Teofilo, l’eccellentissimo Teofilo, a cui Luca dedica il suo vangelo (e poi anche Gli atti degli apostoli) è uno sconosciuto per i redattori della Sacra Bibbia (Garzanti 1964), anche se conoscono il proemio dell’evangelista: ἔδοξε κἀμοὶ παρηκολουθηκότι ἄνωθεν πᾶσιν ἀκριβῶς καθεξῆς σοι γράψαι, κράτιστε Θεόφιλε/ a me sembra opportuno scrivere ordinatamente, avendo indagato accuratamente su ogni cosa fin dall’origine o eccellentissimo Teofilo.
Saperlo diventa un problema per noi cristiani : è un figlio di Anano I che, insieme a suo genero Kaifas, fece uccidere, secondo i vangeli, Gesù Cristo ed è fratello di Anano II, che fece uccidere Giacomo, il fratello nella carne di Gesù, il capo della chiesa di Gerusalemme?!.
Si sa che nel 37 d. C, l’anno dopo la morte di Gesù, L. Vitellio, governatore di Siria, dà la carica di sommo pontefice a Teofilo, al posto di Gionata, suo fratello deposto (cfr. Flavio, Ant. Giud., XVIII,123) e che
Teofilo fu rimosso da Giulio Erode Agrippa, re di Giudea, nel 41 e al suo posto fu fatto sommo sacerdote Simone, figlio di Boetho detto Cantera (Ibidem,XIX,297).
Probabilmente i Cantera, pur filoromani, essendo ellenizzati, erano maneggevoli tanto da dividere il sommo sacerdozio anche con un rappresentante dei seguaci del Malkuth, quel Giacomo il Giusto, che seppe governare per 26 anni, barcamenandosi tra Sadducei e Romani, tra il potere sacerdotale e quello prefettizio, rimanendo un saldo difensore del popolo e del piccolo e medio sacerdozio gerosolomitano.
Teofilo, rispetto agli altri figli di Anano I, doveva essere il più moderato, ma certamente meno dei Cantera, nella gestione del Tempio doppia: la pars sadducea filoromana e quella essenica contraria all’ingerenza romana.
La funzione di Giacomo dovette essere di grande intelligenza e moderazione, nonostante il suo integralismo religioso: fu certamente abile a giostrare sia con Tiberio Alessandro che con Felice, uomini di origine giudaica, pur di assicurare il buon esito delle festività gerosolomitane: un affare per tutti, ebrei e romani.
Con Teofilo forse Giacomo ha rapporti tali da avere la partecipazione alla gestione della regolarità del culto mentre è fiero nemico di suo fratello Gionata, fatto uccidere per suo ordine, con la complicità di Felice.
La morte di Giacomo nel 62 d.C. innescherà un processo antiromano tale da scatenare, grazie ai sicari (una schiera di armati, integralista, da lui formata poco prima del 50) la guerra contro Roma nel 66 d.C.
Il fatto che Teofilo è definito eccellentissimo-kratistos significa che vive ancora nell’epoca flavia, in cui si dà quel titolo ad un eques e che- forse- non fu ucciso con Anano II dagli zeloti e dagli idumei (cfr Flavio, Guer. Giud. IV,160 e sgg) e che aveva fatto carriera sotto Vespasiano…
Potrebbe, comunque, essere non il figlio di Anano I ma un suo nipote omonimo, menzionato da Luca dopo il 94 d.C .?!
Si sa solo che Luca dedica il libro a Teofilo, chiaramente un giudeo ellenista e sadduceo, della stirpe di Anano, un uomo, certamente, dato il titolo di kratistos, di epoca domizianea o degli inizi dell’imperium degli Antonini!
Da cosa lo deduciamo?!
Dopo il settanta, dopo la distruzione del tempio, tutto è cambiato: i sadducei sono scomparsi e gli zeloti-lhistai– sparsi nel Regno di Partia o nascosti, mentre giudei ellenisti e cristiani avendo preso le distanze dai giudei aramaici, ribelli, cercano di sopravvivere insieme nelle sinagoghe, aumentano lo spirito di tzedaqah (carità), stretti alla legge, seguendo gli uni il riformismo di Zaccai, gli altri l’ideologia, eretica, antiochena, di Paolo, già manifesta in alcune chiese.
Questo nuovo stato di fratellanza, subito dopo la sconfitta e la distruzione del Tempio potrebbe aver favorito il rapporto tra Teofilo- un nipote dell’omonimo figlio di Anano I !- e Luca, come se le passate vicende piene di odio, fossero dimenticate, di fronte al recente abominio della desolazione, uniti, pur nelle differenze religiose…
Si può fare tale supposizione in relazione al fatto che il Vangelo dell’infanzia di Luca sembra scritto dopo la pubblicazione di Antichità giudaiche. Infatti, sembra che l’episodio sulla strage degli Innocenti riportato da Matteo, pur noto a Luca, sia da lui trascurato ed omesso, anche se cita Erode il grande, connesso con l’editto di censimento di Augusto in una dipendenza da Flavio –Ant giud. II, 205/6- che tratta del decreto faraonico al momento della nascita di Mosè) …