Bernardo di Clairveaux (1091-1153) riprendendo Bruno d’Asti (1045-1123), in Omelie 103, 1-4 mostra come si ascenda a Dio per quattro gradi: Quattuor gradibus distinguitur omnis electorum profectus. Primo enim fit quisque amicus suae animae; secundo fit amicus iustitiae, tertio sapientiae, quarto fit sapiens.
A mio parere, Bruno di Segni è collegato con gli ebrei di Girona, dai quali deriva una sua logica ascetico-mistica, da cui è influenzato anche Bernardo insieme a Pietro il Venerabile.
Fatta questa premessa necessaria per mostrare come il suo pensiero derivi dall’ebraismo ascetico sofirotico, e quindi da Filone, specie da quello di Vita Contemplativa, si può dire che la riforma cristiana del XII secolo è connessa con la cultura ebraica…
Bernardo, dunque, dapprima parla di un uomo, che inizia il percorso spirituale, proprio dell’eletto, e che, se vuole tendere al primo gradino della conoscenza di se stesso, deve primum diligere se, basilare per la diffusione dell’ amore, deinde diligere proximum.
Spiega il concetto mostrando come l’amore passi dall’amore di sé a quello dell’altro, come annullamento dell’io, dopo la interiore conoscenza personale.
Ne consegue che il primo gradino è superamento dell’io, rinnegato, per amore del prossimo. I terapeuti filoniani, infatti, dànno tutto il proprio avere al prossimo, inteso alla greca come quello che è più vicino, famigliari, parenti ed amici.
Il secondo gradino si raggiunge tramite la iustitia in quanto l’uomo ha coscienza di aver fatto il bene ma sempre in modo lacunoso ed imperfetto e che quindi deve pagare perché deve accettare poi il male con cui Dio lo macera per purificarlo come oro nel fuoco.
Dall’accettazione della penitenza, che Dio impone come prova, nutrendo l’eletto col pane delle lacrime e dissetandolo secondo misura con le lacrime, deriva il premio della iustitia.
Nel terzo gradino l’eletto, progrediente, giunge alla sapientia che è uno stato che è conseguito dall’uomo che riposa in ogni cosa in quanto a lui piace ogni cosa che a Dio piace e che impara a curvare non la volontà di Dio ma a piegare quella umana / non dei voluntatem ad suam curvare sed suam ad Dei voluntatem didicit erigere.
Insomma per Bernardo il gradino della sapienza si consegue nell’assecondare la volontà di Dio e nell’imparare ad indirizzarsi conformemente alla volontà celeste.
Anche i buddisti dicono questo che cioè il benessere dell’uomo è nell’assenza di volontà umana e nell’ accettazione di quella divina, in cui si verifica la pacificazione totale dell’individuo, dopo il rifiuto della forma, l’acquisizione della semplicità, col vivere senza intenzione.
Gesù stesso, morendo ,si dice che disse: non la mia, ma la tua volontà sia fatta, o padre.
Ora, dunque, solo se l’uomo si conforma all’oikonomia celeste (divina o naturale) consegue la sapienza, adattandosi allo aprosdoketon, ai colpi imprevisti e alle peripateiai ai capovolgimenti totali, improvvisi della vita: raggiunge la stadio del sapiente solo dopo che è passato dalla fase di amico della propria anima, a quella di amico della giustizia e a quella di amico della sapienza. Essere sapiente è lo stato di chi va oltre la tzedaqah, oltre sophia: è teleios sophos il perfetto contemplativo alessandrino del lago Maryut e ogni monaco del Monte Athos, ma non Bernardo di Clairveaux: chi si conosce, come creatura bisognosa di nulla, vive di giustizia e di sapienza, ignorando se stesso e i suoi, la patria, la fama, la gloria personale e quella della stessa fede, anelando verso l’alto, avendo solo fame e sete di Dio, divenuto già luce, è pura luce a chi cerca luce, dimentico di sé corpo e perfino di sé spirito,unito, ancora vivente, in Dio.
Personalmente condivido, questa ricerca divina e sono da tempo in un cammino ascetico, anche se non riesco a superare la dolorosa l’esperienza di un capovolgimento totale della vita, la cui soluzione doveva essere quella di una serena vecchiaia mentre invece mi trovo a dovermi adattare dolorosamente nell’accettazione della nascita di un nipotino speciale.
Devo ogni giorno convincermi che neanche sto subendo una prova, ma che ho avuto un beneficio e quindi non sono neanche in uno stato di sofferenza e di male: ho bisogno di tempo per capire, in un annullamento intenzionale dei rapporti stessi; perciò capisco quanto sia distante dall’ essere sapiente, nonostante il lungo cammino ascetico,come sia ripiombato nelle affezioni umane, familiari, ritornato quasi agli inizi della via… incapace di superare ancora l’ostacolo dell’io … nell’ansia del domani…
La difficoltà certo non è per me, indifferente al mio esistere, provato da numerose vicissitudini, quanto per mia figlia e soprattutto per suo figlio maggiore, normale, destinati a lottare a soffrire, sine mensura, per aiutare a vivere il bambino autistico, innocente: mi ricorre continuamente quel pensiero, unito alla coscienza dell impotenza operativa.; .. mi assilla la mia debolezza e perfino il senso di morte, come privazione agli altri di un fattivo aiuto, quasi fossi importante…in situazione. -Io , quasi sempre assente e distaccato… ora credo di essere indispensabile…basilare nella crescita del bambino..-
Ecco perché è difficile, anzi impossibile essere Sapiente cioè essere uomo che assapora quotidianamente il suo dolore, lo accetta dignitosamente nella coscienza che non può esserci sapienza senza la conoscenza di una superiore visione della realtà umana e terrena, nella sicurezza di essere niente di fronte al male universale, una creatura senza alcun significato nel kosmos, forse neanche retto da un intelletto provvidente sovrano,…che cerca sempre di concretizzare un fare senza intenzioni, di attuare l’arte senza arte…
Bernardo non sa fare questo, specie dopo che ha scritto il Tractatus de moribus et officiis episcoporum e ancora di più dopo la Vita di Malachia, esempio di perfetto vescovo e dopo che è diventato il faro della Chiesa, avendo avuto la meglio sui Cluniacensi, dopo la composizione dello scisma del 1130, dalla morte di Anacleto II all’elezione di un suo discepolo a papa.
Nella lettera ad Eugenio III,-239- avendo imposto a tutti il suo pensiero scrive con qualche perplessità:si dice che non siete voi ad essere papa, ma io e da ogni parte coloro che hanno questioni si rivolgono a me…
Ad Aimerico, segretario di Innocenzo II, potentissimo cardinale, in precedenza ha scritto che è costretto a compiere certe azioni anche se rileva i fallimenti, le imprudenze le compiacenze della Curia romana (lettera 250) .
Precisa nella lettera 48: io sono andato, è vero, ma chiamato, trascinato.
E in un’altra quasi si vergogna di avere una dittatura morale sul mondo cristiano e confessa (lettera 250) Io sono la chimera del mio secolo, né chierico, né laico. Ho abbandonato la vita di monaco, ma ne porto l’abito.
Bernardo, comunque, parla e pontifica, anche se prova pudore nel vedere la sua pratica difforme dalla parola.
A mio parere a volte parla ma non sa esattamente cosa dice: il suo ascetismo, il suo progressivo cercare di arrivare a Dio tramite la sapienza biblica, non l’ho mai letto nel suo voluminoso Epistolario, dove invece ho visto la sua applicazione al bene dell’Ecclesia Romana, la sua rigidità mentale militare, oltre al suo insano integralismo religioso , alla sua personale volontà di affermazione e alla coscienza militaristica cristiana salvifica ( il crociato morendo vince per se stesso, dando la morte vince per Cristo!).
Dal suo epistolario trapela una concezione entusiastica di Societas Christiana che si basa su una gerarchia provvidenziale di ordines, perfetta, non toccabile da uomini, anche se preposti da Dio al potere politico.
Eppure Dante nel Paradiso /canti XXXI,XXXII,XXXIII considera Bernardo come il contemplante, rapito nella contemplazione della Madonna, come colui che mostra la distribuzione dei beati nella candida rosa, come il theologos ed asceta per eccellenza, come fondatore del culto mariano e quindi come l’unico in grado di lodare la Santa Vergine Madre e, grazie a lei, arrivare fino alla visione beatifica di Dio Uno e Trino e alla compenetrazione del mistero dell’incarnazione!
Ma Dante non conosce l’epistolario e la reale vita di Bernardo: lui conosce appena le omelie/ i sermones..
Bernardo trascina sorelle e fratelli nel convento, costringendoli alla clausura; ad Etampes impone la sua volontà; nel 1130, in occasione dello scisma, propende per Innocenzo II contro Anacleto II Pierleoni e lo fa condannare come antipapa, quando invece è stato legittimamente eletto da cardinali e popolo, secondo tradizione, al contrario del rivale. Favorisce la fuga di Innocenzo II da Roma grazie alle navi pisane e lo ospita o fa ospitare nei conventi francesi, seguendo il segretario Aimericus. Lo impone come legittimo papa a Lotario II di Supplimburgo, e convince l’imperatore a fare la campagna contro l’antipapa e contro il suo protettore Ruggero II, incoronato re di Sicilia da Anacleto II.
Nel corso della spedizione imperiale germanica in Italia e della guerra ha odio profondo per i nemici e li bolla in modo ignobile con i peggiori termini possibili. Quando tutto si risolve a favore di Innocenzo II con la morte di Anacleto II, con la sconfitta di Ruggero II e con la fine stessa di Lotario, allora il santo cambia atteggiamento nei confronti di tutti e perfino di Ruggero II, considerato a lungo essere diabolico, divenuto improvvisamente da tiranno un principe perfetto,un rex iustus.
Assertore della teoria delle due chiavi, Bernardo impone il silenzio a chiunque dissenta e con la sua auctoritas ricompone la teocrazia papale, conforme al dictatus papae di Gregorio VII.
Il suo potere diventa massimo con l’elezione a papa del suo discepolo, Eugenio III… che predica la crociata …in un ribadimento del dictatus papae gregoriano in quanto le due spade appartengono di diritto al papa poiché esse simboleggiano i due massimi poteri: una, quella spirituale, si usa direttamente, l’altra, quella temporale si usa indirettamente militis manu, sed sane et ad iussum imperatoris…
Ignominioso è il suo sistema di reclutamento dei crociati da inviare in Palestina con Corrado III, ma ancora più orribile è il suo grido di vittoria nei confronti delle nobili donne, ora senza mariti, combattenti in Terra santa: donne di Francia vi ho reso tutte vedove!…
Bernardo davvero predica bene e razzola male…
Per me, in lui non c’è santità (cosa significa la santità cristiana?). Anzi secondo me, tra i santi cristiani peggiori non so se scegliere lui o Cirillo di Alessandria …
Strana la santità cristiana medievale: equivale a servire la Chiesa romana!