Giovanni Zimisce e Theophano

Giovanni Zimisce e Theophano

Dio dà il diritto di parlare, quando è necessario… ed aggiunge un orecchio da sentire …- Isaia 50,4-

Non conosco la storia  di Zimisce e di Theofano? Chi sono, professore?

I due hanno una vera storia di amore  giovanile,  ma  poi sono anche i protagonisti di un vergognoso tradimento nei confronti del  sovrano Niceforo II Foca, nella notte tra il  10  e 11 dicembre del 969.

Io, professore, conosco Theophano, la  moglie di Ottone II, la sua  cura imperii e l’ideale politico di suo figlio Ottone III, non so niente di quest’altra Theophano.

Mentre la Theophano, di cui parli tu,  è armena e nipote di Zimisce,  questa, invece, è  donna peloponnesiaca, di Sparta, nata nel 940,  figlia di un oste, che, a 15 anni, sposa il figlio di Costantino VII Porfirogenito, Romano II.

So, professore,  della saggezza e dell’erudizione di Costantino Porfirogenito, un basileus di nome, che regnò solo alla fine della sua vita, avendo dovuto lasciare il potere effettivo ai Basileis  Macedoni – di cui non conosco il reale valore-. Me ne può parlare, prima di riprendere la vicenda della coppia  Zimisce -Theophano?.

Il Porfirogenito, nato nel 905, è  basileus designato già nel 911, ma  non regna  perché il padre Leone VI (886-912), avendolo avuto da  Zoe Carbounopsina,  sua amante e  poi quarta moglie, avendo contrasti con il patriarca della Chiesa costantinopolitana, lascia il trono al fratello, Alessandro, che ne esilia  la moglie, e, dopo un anno, muore.

Viene richiamata  Zoe , che assume la reggenza per il figlio riconosciuto legittimo, perché battezzato dal patriarca Nicola il mistico, che non riconosce, però, legittimo il suo matrimonio,  anche dopo l’appoggio militare del domestikos ammiraglio  Romano Lecapeno e del drungario  Leone  Focas.

La reggente,  essendo incapace di  combattere l ‘autorità  del patriarca, gli  contrappone   Eutimio, che ha al suo seguito il clero metropolitano,  ed inizia la guerra contro i Bulgari, che hanno imposto un pesante tributo ai bizantini.

Zoe, comunque, subita la sconfitta militare di  Anchialo, nel 919 deve dimettersi.  Nicola il mistico, allora, incorona Basileus, Romano I  Lecapeno, avendo ora la supremazia assoluta sulla chiesa costantinopolitana,  divisa da tempo, da quando Leone VI aveva deposto Fozio (820-893) e fatto patriarca suo fratello  Stefano.

Fozio è quel prelato tanto importante della chiesa bizantina, che non accetta l’aggiunta occidentale al Credo del  Filioque  e che non riconosce legittimo il celibato sacerdotale?

Si Marco, E’ quel Fozio, scrittore di Biblioteca, e grande santo bizantino, insegnante di filosofia  all’Università imperiale, fatto patriarca  due volte, una  dal  858 al 867 ed una dal 877 al 886 -avendo dovuto lasciare la carica per un decennio, per ordine del basileus  Basilio I,  ad Ignazio, sostenuto dalla  Chiesa di Roma  a seguito del verdetto di Niccolò I –  ma, ora, lasciamolo da parte  perché dobbiamo trattare prima della situazione ancora non chiarita della legittimità alla successione del Porfirogenito  e poi della congiura di Zimisce eTheofano.

Marco, dobbiamo riprendere il regno di Leone VI il filosofo/sophos, un basileus che, sposatosi una prima volta con Theofano la santa– una donna bigotta e  sgraziata a lui imposta dal padre- e che, comunque, consolatosi con la sua amante Zoe Zautsina -poi, divenuta seconda moglie,  morta senza figli-  chiede l’autorizzazione  ad un terzo matrimonio, vietato a Costantinopoli dal Clero, con Eudocia Baiané, che muore prima lei di parto  e poi il figlio, da poco nato. Il Basileus, non può chiedere un quarto matrimonio perché pubblico peccatore con la sua amante Zoe Carbounopsina /dagli occhi ardenti come carboni, e  il patriarca, allora,  propone di esiliare la donna che, nel frattempo, partorisce il figlio, e di battezzare il bimbo col nome di Costantino, ai fini della successione al trono.

Leone VI accetta  ma, contemporaneamente, chiede che Zoe sia riconosciuta come moglie dal papa  romano Sergio III,  il quale  concede il suo consenso, pur di appianare la questione del filioque e del celibato col patriarca Eutimio: Il porfirogenito battezzato è riconosciuto come il legittimo erode al trono  col nome di Costantino VII!.

Dunque, professore,  dopo la morte di  di Leone VI e del fratello, a seguito della sconfitta subita dalla moglie reggente contro i Bulgari  nel 917  Romano Lecapeno prende il potere ed esilia  di nuovo Zoe?.

Si. Marco.

Romano è  un drungario,  un soldato che ha  buone competenze militari  e sfrutta le  capacità di amici  come Curcuas, Niceforo Focas e Zimisce,  che conducono con fortuna la guerra contro l’emiro di Aleppo e cerca, con ogni mezzo, di legittimare il suo regno, che di diritto spetta al Porfirogenito .

Dopo la malattia di Romano I e l’ascesa al potere dei figli e il relegamento del sovrano,  la chiesa e i militari appoggiano  decisamente il Porfirogenito, che può prender il potere  regale e governare  dal 945 al 959.

Alla sua  morte,  il figlio Romano II- a cui è dedicata l’opera paterna De administrando imperio,- prende il potere  ed ha già sposato Theophano spartana, che, a corte, per prima cosa manda in esilio la suocera Elena Lecapeno e si appoggia alla chiesa, mentre si affida a Joseph Briggas, un eunuco che guida la politica interna ed estera  sotto il depravato giovane scapestrato Romano II.

La regina, alla morte del marito nel 963,  è già amante dell’eroe nazionale Giovanni Zimisce, ma  non  sposa il giovane, preferendo il cugino  Niceforo Foca,  che le  dà maggiore sicurezza politica, consigliata dal patriarca  Polieucto, con cui si riappacifica dopo l’accusa di avvelenamento di Romano II.

Lei dimostra la sua innocenza  col documentare che  era ancora a letto  dopo la nascita dell’ultima figlia  Anna. (Basilio e Costantino sono gli altri due figli!).

Come mai poi la regina ordisce la trama per l’uccisione del secondo marito, proprio con Zimisce?

Sembra che la donna sia convinta  dall’amante, astioso nei confronti del parente che lo ha destituito dalla carica di drungario/comandante militare.

Niceforo II (912-969) è  sovrano encomiabile non solo per la tecnica di combattimento De velitatione  bellica, ma anche per le imprese militari orientali -riconquista della Cilicia, conquista della Siria  ed invasione della Mesopotamia  e presa di Cipro tramite il legato Niceta.

Siccome, però, ha  poca fortuna  in Occidente- poiché manca del supporto  della flotta- nella  campagna calabrese contro Ottone II   e in  quella  Siciliana, date le spese militari ingenti,   è contestato e dai proprietari latifondisti e dai prelati  costantinopolitani, colpiti  dal tentativo di riduzione delle spese a corte, dalla tassazione nella capitale e  dal decreto  che vieta il privilegio di esenzione al clero – a cui è proibito anche la fondazione di  nuovi monasteri -e che impone ai latifondisti di non occupare le terre dei piccoli proprietari confinanti.

Nella capitale si forma un partito antimperiale, capeggiato proprio dalla regina, a corte, col favore del clero e del generale Zimisce, che  è a capo dell’esercito fuori città.

Coma avviene l’uccisione del basileus ?

Niceforo,  pur timoroso delle reazioni del clero e di proprietari terrieri,  anche se insoddisfatto delle campagne italiche in Puglia e in Sicilia, nonostante la crisi economica e finanziaria che tocca anche l’elemento popolare costantinopolitano, avendo risolto il conflitto occidentale provvisoriamente con gli  arabi e con Ottone II,  è del tutto ignaro del tradimento proprio perché ha tolto il comando militare al cugino Giovanni  Zimisce.

Invece, la chiesa e Giovanni  con le famiglie  Foca e Curcuas  decidono il tradimento, con la complicità della regina, che ha dalla sua  parte anche  Briggas.

Theophano lascia aperta la porta della camera da letto, mentre Giovanni, ripreso il comando dell’esercito, entrato di nascosto a Costantinopoli,  entra nel palazzo regale e nella notte tra il 10  11 dicembre uccide  Niceforo, avendo promesso alla  regina di regnare al suo fianco.

Si conoscono anche i particolari della morte?

Certo lo storico Leone Diacono  scrive:  il sovrano non dormiva nel letto, ma era per terra e come un asceta era sopra una pelle di pantera, come il solito. I congiurati entrati,  rimasero sbalorditi non trovandolo; il cubiculario, allora, indicava  dove si trovava.

I sicari lo feriscono al volto e alla testa, senza ucciderlo, ed attendono l’arrivo di Zimisce, che  lo finisce con un colpo mortale, mentre Niceforo implora la morte.

Una brutta fine! professore.

Oltre alla moglie e a Zimisce,  per la disumanità colpisce la figura del patriarca Polieucto. Diffusasi la notizia, il prelato subito si incontra con Giovanni Zimisce, approva l’uccisione   con gli aristocratici della capitale e concorda un patto tra la chiesa costantinopolitana e i nobili  per l’elezione di Giovanni a Basileus, con clausola che la regina  non deve regnare e, quindi, deve essere esiliata a Proti nel  Mar di Marmara.

Così Zimisce tradisce la sua amante  e le promesse di matrimonio, ben sapendo dell’opposizione della sua  famiglia e della Chiesa,  già  non disposta al matrimonio nemmeno con lo stesso Niceforo II, essendo garante  dei diritti al trono dei porfirogeniti Basilio e Costantino.

Squallido Zimisce , vergognosa Theofano, riprovevole Polieucto!

Eppure Zimisce ha a suo favore  la tradizione, che  gli riconosce un buon regno  in quanto lo vede come uomo nobile, fisicamente non alto-  anzi piuttosto piccolo, da cui il nome- e che  lo considera molto attraente,  soldato formidabile,  forte nei combattimenti, coraggioso in ogni impresa e che  gli imputa la sola colpa di essere astioso nei confronti del cugino, reo di avergli tolto il titolo di drungario.

Zimisce, come condottiero, è giustamente famoso  per la campagna di Siria, per la guerra contro i fatimidi e contro Svjatoslav I di Kiev, per la pax  in Italia a seguito delle nozze tra la nipote Theophano ed Ottone II (Cfr l. Bloy, Costatinopoli e Bisanzio, Milano 1917; Ch, Diehl, La civiltà bizantina, Milano 1962; G. Ostrogorsky, Storia dell’impero Bizantino, Milano 1968).

Durante il suo regno, riesce  perfino a  dimostrare che lui  non è presente all’uccisione del parente  ad una commissione di protoi e dunatri nobili  e di prelati, desiderosi di sancire la legittimità del nuovo basileus e di riavere i privilegi tagliati da Niceforo! 

Al ritorno dall’ultima campagna  contro l’Egitto, Giovanni Zimisce  si ammala e muore di tifo, dopo 7 anni di governo, a 52 anni.

Che storia?!

E’ la storia!