Un ricordo : Camillo Laureti

 

Un ricordo di Camillo Laureti

Ricordo sottende l’idea di memoria  connessa al verbo latino  re.cordari   riportare al cuore/ cor /cordis , sede  degli affetti e dei sentimenti e vale quindi ritrovare sintonia e rapporto, oltre il tempo, oltre la morte, in momenti speciali, in cui si armonizza, come per miracolo, all’improvviso, ogni processo vitale.

Ricordo come folgorazione, come epifania/manifestazione istantanea, quasi apparizione!

Ricordare qualcuno, perciò,  comporta  sempre commozione, rimpianto  e dolore; per me ricordare Camillo Laureti, a distanza di  anni dalla morte, è, invece. riprendere una comunicazione interrotta tra laici, indolore e costruttiva, un attimo  ancora creativo, in una solidarietà senza tempo,un nuovo incontro!.

Incontrai Camillo la prima volta a Ripatransone.

Rimasi colpito dalla voce aspra  e dal tono burbero del direttore didattico,  ma subito rilevai la sensibilità d’animo, l’apertura al dialogo e la vivacità intellettiva.

Nei primi approcci  fui sorpreso dall’acutezza del ragionamento e dall’analisi dei fatti, letti da un’angolazione diversa dal comune: Camillo sapeva vedere sempre l’altra faccia della verità  conclamata, evidenziando capacità tipiche di un divergente  (tanto da sembrare un bastian contrario), che  sorprendeva per le  intuizioni  e per l’abilità conclusiva.

La stima per l’uomo e la comunicazione culturale mi spinsero gradatamente ad una solidarietà di studi didattico-pedagogici.

Stavo lavorando su una tesi sull’insegnamento tradizionale a Ripatransone, in epoca fascista.

Ebbi ogni aiuto per la ricerca dei dati e delle fonti in archivio  e per l’analisi degli scritti di una maestra, segnalatasi per un insegnamento-apprendimento originale, stimata perché aveva innovato, conservando il sistema gentiliano.

Durante questo lavoro, in segreteria, ebbi modo di osservare il direttore nella sua professionalità: oltre al tatto umano le doti di promotore ed orientatore  didattico venivano fuori ad ogni incontro con i docenti, insieme ad una perfetta conoscenza della normativa scolastica.

La gestione paternalistica si sposava con quella tecnica amministrativa e didattica: il direttore dirigeva la scuola con competenza come tramite tra l’istituzione e la famiglia e tra le maestre e gli scolari, assicurando in un ambiente paesano,  ordine e funzionalità  grazie anche ad un rigore formale, di cui la segreteria e l’ufficio di presidenza  erano compiuta espressione.

Personalmente ho, però, sempre ammirato in Camillo il maestro, il magister, che, avendo un  proprio metodo, lo trasmette con le proprie azioni, esemplari, più delle parole.

Linearità e coerenza  sono state le colonne del suo retto operare, come specchio di un equilibrio interiore, conseguito per gradi  nella coscienza della propria ed altrui humanitas, della sua integrazione sociale e  del relativismo  civile esistenziale.

L’invito alla calma e la saggezza del tutto passa e niente cambia  mi risuonano spesso nella mente con la sua risata grassa e mi esortano a vivere sereno, a dimenticare -o sminuire-  i problemi, a ridere  di ogni cosa.

Il suo Niente  serve a Niente   non ha , per me, ora valore negativo, ma  positivo  in quanto Camillo con le due negazioni  affermava formando  un motto nuovo universale tutto serve a tutto perché dava rilievo  all’ esperienza personale  significativa e formativa, che connessa con la conoscenza della natura  diventa patrimonio personale  per l’uomo, che, nonostante i propri limiti, risulta un unicum armonioso, un tutto col sistema naturale

Il ricordo di Camillo Laureti sia, dunque,  per tutti una rievocazione commossa ma non dolorosa, un momento di riflessione nello stress della vita industriale,  un invito a fermarsi, ad avere un attimo di pausa, ad accettare se stessi,  in modo semplice ed elementare  e ad amare, oltre il  senso cristiano, come   naturale rispetto e  come solidarietà per i compagni di viaggio, creature umane  di breve durata.

E per me, cosa è il ricordo di Camillo Laureti? un monito, serio,  ed una risata, mentre l’onda del mare nel suo flusso eterno, s’infrange sui nostri piedi: Vuoi mostrare la falsificazione  secolare di Santa romana Chiesa?

Un Matto, dopo tanti secoli di bugie, può provarci! Non tu, che bagni i piedi con me su questa spiaggia, anche se sogni classicamente un nuovo mondo, secondo natura e ragione! Tu  sei intelligente e comprendi che ricerchi un ago in un pagliaio!

E sono solo, scalzo …  coi piedi nudi nell’acqua, che si ritira !