Oltre il buco caligoliano c’è un altro buco, quello su Diocleziano, in Historia Nea di Zosimo.
Questo buco su Diocleziano può essere utile a capire il buco Caligoliano?
C’è forse qualche segreto rapporto tra i due buchi in quanto quelli che lo hanno prodotto sono gli stessi o sono uomini di comune fede che tagliano su Diocleziano, la cui abdicazione del 305 d.C. segna una svolta decisiva nel destino teologico pagano di Roma?
Storici cristiani, da Roma o da Costantinopoli, producono il buco caligoliano ai fini dell’inizio del Cristianesimo come religio licita, dando, poi, la possibilità di oscurare Diocleziano?
Si vuole mostrare la coscienza della fine di un’epoca sorta dalla fine dei ludi secolari , trascurati da Costantino e da Licinio, che dànno il via alla religio christiana?
Eunapio e Zosimo sembrano datare l’inizio del cristianesimo dall’abdicazione di Diocleziano!
Bisogna scavare allora in epoca costantiniana per capire perché ci sono questi due buchi? o bisogna indagare in un’altra epoca, nel sesto secolo, quando la Grande Chiesa, uscita vincitrice e dominante nel quinto secolo, è violentemente attaccata, durante il regno di Anastasio I ( 491-518) e di Giustino I ( 518-527), a causa dell’origenismo?
oppure bisogna lavorare ancora di più nel settimo, durante il regno di Eraclio (610-641) e di Costante II (641-668), quando la pars occidentale, romana, aspira ad una sua indipendenza teologica e quindi ad una sua propria auctoritas in opposizione al dominio dell’esarca di Ravenna e si ribella alla direzione costantinopolitana, dominata dal potere imperiale,temporale?
Forse nella cerchia di uomini che gravitano intorno a Massimo il confessore, in sede romana, potrebbe esserci il potatore, che riprende in mano le forbici di altri potatori di epoche precedenti?
Lasciando per ora da parte il periodo costantiniano ( e teodosiano), in quale di questi due momenti storici furono fatti i tagli su Zosimo (e forse anche su Tacito e su altri storici )?
Non saprei dire esattamente, ma preferirei operare sul secondo, specie all’epoca di Costante II.
Comunque, perché mancano gli anni del governo di Diocleziano e di Massimiano?
Cosa aveva scritto il pagano Zosimo di tanto negativo, da far scomparire il quarto quaternione e da creare una lacuna nel Codice Vaticano Greco 156?
Perché una frattura fra la fine del I libro e l’inizio del II libro, che comincia con una lunga digressione sui pagani Giochi Secolari?
Come mai sono rimasti gli estratti del 72 e 73 capitolo del I libro, che furono ricostruiti da Giovanni di Antiochia – un cronografo attivo tra la fine del sesto e l’inizio del settimo secolo, (conservati da raccolte dell’epoca di Costantino VII Porgirogenito 913-959) Excerpta de virtutibus et vitiis ed Excerpta de insidiis, mantenuti anche dal Lessico Suda – una enciclopedia redatta tra il secolo X e XI- mentre non rimane traccia del regno dioclezianeo zosimiano?
Perché conservare notizie su Caro, Carino e Numeriano, imperatori di non rilevante importanza e non lasciare segno di un imperatore così importante come Diocleziano, grande riformatore in senso istituzionale, economico, finanziario e religioso? Non c’è paragone storico tra i figli di Caro e l’imperatore Diocleziano.
Se si riesce a scoprire chi effettivamente ha avuto interesse (uomini dell’ambiente pontificio romano del VI o del VII?) a formare la lacuna in Zosimo, si potrebbe anche tentare di capire il buco del periodo prima e dopo Caligola.
Bisogna, però, prima sapere esattamente quanto è morto Zosimo e per lo meno sotto quale sovrano sia avvenuta la sua morte.
Se si pone la morte dello storico sotto Atanasio I e si considera che la sua opera sia circolata al completo anche sotto Giustino I, allora si potrebbe forse pensare che Giustino I possa essere il responsabile (lui era analfabeta, ma grande era la cultura costantinopolitana dell’epoca cfr. Procopio ) senza escludere Giustiniano, che, tra l’altro (lotta contro l’ellenismo e le eresie cristiane) innesca la reazione pontificia romana … di cui, poi, Gregorio Magno (590-604) risulta la punta di maggiore rilievo, in senso latino occidentale, e come theoria e come pratica, in linea con i pontefici della propria famiglia anicia…. che aspiravano ad una autonomia da Ravenna e da Costantinopoli.
Ma tutto è nebuloso….
Se all’epoca del monofisitismo la cultura romana era in soggezione rispetto a quella orientale, ora nel corso delle lotte monotelite, con Massimo il confessore a Roma, i rapporti di forza theorica si sono capovolti e, grazie a questa coscienza nuova, il papato romano si erge in difesa del valori negati dal monotelismo imperiale bizantino e diventa bandiera per il vescovato occidentale in senso antibizantino contro Eraclio prima e poi contro Costante II e il suo proclamato cesaropapismo.
Il martirio del papa e di Massimo insieme ai suoi compagni conferì a Roma, a lungo andare, un prestigio, senza il quale non sarebbe stata mai conquistata la facile vittoria finale nel III Concilio Bizantino (680-681)(Cfr.H.Urs Von Balthassar, Massimo il confessore Jaka book 2001,p38)…
E’possibile che sotto il papato di Martino, di Eugenio I o di Vitaliano, siano avvenuti questi aggiustamenti, accomodamenti, tagli utili alla Chiesa romana!
L’operazione di taglio potrebbe essere intesa come una risposta al Tipo di Eraclio e ai themata di Costante II?…
Il taglio poteva produrre effettivamente una liberazione dalla tutela costantinopolitana, autorizzare un nuovo sistema romano?…
I tagli su Caligola e su Diocleziano come potevano essere prolifici, fruttuosi ai fini del nuovo corso storico delle Romana Chiesa?…aumentando l’ extheosis caligoliana in Christos e sfruttando il sistema politico-amministrativo dioclezianeo, in senso esclusivamente romano-occidentale, mentre veniva nascosto il reale apporto storico, già precedentemente revisionato?…