Logos de anagkastikos, ou men stochastikos
Brevis esse laboro: | obscurus fio, Orazio, Ars poetica,25.26
Chi si sente grande e gode dei favori popolari, da politico o da clero, neanche vede il popolano, bisognoso, implorante, che gli sta davanti, in attesa!? Sciocco ! Tu vivi in un’altra dimensione e ti senti divino…Chi sei? Non sei uomo, una creatura terrena?!
Il mio metodo è frutto di logos, un processo razionale di risultanza, che ha una deterministica necessitas,- in cui, di norma, l’intuizione è possibilità di colpire il bersaglio/stochos e di fare goal – non una realtà procedurale!.
Infatti procedo dopo aver fatto e, quindi, dopo aver visto il risultato dell’azione, tanto da poter codificare come anankasticos il tutto, tuzioristicamente probabile, anche se non oggettivo, né scientifico, comunque, controllabile e verificabile.
Se, invece, procedo per intuizione, posso indovinare quanto succede avendo abilità di sagacia e di penetrazione razionale, in relazione ad una logica discorsiva conclusiva, che, però, non è autorizzata al giudizio dalla valutazione, ma solo da un eccesso di fantasia.
Dunque, la docimologia può avere bisogno di una intuizione nel discorso, ma poi deve procedere solo su una deterministica relazione fattuale storica, senza la quale ogni dato è fantastico…
Chi è stochastikos passa da una intuizione ad un’altra senza verifica e procede in senso platonico-ellenico e crede secondo parametri neoplatonici romano -ellenistici, creando un’ermhneusis fabulistica perfino sulla base lessicale filologica e forma un corpus religioso fenomenico, con la retorica, sfruttando l’ekplhssis popolare e il paradosso fenomenale.
Lo storico prammatico di derivazione greca o greco-ellenistica, sia latino che ellenico, avendo bisogno di mecenati,- che politicamente sorreggono la basileia, (Cfr.Dione Cassio, Storia Romana, 1-40) e quindi, facendo consensus, formano una Constitutio ecclesiale religiosa, che è basilare per ogni monarchia assoluta-… può risultare oscuro nella ricerca di una brevitas apoftegmatica, sentenziale...
Lo storico prammatico ha avuto, comunque, grande successo nella storia proprio come scrittore di opus rhetoricum maxime…
Tiene conto delle notizie e va dietro a fonti più volgarmente note e non ne esamina la fides: parla di acribeia, ma non è acribhs, parla di alhtheia ma non è alhthhs.
Storici così impostati sono lontani dall’autenticità, come oggetto di studio, ma ricercano una vaga alhtheia secondo criteri di acribeia generalizzata, non degeneralizzata.
Sono uomini di parte che non sottopongono ad una analisi critica né loro stessi né le notizie trasmesse sull’argomento.
Ne deriva che quello che un tempo appariva alhtheia diventa improvvisamente muthos, pur restando integra la fides religiosa col paradossale mysterium…
Le theoriai basate sul logos e non sull‘ergon, sono belle, ma non vere, e sono basate sulla stupita meraviglia/ ekplhxis e tendono all’utile/ khrhstoths, specie se hanno una patina di arcaicità.
Il loro successo dipende dalla fusione di miscère dulce et utile tipico contributo di un cortigiano che serve il padrone- papa e l’aristocrazia fruitrice ( sia raffinata che incolta ), proprio delle poetiche delle Controriforma cattolica, di politici, letterati, segretarii, impegnati nel mantenere la pietas religiosa nel popolo, povero, ignorante, bestialmente nutrito di slogan pittorici, artistici, letterari.
Nei mercati e nelle fiere e nelle solennità festive, sono pagati banditori religiosi, e nelle basiliche quaresimalisti, oratori prezzolati dai vescovi, che desiderano richiamare frotte di laici per la preparazione all’evento Pasquale, alla celebrazione della Morte e Resurrezione del Christos …
Iesous Chrhstos di Svetonio – Claudio XXIII,4, impulsore Chresto…- potrebbe valere Christos, – ma anche non significarlo, data la già avvenuta morte da oltre un decennio, al di là della funzionalità diversa del verbo Khraomai e Khrioo, perché utile ai fini religiosi tanto che l’inglese J. Bale (The pageant of Popes, 1555) poté far dire a Leone X in una Lettera al cardinale Bembo, poco dopo la sua elezione nel 1513 ( o ad un suo fratello) Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Jesu Christo fabula . Sotto Claudio nel 50 furono cacciati da Roma ebrei, che tumultuavano su istigazione di Cresto, non christianoi inesistenti in città (Paolo vi andrà 23 anni dopo, sotto Nerone !) C’è certamente una manipolazione del testo di Svetonio... di epoca teodosiana, simile a quella sul testo di Tacito…al fine di documentare una persecuzione in epoca neroniana con morte di Paolo e di Pietro, ecisti dell‘ecclesia romana, martiri cristiani… da congiungere con quella storicizzata antonina!
Per lo storico prammatico, teopompiano stochastikos, tutto fa brodo, purché si riconoscano i pregi letterari e politici...ai fini di una carriera … La corte premia lo scrittore servile, lo promuove nelle cariche amministrative, che diventa segretario, distinto a seconda delle funzioni…
Quanto è difficile il lavoro di chi seriamente deve ricercare qualcosa e deve fare etimologia, cioè trovare esattamente l’etoimos/il reale- in quanto cosa preparata effettivamente per il passato e per il presente, senza deviazioni ideali, che potrebbero dare vantaggi individuali ed autorizzare altri pensieri impropri e senza certezze – convinto solo della possibilità dell’errore e di dover subire giuste critiche … utili per crescere in autonomia ed autenticità personale! ….
Gli storici classici, fino a Guicciardini e a Sarpi, e i commentatori Cinquecenteschi dell’Ars Poetica di Orazio trattano del modo di poetare e mostrano come la poesia sia frutto di ingenium ed ars, evidenziando quale sia il vero, sia storico che poetico, pur se si adattano al verisimile, cercando di attirare con il dilettevole il lettore e contemporaneamente tentando di essere utile, tendono al fine della formazione del civis, ora cortigiano, secondo i principi aristotelici, fusi con quelli platonici (Cfr A. Filipponi, L’altra lingua l’altra storia, Demian Teramo 1995)…
Da lavori su Antonio Sebastiani Minturno (1500-1574), Benedetto Varchi (1503-1565), Alessandro Piccolomini (1505-1870) e Ludovico Castelvetro (1505-1570) viene una lezione sulla distinzione di vero storico e vero poetico, sulla funzione dell’arte, che, dopo il concilio di Trento 1545-1563, dominata dal moralismo cattolico, decade a causa della necessità di uniformarsi ai canoni decretati e fissati dalla tradizione cristiana cattolica, secondo gli schematismi catecumenali.
Resta aperta solo la via dell’artificio artistico col trionfo del barocco, mentre l’artista, non più libero nella sua espressione, si vende per il proprio particulare al committente, sovrano assoluto, sia re che papa, rimanendo ancorato al soglio regale e pontificio, fino alla rivoluzione francese ….