Toccare il cielo con un dito  

Noi tutti, uomini e donne,  abbiamo detto in momenti felici e specie in  particolari situazioni amorose,  di toccare il cielo con un dito per indicare un momento di estasi, di  beatitudine. Ma è proprio questa la frase  che era detta in Greco ? o era diverso il dativo strumentale  per definire la felicità ultraterrena dell’amore giovanile?

La frase è certamente  tipica del contesto mediterraneo e  specifica del mondo greco, specie insulare dell’Egeo.

Saffo,  la poetessa di Lesbo (fine VII secolo-  prima metà del VI secolo av.C.)   usa l’espressione THI KEPHALHI PSAUEIN  TOU OURANOU (Fr.52,v)   dove il verbo psauoo vale tocco rasento  sfioro e   regge il genitivo.

Comunemente il verbo viene usato poeticamente per dire toccare con dolcezza  la mano o la  guancia, o il ginocchio o piede  o  perfino  un dito di una persona  cara, oggetto di acceso desiderio (pothos).

L’aggiunta del dativo strumentale  kephalhi, cambia il senso generale tanto da rendere anhr l’uomo, che ama, theios divino,  che si innalza fino al cielo tanto da sfiorarlo con la testa.

Erodoto (484-430)  ripete la stessa frase di Saffo  in Storie III, 30,2 , mostrando Cambise figlio di Ciro il grande e suo successore,  che, divenuto pazzo  da saggio  dopo il crimine dell’uccisione del fratello Smerdi BARDIYA ,  fratello germano cioè nato da uno  stesso padre e  stessa madre, fa un sogno.

Gli sembrò, mentre era in Egitto,  che un messaggero venuto dalla Persia  gli annunciasse che assiso sul trono, Smerdi  toccava con la testa il cielo.

Allora ordinò al suo fido  amico Pressaspe di uccidere il fratello come uomo divino che si era impossessato del suo regno e lo aveva usurpato.

Diversa è la lettura dello stesso enunciato da parte di Aristeneto un  uomo  forse del periodo d i Giustiniano  (il cui regno  va dal 527- al 565 d. c)  un scrittore  di lettere di amore.

L’epistolografo  così dice nella lettera11 di Filostrato ad Evagora . trattando di  una padrona  che aveva chiesto ad una sua ancella di raccogliere le chiacchiere sulla bellezza del suo ragazzo.

Questa relaziona diligentemente  e mostra  quanto sia veramente bello e  desiderato da ogni donna  l’amato della sua signora  che è contenta e rossa per il piacere: a lei sembrava (edokei) thi kephalhi  psauein  tou ouranou /di toccare i l cielo con la testa.

Bisognerebbe dire allora non toccare il cielo con un dito ma toccare il cielo con la testa!