Cosa è il Praescriptum ?

 

Alcuni amici, cristiani, mi chiedono: cosa è il Praescriptum, di cui parla Seneca in Ep. 94,51?

Etimologicamente (prae- scribo) è un qualcosa scritto prima su una tavoletta in uso tra i maestri  latini che esercitano o fanno esercizi con i discepoli, che iniziano a scrivere.

Il  praescriptum è un modello scritto , su cui  i genitori e i maestri fanno scrivere i bambini che imitano  ?

Come copiatura di un papiro o di una tavoletta di cera?

Si potrebbe dire che praescrittum è un sistema  di scrittura, preorganizzato da genitori e maestri per far esercitare le dita dei bambini su una tabula preallestita con solchi  corrispondenti alle singole lettere  dell’alfabeto.

Per Plinio   (Naturalis Historia,33,36,39)  occorre la tavoletta di cera  oggetto di legno  ricoperto  di cera  così da formare una  superficie  sui cui lo stilo  incide lettere  provvisorie- perché non devono rimanere   in modo durevole-.

Perciò il praescriptum è  un qualcosa di prescritto   per far scrivere come esercizio i bambini  che si devono attenere a certe regole e e seguire  quanto già scritto da altri.

Infatti le dita dei bambini vengono guidate  per litterarum simulacra  lungo le forme delle lettere già incise.

Secondo Quintiliano il sistema   consiste nel far ripetere sull’incisione già fatta,  al bambino scrivente, aiutato dalla mano del maestro,  più volte, l’esercizio di scrittura : così  il discepolo impara, imitando, quanto fatto graficamente dal litterator .

E’ dunque  un sistema utile  al miglioramento della scrittura di un bambino  che deve  seguire i solchi, già fatti e che con l’esercizio continuato può imparare la grafia esatta delle singole lettere

Dice infatti Quintiliano ( Inst 1,1,27 )Non appena il bambino ha iniziato a seguire i profili (ductus), su una tavola (tabella) non sarà cattiva idea intagliarle con molta cura in modo che lo stilo corra lungo di esso come su solchi. Questo garantirà che lo stilo non commetta errori come accade nelle tavolette di cera  perché sarà delimitato  sui due lati dagli orli dell’intaglio  ed impossibilitato a deviare  fuori del modello scritto;  e seguendo le tracce sicure  vestigia certa  più di frequente saepius  e con maggiore celerità celerius  il bambino rafforzerà  le articolazioni delle dita  e non avrà bisogno  dell’aiuto della mano del maestro, posta sopra la sua per guidarla.

Sembra che l’esercizio per Quintiliano sia da farsi  su tavolette di legno come esercizio preliminare  o su mattoni incisi prima della cottura in modo da  rafforzare dita e mano del bambino al fine della scrittura.

Quintiliano sottende l’uso coordinato, nella prensione  dello stilo, di tre dita , pollice, indice e medio, in una abilitazione scrittoria.

Girolamo  in una lettera ad una fanciulla ( 107,4,3 )   sembra  che proponga un simile lavoro di scrittura .

Diversa è invece la proposta di Ambrogio che  vuole servirsi per la scrittura di dadi di cedro  con le lettere dell’alfabeto impresse, utili per gli studi letterali  (Expositio psalmi, CXVIII,22,38 )..

questo,però è un esercizio propedeutico  o contemporaneo al fine di  far imparare le lettere dell’alfabeto  al bambino, che deve scrivere.

Si noti che sia in Oriente che in Occidente esistono stampini   entro cui il  sovrano incide o tutto il proprio  Nome o la parte iniziale o e lettere significative.

Gibbon  ( Storia dell decadenza e caduta dell’impero romano, Torino i967) trattando di Theodorico mostra che ll re ostrogoto si serve di uno  stampino d’oro , in  cui  le quattro lettere inIzialI  Th , E,O, D costituiscono il sigillo anulare… .

La stessa cosa bisogna pensare per l’illitterato  Giustino (Procopio Storia Segreta VI,14-169) zio di Giustiniano, che usa un anello con I,S,T.N , ma anche  un altro sigillo con Sigma/ tau

In questo  sistema  quintilianeo non si citano le linee parallele , utili per far allineare le lettere in modo ordinato e tale da  rimanere dentro la linea superiore e quella inferiore, senza fare lettere più piccole  rispetto alle altre.

Si tenga presente che nel I e II secolo  di norma si scrive in lettera maiuscola,  formando un continuum , senza servirsi dei segni di interpunzione.

Bisogna aggiungere che questo  è primo stadio , in cui si abitua il puer /neepios,  a cui seguono altri tre

Il  primo è utilizzato per imparare a scrivere le lettere, il secondo per  per unire le sillabe in modo da dare  forma corretta alle parole e l’ultimo  risulta un lungo  e stucchevole lavoro di copiatura di frasi scritte dal maestro da ripetere come esercizio…

Ogni fase  ha una certa durata  che può essere abbreviata o allungata a seconda dei progressi dei bambini , che sono di solito riempiti di botte. Orazio ricorda il plagosus Orbilius.., il suo maestro, che si serve di una bacchetta per fare piaghe non solo nelle mani ma anche per il corpo. L’uso della bacchetta  è durato fino all ‘epoca fascista.

Comunque ci sono esempi anche di maestri buoni che  non toccano i bambini e danno loro giocattoli in forma di lettere  di vario metallo o anche di legno: Quintiliano predilige quelle di avorio…

Girolamo,  invece, pensa che sia necessario un assortimento  di lettere di avorio, di bosso e di altro in modo da attirare anche col colore ed aggiunge che alla scelta del bambino bisogna dire subito il nome della lettera…

Girolamo invita  a fare giocare  il bambino con le lettere, a   costruire una strada con esse affinché impari.

Il santo crea perfino una filastrocca  mentre il bambino manipola le lettere e le usa secondo un  giusto ordine   e ne memorizza   i nomi ,

Inoltre fa sconvolgere l’ordine   spesso e mescolare le ultime con quelle centrali e queste con  quelle iniziali, facendo diversi giochi nella composizione sillabica..

Nel commento a Giobbe  (7,4,2)  e in quello a Geremia (25,26) in  Patrologia latina XXIV,838D, Girolamo sembra convinto che il bambino impari  vedendole ,toccandole ,distinguendole  per colore ma anche sentendole nominare e ripetendole a d alta voce:crede perfino che il bambino possa , così istruito, diventare uomo che dica la verità, in quanto si abilita alla precisione nella ricerca esatta.

Sembra che i maestri diano incentivi a i bambini per invitarli alla lettura e alla scrittura.

Dei maestri  propongono dolci  per discepoli bravi, mentre Girolamo aggiunge  bambole e caramelle e perfino gioielli per le bambine   diligenti, facendole competere …

Girolamo nel periodo romano è  maestro di molte matrone delle nobiltà romana ed ha un suo ascendente su di loro tanto ca educarne  le  figlie secondo i canoni della cultura patrizia …

.Sembra che tale sistema sia da secoli in uso tra  gli scribi giudaici, che, dovendo insegnare la scrittura ai discepoli, li esercitano  prima con esercizi propedeutici, per abilitare dita e mani alla scrittura e poi a memorizzare le lettere consonantiche e specie quelle  che possono assumere valore c vocalico, mostrando la tecnica di composizione di ogni singola scritta in modo più o meno calcata,  divisa in parti.

Sembra che una forma di praescriptum esista  per insegnare l’arte del calcare le dita con forza  ed infine tutto il sistema alfabetico ,molto più complesso di quello greco-latino per indicare i segni vocalici (inesistenti, come forma)  mediante puntini e linee o sotto le lettere o al centro (come Mappiq) in modo da dare una diversa funzione fonetica  al segno mediante l’uso del diacritico.

Il praescriptum ebraico serve come esercizio per la ricopiatura dellaTorah da  assegnare, a lavoro fatto, alle sinagoghe che ne sono sprovviste..(cfr .Towa Perlow,  L‘éducation et l’enseignement chez le Juives à l’epoque talmudique,  Parigi 1931)

 

Nel Ii secolo d.C. c’è un episodio tratto dalla vita di  Erode Attico che, volendo educare il figlio a scrivere e a leggere,  escogita 24 lettere  in relazione all’alfabeto greco e alle figure di 24 schiavetti : Alfa – schiavetto negro ricciuluto ;Beta – schiavetto germanico con occhi azzurri-; Gamma- fanciulla berbera-  e così via .

In questo modo  Erode Attico  fa imparare lettere al  figlio,  in ordine, collegate coi nomi degli schiavetti ( Cfr.  Filostrato,  Vitae sophistarum, Erode  attico,- )…

Cari amici e parenti, cristiani, non è facile scrivere nel mondo antico!…

Chi scrive ,  di norma, sa  falsificare e lo può fare, spesso,  impunemente: chi conosce il numero di falsari tra i copiatori ?  e chi distingue tra loro quelli che lo fanno di proposito e quelli che lo fanno per imperizia?!