Marco, hai mai sentito parlare di un falso Alessandro, il figlio di Erode il grande ?
No, professore. Conosco per sommi capi la vicenda dei due fratelli uccisi dal padre nel 7 a.C , ma non so niente di un sosia di Alessandro.
Se vuoi, ti racconto la storia : ci serve per capire la diffusione della popolazione ebraica nel Mediterraneo e la sua colonizzazione emporica in tutto il Kosmos e per comprendere la ricchezza di questo popolo, in epoca romana, giulio-claudia.
Per Filone – Legatio ad Gaium 281-283, ebook 2012-: Gerusalemme… è la metropoli non solo della regione Giudea, ma anche di molte altre per le colonie da essa un tempo inviate, e, più precisamente nel confinante Egitto, in Fenicia, in Siria e nell’ altra, quella detta Celesiria, e nelle regioni abitate più lontane, come Panfilia, Cilicia, in tutte le altre parti dell’Asia, fino alla Bitinia e agli estremi golfi del Ponto, e, in pari modo in Europa, in Tessaglia, in Beozia, in Macedonia, in Etolia,in Attica, in Argo, a Corinto e nelle parti più importanti del Peloponneso. Non soltanto le province del continente sono piene delle colonie giudaiche ma anche le isole più famose, Eubea, Cipro, Creta. Potrei tacere di quelle transeufratee?! Tutte, ad eccezione di una piccola parte, Babilonia e le altre satrapie, quelle che hanno un buon territorio all’intorno, sono abitate da giudei. Pertanto qualora la mia patria implori la tua clemenza, tu ti concilierai, oltre ad essa, anche le altre decine di migliaia di città, poste in diverse parti del mondo, in Europa, in Asia, in Libia, chi sui continenti, chi sulle isole. Conviene alla grandezza della tua potenza, grazie ai benefici verso una sola città, beneficare decine di altre decine di migliaia, affinché la tua gloria sia cantata per tutte le parti del mondo ed affinché inni di ringraziamento risuonino dovunque. Avendo tu reso degno della cittadinanza romana tutte le patrie di alcuni amici, sono diventati padroni di altri anche quelli che, fino a poco tempo fa, erano servi e quelli che ebbero questo beneficio non ne godono più se non quelli che ne fruiscono in quanto ne sono autori.
Il re Agrippa I, proprio nel momento della neoteropooia/ribellione giudaica nel 40 d.C. e nel corso dell’ Ektheosis/ divinizzazione caligoliana ribadisce, ambiguamente, mediante una lettera, la sua appartenenza all’imperatore, che è padrone e signore/Adonai di lui e del suo popolo.
Perché ambiguamente? in apparenza dice che Caligola è despoths kai kurios!
Certo. Marco! Ma Giulio Erode Agrippa, da ebreo, sa che il suo Kurios è uno dei nomi, Adonai, che un giudeo può dare solo al mai nominato JHWH!
Non è questo oggi il nostro tema: noi dobbiamo raccontare la storia di un Falso Alessandro ed abbiamo citato Filone per mostrare il numero grande della popolazione giudaica, sparsa in tutto il mondo romano, in quello parthico e perfino in Seria e in India: l’etnia ebraica, specie ellenistica, era l’avanguardia commerciale del militarismo romano!.
Tutti, invece, professore, pensano alla Giudea come piccola regione, regione piccola quasi come Marche ed Abruzzo congiunte, e non comprendono, perciò, la grandezza di un popolo sacerdotale, numerosissimo, unito nel nome di Dio e di Gerusalemme, anche se sparso in ogni parte dell’ecumene, nonostante la divisione tra aramaici ed ellenistici in relazione a due diverse ed opposte culture.
Marco, dici bene, E’ proprio così !. Ora, comunque, ti racconto la storia di un impostore, di un Giudeo di stirpe, vissuto ed educato, però, a Sidone presso un liberto romano. Ne parla G. Flavio in Guerra Giudaica,II,7.1-2 (a cura di G. Vitucci, Fond. Lorenzo Valla, Arnoldo Mondadori Editore,1974) e in Antichità Giudaiche, XVII,324-338 (a cura di L. Moraldi, Antichità Giudaiche,XI-XX; Utet,1998).
Sono simili i due racconti?
La sostanza del racconto è la stessa; ci sono novità solo nei particolari, come tra il Vangelo di Marco e quello di Matteo- un po’ meno tra quello di Luca e quello di Giovanni-! Si tratta, comunque, di un giovane ebreo, dalle mani callose e dalla corporatura massiccia, un banausos-operaio, che ha una rassomiglianza fisica con Alessandro, il figlio di Erode e di Mariamne asmonea, un nobile dalle fattezze delicate, un atletico cavaliere ed abilissimo arciere, fatto uccidere dal padre insieme al fratello Aristobulo, come reo di parricidio, organizzatore di un piano per ammazzarlo durante una battuta di caccia. Io te ne parlo proprio ora perché da poco ho revisionato il XVII libro di Antichità giudaiche ed ho finito di mettere le note!.
Lei, professore, ha trovato qualcosa di nuovo e me lo vuole comunicare! Me lo dica!
No. Marco.
Non so solo collocarlo esattamente in un preciso momento, perché Flavio è vago nella trattazione del fatto. Penso che l’episodio sia da porre subito dopo il verdetto di Ottaviano sul testamento erodiano e sulla divisione del Regno in due parti: una costituita dall‘ etnarchia di Archelao che comprendeva Giudea, Idumea e Samaria – esonerata da un quarto di tributi- e le città soggette di Cesarea Sebaste, di Samaria, di Ioppe e Gerusalemme con una rendita di 400 talenti, mentre venivano staccate dalla Iudaea ed annesse alla provincia di Siria, Gaza, Gadara ed Ippo; l’altra parte venne divisa in due: una veniva data ad Erode Antipa che aveva la tetrarchia di Galilea e Perea con una rendita di duecento talenti e una a Filippo a cui furono attribuite Traconitide, Auranitide alcuni dei possedimenti di Zenone presso la Paniade, con una rendita di 100 talenti. Infine una porzione de regno erodiano venne staccata dall’etnarchia per darla a Salome sorella di Erode, amica di Livia, fatta secondo i codicilli testamentari, signora di Iamnia, di Azoto e di Faselide con diritto di residenza nel palazzo reale di Ascalona, e con una rendita di 60 talenti, anche se i territori nominalmente erano soggetti ad Archelao.- Augusto, ligio alla volontà testamentarie dell’ amico, divise secondo questa stessa ripartizione i mille talenti lasciati dal re conservando per sé qualche oggetto di poco conto in onore del defunto. Guerra giudaica II,93-100.
Non si sa, però, quando avvenne esattamente il Consiglio dei magistrati romani e degli amici dell’imperatore, riunito nel tempio di Apollo sul Paladino.
Al di là di Flavio, che racconta gli eventi della rivolta giudaica, durata a lungo, soffocata da Varo, e di Tacito – che accenna in Storie V- non c’è fonte romana, né greca sul 4-3- a.C. , neppure quella di Cassio Dione –St Rom., LV, 9, 9-10 e 10,1ab – che tace su gli avvenimenti epitomati da Zonara ( Kronikon,10, 35 ed altrove) e parla solo di distribuzione di grano a 200.000 persone che hanno diritto di beneficio e di sessanta denari,dati a ciascuno cittadino ( Xifilino,100, 30-101,1).
Chi è Zonara?
E’ un epitomatore bizantino del XII secolo scrittore di un Kronikon in 18 libri, che tratta dalla Creazione del mondo fino alla morte di Alessio.
Chi è Xifilino?
E’ un monaco bizantino, un predicatore, nipote dl patriarca di Costantinopoli Giovanni VIII, epitomatore dell’ XI secolo di Storia Romana di Dione Cassio.
C’è un buco, professore, con vuoto di notizie sorprendente! Certo Marco.
Si pensa che, comunque, non prima della primavera del 3 a.C. Archelao prenda possesso del sua etnarchia – che subito trattò male con mano pesante non solo i giudei ma anche i samaritani che erano stati fedeli ai romani– Guer. Giud. II, 111-. Perciò si deve ritenere che il falso Alessandro si sia presentato ad Augusto dopo le feste di insediamento di Archelao come etnarca, come se lo Pseudo Alessandro, in quanto asmoneo potesse fare rivendicazioni sull’eredità paterna!
Ci fu una pianificazione, dunque, in questa simulazione di persona da parte di giudei ellenisti filoasmonei, congiunti con quelli della sinagoga romana dei liberti?
Si.
Architetto dell’inganno è tis omophulos, un tal connazionale della stessa tribù, forse un civis romano di Sidone, che conosce la corte erodiana, e che istruisce il giovane nel dare ad intendere che gli incaricati di uccidere Alessandro ed Aristobulo, dia oikton /per compassione, li avevano fatto scomparire, sostituendoli con i cadaveri di persone somiglianti.
Flavio aggiunge al racconto di Guerra giudaica un particolare in Antichità giudaica XVII,330 per indicare il modo di interpretare da parte dei giudei -i liberti di Atti 6,60!- l’azione, fatta dai carcerieri, che sostituiscono i corpi, scrivendo, venti anni dopo, dello stesso episodio, retoricamente: essi pensano, divinizzando l’opera della salvezza, con un miracolo/ parodocsooi ths sooterias ektheiazontes ton ergon.
Professore, un pensiero evangelico tutto da interpretare! Quanti Theologoi hanno preso spunto da questa frase di Flavio per la Resurrezione di Gesù?!
Certo, Marco! Eppure Flavio, in quel cotesto e nel contesto romano giudaico, voleva dire nel 94 d.C. semplicemente : ai giudei romani -appartenenti alla sinagoga dei libertini , quella tra le cinque più ricca, ellenistica – Alessandro appariva come uno, risuscitato da morte, grazie ad un miracolo, per un disegno divino secondo l’oikonomia tou theou!
Professore, l’azione dei carcerieri risulta difficile, improponibile, impossibile all’epoca di Erode.
Io so, inoltre, che gli uomini del re Erode sono fedelissimi proprio per paura delle punizioni e delle torture: il carceriere di Antipatro, cinque giorni prima della morte del re, nonostante le promesse di Antipatro, esultante per aver pensato, sulla base delle urla sentite a corte, alla morte del padre, andò subito a riferire ogni cosa ad Achiab, determinando l’immediata condanna a morte del figlio, erede al trono!
Ed io Marco ti aggiungo che lo stesso Augusto cominciava a dubitare in Antichità Giudaiche sull’autenticità di Alessandro perché conosceva bene Erode, che era uomo che non si lasciava ingannare specie se la cosa era per lui di grande importanza!.
Comunque, Marco, i due, complici, architettato il piano, si trasferiscono a Creta e con tali frottole ingannano i giudei cretesi ed hanno da loro mezzi in abbondanza. Da lì passano a Melo, dove raccolgono somme ancora più grandi, dato l’immenso credito che hanno riscosso persuadendo i connazionali ad accompagnarli nel viaggio verso l’Italia e Roma e ad armare una nave per arrivare a Dicearchia/ Pozzuoli. Alessandro, giunto al porto, è accolto dai giudei del luogo che dànno un’infinità di doni (doora te pamplhthh) e, come un Basileus/re , è scortato dagli amici paterni erodiani.
Perfino quelli che avevano visto Alessandro e lo conoscevano bene giuravano che era proprio lui, poiché la somiglianza era impressionante e dava sicurezza a chi aveva organizzato e pianificato il progetto, specie ora con le borse piene di denarii!
L’ arrivo a Roma è trionfale: tutta la colonia giudaica di Roma si riversa fuori per vederlo ed una folla innumerevole si accalcava per i vicoli, in cui egli passava/to ge mhn ioudaikon en thi Roomhi apan ecsechuthh pros thean autou, kai plhthos apeiron hn peri tous stenoopous di’oon ekomizeto (Ibidem).
Alessandro è portato dai melii, che finanziano pazzamente ogni spesa, in lettiga, come un re!
La cosa non passa inosservata e viene riferita ad Augusto, che conosce di persona il giovane Alessandro, avendolo incontrato varie volte nel periodo di studio e di formazione in casa di Pollione, prima, e poi, nel corso del processo di parricidio, intentatogli dal padre.
A Roma, non solo Ottaviano ma anche tanti altri avrebbero potuto smascherare il falso Alessandro, che, avendo una sua formazione ebraica, conforme alla torah, aveva avuto anche maestri giudaici e compagni in una delle cinque sinagoghe romane.
Certo Marco!
Pensa anche che nella primavera del 4 a. C a Roma viene fatto un secondo processo ad Archelao, il figlio di Erode, successore al trono, ad opera di giudei che prima della rivolta, sedata da Varo, sono stati inviati per trattare il problema dell’autonomia nazionale !
I venuti –apostoloi-dalla Giudea sono solo cinquanta, ma sono sostenuti da rappresentanti delle sinagoghe romane, da ottomila giudei viventi nella capitale.
Professore, se nell’occasione del processo ad Archelao ogni sinagoga invia 1600 uomini , questo significa che ogni proseuchh ha una popolazione media di almeno 10.000 persone, come in Alessandria, una sua specifica organizzazione ed una precisa volontà antierodiana con un desiderio di ritorno alla tradizione in senso asmoneo.
Ora, l’accoglienza trionfale al figlio di Mariamne asmonea è, inoltre, un segno tangibile che la comunità romana non è filoerodiana e contesta la stessa politica imperiale, che ha fatto di Erode un privato/idioths, un Basileus, a scapito della legittima monarchia asmonea!
I giudei romani si erano uniti precedentemente ai giudei inviati da Varo per fare un secondo processo ad Archelao,- che già nel primo processo per la strage del tempio, dopo l’arringa a sua favore di Nicola di Damasco anche se si era gettato alle ginocchia di Cesare, senza parlare, aveva lasciato l’imperatore incerto sulla decisione di riconoscere re uno dei figli di Erode menzionati nel testamento o se spartire il regno fra gli eredi, essendo convinto che i più di loro avessero bisogno di tutela/ edokei gar chrhizein to plhthos toon prosoopoon Guer. Giud.II,2.7- .
Ora in questo successivo processo, fatto nel tempio di Apollo sul Palatino accanto alla domus Augusti cfr. Foto -ibidem 93-100- Augusto decise la divisione del regno erodiano in due parti: l’etnarchia ad Archelao e le tetrarchie ad Erode Antipa e a Filippo e una porzione litoranea a Salome nominata nel testamento dal fratello. cfr, Archelao, figlio di Erode.
Marco. non ci è nota la esatta venuta dello pseudo Alessandro a Roma: gli storici di questo periodo parlano poco ed esiste solo la versione di Flavio.
la notizia non è certa e precisa nei tempi. Non sappiamo nemmeno se il Alessandro viene a Roma il 4 av. C. o se va prima tra il 7 a.C e il 4 av. C.- anche se non è da escludere la possibilità di una sua presenza nel 6 d.C, al momento dell’esautorazione di Archelao e del suo esilio a Vienne- e quindi non possiamo dire, storicamente, quanto hai affermato che presuppone che l’arrivo di Alessandro è successivo al giudizio/dikh di Augusto, che stabilisce, comunque, di dare auctoritas e potestas al figlio di Erode e di Maltace samaritana, nonostante l’eccidio dei 3000 uomini nel tempio e i 2000 insorti, aramaici, crocifissi da Varo, a rivolta sedata,- di cui non si conosce l’esatta durata – concedendogli il titolo di Etnarca, con la promessa di crearlo re.
In qualunque momento, comunque, lo pseudo Alessandro sia venuto a Roma, si può parlare di una contestazione ebraica nei confronti di Augusto, che ha favorito la dinastia idumea a quella asmonea e si può dire che ci sia richiesta di Regno per il giovane, falso asmoneo, pseudo Alessandro, sia subito dopo la morte di Erode sia dopo l’esilio dell’etnarca!
Dunque, professore, posso dire, però, che a Roma o prima o durante il regno di Archelao, c’è in città, al di là del Tevere una colonia-apoikia- di almeno 50.000 giudei, che acclamano indistintamente il creduto figlio di Mariamne, asmonea.
Si può dire con le dovute riserve di approssimazione. Posso seguitare il racconto? Si, certo.
Il giovane falso Alessandro, dopo mesi di recita, ha imparato bene la parte di principe: sa vestire come lui, tirare l’arco, cavalcare, parlare con lo stesso tono, essere signorile nei modi da ingannare chiunque.
Ottaviano è un figlio di nummularius di Velletri, amico di trapeziti ebraici- di cui il padre è stato un semplice diakonos occidentale – abile a scovare le frodi numismatiche e sapiente nella sua regia economica e sociale, ha intuito l’inganno dell’ ebreo, liberto, di Sidone e del suo compare giovane contribulo.
Augusto, ricevuto il neaniskos, vistolo, ha, anche, comunque, dubbi e decide di verificare il suo sospetto, avendo compreso il raggiro fondato sulla somiglianza. L’imperatore chiama un suo liberto, ebreo di nome Celado, che conosce bene tous Alecsandrou karakthras/le fattezze di Alessandro e gli ordina di fare uno studio accurato sul personaggio per individuare la diversità dei lineamenti/tas diaphoras tou proosopou, di rilevare la corporatura nel suo insieme troppo massiccia e l’aspetto servile /to olon sooma sklheroteron te kai doulophanes e. quindi, di smascherare lui e pan to suntagma/ tutto il preordinato disegno.
L’imperatore si era molto innervosito per la sfrontatezza delle dichiarazioni fatte alla sua richiesta dell’assenza del fratello Aristobulo, durante l’interrogatorio privato, e per la risposta del falso Alessandro: anche lui era vivo ma era rimasto di proposito a Cipro per proteggersi da tranelli/tas epiboulas phulassomenos ritenendo che, se stessero separati, era più difficile toglierli di mezzo!.
Celado, entrato nella grazie di Alessandro, riferisce ogni cosa ad Augusto circa la vita quotidiana del presunto figlio di Mariamne e scopre chiaramente che non è figlio di Erode da molti segni. Su suggerimento dell’imperatore, Celado, confidenzialmente, dice al falso Alessandro che Augusto gli potrebbe salvare la vita nel caso che riveli la sua vera identità e il raggiro, fatto da altri, a scopo di guadagno.
Il neaniskos, avuta l’assicurazione di aver salva la vita, rivela tutto il piano per fare soldi pros ergasian come lavoro produttivo e dice di avere guadagnato moltissimo e fatto una vita brillante, cosa che come operaio o addetto all’agricoltura o alla pastorizia mai avrebbe ottenuto/tosauta gar eilhphenai doora kath’ekasthn polin osa zoon …ouk elaben.
Flavio racconta che Cesare scoppiò a ridere, pensò bene che l’aitante Alessandro potesse fare il rematore nella sua flotta, mentre condannò a morte il suo istigatore.
Il regista di Ben Hur ha seguito, interpretandola, la storia di questo personaggio?
Non ho mai visto Ben Hur! I Melii, comunque, che chiedono rimborso delle spese sostenute, hanno la seguente risposta: vi sta bene! ta alanoomata/le spese sostenute vi siano di castigo giusto per la vostra stoltezza/epitimion ths anoias!.
E’ bravo Ottaviano Augusto! Lui, figlio di mercanti italici, non si lascia prendere in giro da avidi ebrei!.