Antiochus epiphanes o epimanes?

Antioco IV (cfr Ant. Giud. XII, 248-286-)   (175-165 a.c.)  è un personaggio storico molto controverso e di difficile valutazione.
La sua figura deve essere studiata al fine di togliere la grave accusa di pazzia.
I termini epiphanhs ed epimanhs hanno un preciso valore: il primo è segno di una epiphaneia/ manifestazione avvenuta e di una dimostrazione di divinità sulla base di una precedente ektheosis accettata già da tutti gli abitanti dell’impero seleucide agli inizi del III secolo; il secondo, invece, è un’accusa di pazzia mentale, in quanto Antioco IV impone anche ai giudei un culto iranico- ellenico secondo il modello di basileus ellenistico, in cui  il basileus è Zeus  (cfr. Culto tolemaico di Zeus in Callimaco Humnoi, specie l’inno a Zeus;  cfr. M HENGEL, Giudaismo ed ellenismo, Paideia, trad. it. Sergio Monaco, 1988 e J- BRIGHT, Storia dell’antico Israele ,Newton-Compton, 2002) .

Antioco IV procedendo sulla linea di ellenizzazione, operante già in tutta la Celesiria, secondo il pensiero di Antioco III, suo padre e poi di suo fratello,Seleuco II,  identifica sincretisticamente JHWH con Zeus  di cui lui è re epiphanhs.
Il libro dei Maccabei (I Macc.  1,54) e Daniele (9,27; 11,31;12,14) parlano  di abominio della desolazione  (hiqqus shomen-, to Bdelugma ths eremoseos) e mostrano come il re costruisca l’Akra, una cittadella entro Gerusalemme, forse nel sito del palazzo di Davide  e vi ponga una guarnigione  militare, dove vi sono pagani ellenizzati e ebrei rinnegati  formanti una polis greca, quasi una colonia greca entro la città di Sion, e  costituisca il culto di Adad l’antico dio semitico nel Tempio, equivalente a JHWH -Zeus , insomma ad un unico Theos.
In effetti già l’autore di Lettera di Aristea intende Zeus per Il theos  e sulla sua scia poi si metteranno Aristobulo, Filone e lo stesso Flavio che esplicitamente lo chiama così in Ant. Giud XII,22 e in Contro Apione (2,168)  dove parla di JHWH come del datore di vita (Zeus da Zhn vivere).
Il mondo giudaico dopo Ezra ha creato la religione della legge e quindi ha un sacro patto con Dio  e il nome di Dio è santo e non può nemmeno essere pronunciato: non per nulla viene chiamato  Ouranios, Upsistos o Sabaoth Cfr (M. HENGEL op.cit. 599 e sgg).
Il giudeo, aramaico, perciò, è integralista in senso sacerdotale (medio basso) e popolare,  segue  l’esempio di Mattatia e dei suoi figli maccabei considerando il basileus pazzo per non essersi mantenuto nei limiti della creatura e per essersi innalzato a  quello del creatore,Dio.
Non si comportano allo stesso modo i sacerdoti e l’ aristocrazia giudaica, che appoggiano  il re e  che si dividono  in due fazioni una quella di Gesù/ Giasone ed una quella di Menelao,  che sono due espressioni diverse sacerdotali,  due risposte  ambigue e due compromessi differenti ma pur sempre favorevoli all’idea sincretistica del sovrano,  che è sostanzialmente sostenitore di  una normale forma di basileia,  epiphanhs e di nomos empsuchos /legge vivente.
Epimanhs  in senso giudaico integralista dunque vale pazzo per un uomo  che si proclama dio manifesto e legge vivente,  e che  si assimila a Zeus  Olimpio e ne è immagine vivente (II Maccabei 6,1)
Chiaramente i due termini diventano oppositivi in quanto la maggior parte dei sudditi seleucidi  ritengono il basileus manifestazione di dio  e legge vivente mentre una minoranza ebraica, seppure infiltrata in ogni parte dell’impero siriaco  di lingua greca e di lingua aramaica lo considera pazzo perché solo JHWH è l’unico padrone e dio, di cui la legge è la sua vivente espressione.
La titolatura, dunque, ufficiale del re siriaco come Epiphanes è contestata  dai giudei che lo chiamano epimanhs  a cominciare dal momento della profanazione del tempio.
Il mondo giudaico che ha dato questa denominazione, riportata anche da Polibio  per quanto riguarda Antioco IV (Storie, XXVI,1a ,1-12), ha così definito anche Caligola che  vuole essere unico Dio ed unico re e che riprende l’ immagine del re pastore, cosciente di essere il logos incarnato.
Gli ebrei e ,nel caso del sovrano seleucide e in quello dell’imperatore romano,  si spingono  alla rivolta.  Comunque né Antioco è pazzo né tanto meno Caligola Cfr A. FILIPPONI, Caligola il Sublime, Cattedrale, 2008). Essi hanno solo intenzione in momenti storici  diversi e  in  particolari situazioni  di unificare il proprio popolo-gregge  nell’unicità del basileus divino: il primo in vista di una guerra antiromana, il secondo in vista di una guerra antiparthica:  i due personaggi e gli episodi  antigiudaici devono essere studiati separatamente perché sono distanti temporalmente (circa duecento anni:) e perché  le situazioni contingenti  richiedono  un diverso lavoro; ambedue i giovani, comunque, pagano la pazzia con la propria testa, a causa della reazione giudaica.
Comunque, Antioco inizialmente è ben  protetto dal sacerdozio gerosolomitano  già da tempo ellenizzato,  dai  sommi sacerdote Giasone e Menelao che sborsano denaro per avere la carica mentre è assente in quanto prigioniero a Dafne il sommo sacerdote Onia III, anche se c’è la coalizione di hasidim con l’elemento medio sacerdotale e popolare integralista aramaico quando il sovrano con un editto  annulla  le concessioni paterne e quelle di  suo fratello proibendo  la pratica del giudaismo ( I Macc.1,41-6; II Macc.6,1-11)
Il tempio è profanato, i sacrifici sospesi, annullate le feste tradizionali e lo Shabat, distrutti i testi della Torah, proibita la circoncisione e indetta la pena di morte ai trasgressori, mentre viene incentivata la pratica dei sacrifici di animali immondi e il pasto di carne suina.
Prima di accettare la versione dei fatti visti dall’angolazione giudaica integralista bisogna capire il regno di Antioco IV e  esaminare l’organizzazione dei seleucidi e le condizioni del regno in quel particolare momento storico…
Capire il mondo di un re seleucide è entrare nel suo regno di oltre 2.000.000 di Km quadrati,  vederne i confini e rilevare l’ampiezza  del territorio di Siria,  che, oltre alla regione geografica, così denominata comprendeva il Libano e la   fascia costiera di Israele e buona parte dell’ Anatolia  e quindi andava dal Mediterraneo all’Indo in direzione ovest-est  e  da nord dalla catena caucasica a quella dell’Indostan,  mentre a sud il regno era limitato dal  Golfo di Aqaba. dal  mar Persico e dall ‘Oceano indiano.
Era un regno vastissimo che era stato centralizzato dal padre Antioco III ma molte erano le forze di dispersione e molti i contrasti tra le varie etnie e le lotte ai confini con la Cina.
L’etnia  dei giudei, data la sua difformità e la sua propagazione per tutto il mondo  e le sue aderenze sia in Egitto che in Asia che nell’impero seleucide aveva un’anima complessa nella sua semplicità ideologica, in relazione all’unicità di Dio: era l’ebraismo una confessione interstatale  che doveva necessariamente essere sottomessa così  che il sovrano  poteva avviare  la conquista dell’Egitto secondo logica dei re dei re a cui aspirava il seleucide intenzionato anche a rompere l’assedio della potenza occidentale romana, insomma a ribellarsi al prepotere di Roma  a cui aveva servito come ostaggio: Un disegno grandioso, megalomene forse,  a cui era necessaria la compattezza interna , rotta propria dal giudaismo  che aveva la sua centralità nel tempio di Gerusalemme,  a cui si riferivano gli ebrei babilonesi, mesopotamici in genere, ed anche quelle egizi…
Le sette giudaiche era molte e tutte agguerrite, dato lo spirito di elezione di ognuna in relazione alla predilezione di JHWH che essendo il padre  e il  creatore, aveva stabilito un patto con l’ebraismo  dal periodo dei patriarchi e poi. dopo l’esilio babilonese si era ricostituito come nuovo patto eterno con JHWH il cui santuario di Gerusalemme era sacro per tutte le comunità disperse nel regno seleucide che inviavano la doppia dracma  annualmente:  vincolare alla propria basileia e alla diretta epiphaneia era la necessaria premessa per la  politica estera di Antioco IV.
Proprio sull’eternità di popolo e sulla comunione di rito c ‘era  allora controversia nel giudaismo dove gli Hasidim integralisti in quanto pii erano all’opposizione col regime seleucide per il pagamento delle tasse.
Essi in ogni luogo dell’impero seleucide avevano garanzie di poter inviare annualmente la doppia dramma al tempio  ma dopo la sconfitta di Antioco III ad opera dei romani per varie ragioni il flusso di denaro verso Gerusalemme era stato impedito; inizialmente  una tantum da Antioco il Grande poi ogni cinque anni da Seleuco II ed ora troncato definitivamente da Antioco Epiphanhs  impegnato e nelle guerre contro l’Egitto e in un potenziamento militare contro Roma.
C’erano state rivolte contro i Seleucidi ora in Adiabene ora in Babilonia ora in Perside, ma il nucleo dei sediziosi era nel Tempio e in Gerusalemme.
Qui era successo  che essendo stato deposto Onia III  e condotto a  Antiochia, da dove fu inviato  a vivere in Dafne, in esilio, nelle vicinanze delle città,  c’erano fazioni sacerdotali in lotta tra loro e tra la classe elitaria  e il medio e basso sacerdozio  per il controllo del gazophulakion, del tesoro del tempio, che era esclusivo possesso sacerdotale.
Al momento dell’ ascesa al potere di Antioco Epifane  la situazione economica si era aggravata per le difficoltà di saldare il debito ai romani, di 15.000 talenti, cioè 4500 miliardi di Euro   come indennizzo di guerra dopo la battaglia di Magnesia, stabilito nel trattato  di pace ad Apamea nel 188 a.C. – Polibio, St, 21,43, e Livio, Ab urbe condita, 38,38-.
A causa di questa sconfitta i seleucidi avevano ceduto Asia minore ad eccezione della Cilicia- specificamente  avevano perduto i territori ad ovest del Tauro, inclusa la Pisidia ,  ceduti poi  dai Romani agli Attalidi di Pergamo- avevano  consegnato gli elefanti di guerra e la flotta, avevano dato ostaggi, tra cui lo stesso futuro  re,  e pagato l’indennizzo pesantissimo di guerra.
La situazione nel tempio di Gerusalemme era ancora più grave  quando fu eletto sommo sacerdote dal re seleucide Gesù fratello di Onia, che era un ellenizzato che subito mutò il nome in Giasone  e promise una grande somma al re  per la sua elezione, conscio che Menelao un altro elemento sacerdotale (ma non di prima classe) aveva anche lui fatto una proposta al sovrano con il denaro del tempio, in quanto legato al tamias/tesoriere templare.
Comunque Giasone, vinta la competizione,  e risultato sommo sacerdote, chiese di essere  considerato cittadino di Antiochia pur essendo gerosolomitano, come aggregato alla madrepatria antiochena in quanto l’Akra era antiochena
Inoltre il fatto che Antioco IV  rivendicava la Celeseria  data come dote  al matrimonio tra Tolomeo Epifane e Cleopatra figlia di Antioco III. con Samaria, la Giudea e la Fenicia,  era una causa belli con l’Egitto..
L’azione di suo padre era stata  militare e quindi avendo bisogno di alleati  aveva ceduto  l’intera regione  (Antioco III voleva un alleato contro i romani e così riconsegnò la zona contestata ai legittimi proprietari, dopo che l’aveva sottratta circa un trentennio prima, dopo la battaglia del Panion)…
In questa situazione nella raccolta dei tributi ci fu una vera e propria contesa tra gli incaricati di riscuotere per Cleopatra e per Tolomeo  e da una parte e per Antioco dall’altra,  in quanto c’era l’uso di intermediari che, essendo di origine nobile, in ogni città, avevano il diritto dietro approvazione del re di Egitto, di raccogliere le tasse delle loro province e di pagarle alla coppia regale dopo la riscossione privata …
Da qui era venuta l’invasione da parte di Antioco IV dell’Egitto e quindi si verificò la sesta guerra di Celesiria infruttuosa per il re a causa del veto  di Popilio Lenate  che, incaricato dal senato romano  di  impedire la guerra tra i due sovrani ellenisti, aveva fatto un cerchio intorno al re a cui era stato imposto di decidere prima di uscire da quello spazio ristretto..
Giasone dopo tre anni perse il sacerdozio e al suo posto subentrò quel Menelao che  aveva dato al re molto denaro  di più permettendogli anche di raccogliere altra  somma e di sottrarre il vasellame dal tempio dopo aver avuto  l’autorizzazione di uccidere il vecchio sommo sacerdote in esilio a Dafne (II Macc, 4,33-38)..
Inoltre siccome i giudei credettero  che il re era morto nella spedizione in Egitto e si ribellarono incautamente,  Antioco  fece una  rappresaglia sui giudei gerosolomitani,  che lo giudicarono  nemico loro e della loro religione  e gli addebitarono anche  a anche le precedenti azioni antigiudache (episodio di Apollonio, le persecuzioni  contro i resistenti ai decreti,  le numerose morti dei martiri  (Cfr Il libro di Daniele  le quattro bestie e specie l’ultima dal  piccolo corno 7,21, 27; 8,9-13,9.27) … Vista da questa angolazione, dunque, la figura del sovrano seleucide potrebbe avere un’altra valutazione, per lo meno differente da quella malefica  della propaganda giudaica…