madonna, sancita anche alla corte di Costantinopoli (cfr. Nestorio e Cirillo), Maria è colei che genera secondo la carne Dio, unito personalmente alla carne e perciò madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo logos prende dalla carne l’inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il logos assunto personalmente la natura umana accetta di essere generato secondo carne.
Cirillo, dunque, stabilisce nella Chiesa di Alessandria e diffonde il dogma dell’incarnazione, prima ancora di entrare nel Concilio di Efeso (431) dove è sancito che la Vergine Maria è Christotokos e theotokos cioè Christipara e deipara…