Se Papa Francesco fa il moralizattore dello Status Civitatis Vaticanae, nessuna sua parola è credibile.
Il suo predecessore ha dato un grande esempio, dimettendosi, perché si sentiva impotente a frenare la curia, i tanti eccessi dell’amministrazione statale vaticana, gli scandali, ecc.
Ora lui Francesco, che vuole essere francescano ma è gesuita, deve seguitare su quella linea, rinunciare non ad essere papa, ma dimettersi dalla figura di papa, re assoluto dello Stato del Vaticano: deve fare un altro passo, ancora più grave, quello di rinunciare al titolo di Monarca Assoluto e di cancellare dagli Stati Internazionali lo Stato Vaticano.
Lo Stato Vaticano è unico al mondo ricostituito, nel 1929, ad opera del fascismo dopo la fine del Patrimonium Sancti Petri et Pauli nel 1870, a seguito della breccia si Porta Pia! Il papa è il Christos vivente con un doppio potere terreno e spirituale!
La sua auctoritas è verticistica e la sua figura non può essere democratica: è una contraddizione nei termini.
Ogni azione papale, per quanto apparentemente democratica, buona, ottima, perfetta , non è tipica di un pontefice romano e non è registrabile come atto papale…
Il Papa è Christos, figura di Dio, persona della Trinità, sposo della Chiesa (Cfr. A FILIPPONI, Amici cristiani, perché diciamo Credo? E Book Narcissus, 2014): Bergoglio deve prima di agire, avere coscienza del suo essere pontefice, altrimenti con le sue azioni è imprevedibile e turba la tranquillità del cattolico medio che segue il magistero del Papa, infallibile…
La sua parola, dettata dallo spirito santo, ispirata, dunque, non è quella di un suddito fedele, ma di un Monarca, e vale come legge, perché letta secondo le Sacre Scritture, da cui lui stesso dipende ed è condizionato…
Il papa, monarca dello Stato Vaticano, è la legge vivente /nomos empsuchos per ogni fedele.
Le sue parole (“ chi sono io per giudicare“?) sono di un papa, di un Chistos vivente, assistito dallo Spirito santo, sono del rappresentante di una Trinità divina: non possono essere lette come quelle di un normale fedele cattolico!
Nelle parole del papa non esiste più l’io di un privato cittadino dell’ecclesia , che non ha valore in una comunitas... le sue parole sono un unicum con le sue opere, che saranno vita hayyim per il fedele.
Un papa non può parlare così, né agire così, né essere così contraddittorio, come ben rileva Vittorio Messori nel suo articolo del 24 dicembre 2014.
Capisco lo stato di confusione di uno come Messori!
La perplessità di Messori di fronte all’ambiguità di Francesco è chiaramente evidenziata, nonostante la sottesa insicurezza e la palese reticenza – segni di phobos e di confusione di fronte alle apparenti contraddizioni papali e alla diminuizione dell’auctoritas pontificia.
C’è in Messori lo sconcerto di uno che ha fatto esperienza ecclesiale per decenni e che, ora non avendo più una guida reale, vorrebbe dire, vorrebbe suggerire ma non può: allora il pio Messori si esprime al condizionale sospendendo il giudizio, data la conoscenza (teorica) dell’oikonomia divina storica, che è imperscrutabile.
Messori teme il tatticismo nell’evangelizzazione di un papa che ha il depositum fidei e perciò frena la sua parola che potrebbe essere temeraria, se detta audacemente in quanto l’esito finale è a lunga scadenza, non verificabile da uomo.
La coscienza del papa che ritiene terribile la missione di annunciare il vangelo ai contemporanei è letta dallo storico cristiano non come fiducia sicura del rappresentante del Christos nell’ispirazione dello Spirito santo e dell’assistenza divina, ma come richiesta umana di un individuo insicuro e come necessitas della preghiera per il clero, vera guida del destino segreto della chiesa e del mondo.
Al di là del pensiero di Vittorio Messori e perfino dei suoi denigratori e di quanti vedono il papa che bacchetta la curia, il clero, che propaga l’unione di una comunione di beni, che contrasta il proselitismo cattolico e quasi benedice quello pentecostale, nella Chiesa latino-americana, rileviamo che gli atti formali di papa Francesco non lasciano spazio né ad una riforma in senso francescano né in senso gesuitico, ma si riducono solo ad un sistema semplicistico parrocchiale, ad una comunione fraterna universale generalizzata, utopica, nonostante i gesti semplici ed apostolici, inutili in un sistema costituzionale monarchico, cardinalizio, basato sulla dioikesis oniade, episcopale: la struttura della Chiesa romana è quella trapezitaria alessandrina, romano-ellenistica, aggiornata secolo dopo secolo, una perfetta base finanziario- economica …
I cardinali elettori in una situazione di grave crisi, successiva al rifiuto di Papa Ratzinger, votando Bergoglio, hanno creduto nel ripristino di un’auctoritas e in una nuova organizzazione statale e in una conseguente nuova evangelizzazione e quindi hanno votato per un cardinale latino americano, noto per il suo metodo comunista di cristianizzazione universale.
I cardinali hanno interesse alla conservazione dello stato monarchico della chiesa, di cui sono principi e pilastri apostolici, nuclei funzionali di un ricco sistema di spartizione della torta di potere e di ricchezza, secondo una tradizione secolare, collegata con l’imperium romano…
Dunque, le contraddizioni di Bergoglio, fransescano-gesuita, sono numerose e non è il caso di elencarle…
Perciò, Bergoglio non ha molte alternative: o faccia il papa come si conviene ad un papa -figura di Christos- o abbia la forza di andare oltre il suo predecessore e proclami la fine del Vaticano come Stato, riducendo il potere papale solo alla sfera spirituale e al rito religioso, secondo moduli cari agli ortodossi, in una nuova ricerca del sacerdotium, in linea con la tradizione di Mosè sacerdote, eusebhs, anhr theios, theophilhs , vero therapeuths , teleios, uomo che rifiuta di vivere nel mondo della sensazione, ed è cittadino del kosmos intellegibile …
Il Vaticano potrebbe pure rimanere come proprietà di uso ad una confraternità religiosa come quella del Monte Athos (Agion Oros) o di Comunità Induiste, anche se il territorio di diritto torna ad essere proprietà dell’Italia.
Il diritto della Chiesa, una, santa, apostolica, cattolica (e romana) rimane solo spirituale e il pontefice può svolgere la sua attività religiosa senza la statalità vaticana.
Il Vaticano è unico esempio nel mondo di un’autorità mista, che ha potuto esercitare nell’Italia centrale il suo potere sovrano, temporale, impedendo l’Unità d’Italia e poi, dopo il concordato del 1929, ha ottenuto un territorio per esplicare il suo divino mandato, appoggiandosi al fascismo…
La chiesa romana avendo un lungo passato, a cui non ha mai rinunciato, ora si accorge che la statalità corrompe la spiritualità!
Da secoli cardinali e vescovi, da veri principi, hanno potere senza pari in tutto il mondo in quanto sono uomini che fungono da punto di riferimento finanziario economico sociale, politico per tanti altri uomini che cercano spazio politico, ricchezza ed onori…
Uno Stato è uno Stato ed è, per forza, mondano! Papa Francesco non può non saperlo!
Essere Stato sottende responsabilità, diplomazia, giochi di potere, compromessi, alleanze anche sospette, politiche economiche, affari segreti con grandi lobby internazionali…
Per la statalità di uno Stato, a di là della costituzione, occorre sopravvivere in un sistema internazionale, in un equilibrio tra amicizie ed inimicizie, avere le giuste distanze anche da stati cristiani come da stati islamici, da stati di diversa confessione, anche pagana, conoscere esattamente le costituzioni degli stati interlocutori… insomma avere una rete di grandi informatori, di eccezionali managers finanziari, politici, economici, oltre ad un esercito di laici che si affiancano o sono alle spalle dei prelati… accreditati da passaporti vaticani…
Occorre specialmente denaro, un fiume di denaro e, dove c’è un mare di ricchezza, c’è necessariamente la corruzione… il greco ortodosso vive poveramente accanto al popolo…igumeni ed ieromonaci vivono cantando vespri e facendo un numero indefinito di inchini in estrema povertà, lontani da ogni fonte di potere e di benessere, acefali…consci di essere tutti servi di Dio, preparandosi alla morte, dopo totale rinuncia alla vita, vecchi- bimbi, dementi in apparenza, sempre allegri …
Invece il clero cattolico – escluse parzialmente alcune confraternite di monaci…- ha un alto tenore di vita rispetto al popolo … anche se si dedica all’elemosina perché la stessa struttura parrocchiale comporta benessere e ricchezza perfino con la caritas... Che dire poi, con le nomine dei Nunzi Apostolici, esercitanti le loro funzioni diplomatiche presso tutti gli Stati del mondo? Se già il papa diventa corruttibile perché costretto dalle relazioni diplomatiche a fare certi interventi, dissimili da quanto richiede il bene della singola chiesa…cosa succede ai suoi diretti rappresentanti?…
Insomma il papa diventa persona ricattabile, soggetta a pressioni perché non libera nelle sue decisioni e perché perde il suo alone magico-sacrale, pontificio, divino!
Al papa spetta già un compito di selezione dei prelati, che è in relazione non solo alla nomina dei soggetti e alle loro capacità e abilità di negoziazione e diplomazia, ma anche di opportunità relativa alle sedi di maggiore o minore rischio, alle missioni di maggiore o minore rilievo, alla salvaguardia non solo della fede cristiana, ma anche del nome dello Stato Vaticano e del suo utile economico, dato anche l’apparato amministrativo della nunziatura stessa…
Noi marchigiani abbiamo ancora cattiva fama nel Lazio perchè esattori fedeli del papato, che abbiamo conosciuto come re con laziali, umbri ed emiliani il suo potere per secoli…
Lo Stato del Vaticano è giovane ed è nato praticamente con il riconoscimento di Mussolini…
La Chiesa cattolica, come i Borboni, era rimasta sorpresa per la fine dell’auctoritas regia militare statale e non poteva convincersi che l’Europa avesse volontà di dare credito allo Stato Italiano dei Savoia, ma accortasi di questa realtà, visto che l’Italia non sarebbe stata uno stato effimero e che non sarebbe stata cancellata dalla cartina geografica, accettò il fatto compiuto di Porta Pia del 1870 ..impedendo la politica ai cattolici …fino alla Conciliazione, isolandosi…
E nel 1929 pretese un territorio anche se piccolissimo, così da poter esercitare la sua auctoritas regia, connessa con la cura delle anime secondo lo statuto medievale…
Era il momento ideale di una ricostruzione statale nuova, sulla spinta del modernismo, ancora attivo, pur nel solco della tradizione spirituale cattolica post tridentina del secondo cinquecento, nonostante gli scismi della Chiesa ortodossa, di quella anglicana e luterana …
Ora invece il compito dello Stato Vaticano diventa ogni giorno più arduo perché non deve dare solo la benedizione urbi et orbi, ma deve amministrare il mondo con una rete diocesana, parrocchiale per arrivare all’ultimo fedele delle più sperdute lande di Africa di Oceania, delle Americhe, dell’Asia, e di Europa, tenere la contabilità di tanti monasteri, gestire le istituzioni monastiche, le associazioni educative, assistenziali, le opere pie ….tutelare un oceano di denaro connesso con un potere politico senza pari…
Cosa pretende il gesuita papa Francesco, che conosce bene gli intrighi tra il potere economico e quello politico-finanziario,
il valore delle lobby, il significato delle confraternite, l’immensità del suo potere sovrano, illimitato per costituzione, data la sacralità del compito?…
Parlare come un popularis non si conviene ad un papa continuamente ispirato dall ‘agion pneuma; vivere anche francescanamente non è da pontefice della Chiesa romana, erede degli imperatori romani, seguace di Gregorio VII e di Innocenzo III.
Ogni capo di stato ha una sua dignità, come segno del suo potere; ancora di più il sommo pontefice romano che ha oltre al potere politico, anche un divino magistero …
La sua azione francescana può tingersi di comunismo, di populismo, di utopica fratellanza e, data l’ambiguità di base, può essere etichettata, a seconda della lettura, come equivoca e può essere definita perfino falsa…