Lettera aperta al direttore di “La voce”

Una lettera a Indro Montanelli
Ma…perché fondare un giornale, ad 85 anni, se non si ha nemmeno la forza di orientare (senza oscillazioni e pentimenti ) una massa di Italiani ancora “agricoli e paesani” , servili, anche se parzialmente acculturati ed istruiti, in un contesto sociale “immorale” ed in una situazione così critica come quella italiana del marzo 1994, pre-elettorale?

Indro Montanelli, giornalista famoso, capace di “organizzare ” “la Voce” in così breve tempo (nemmeno il Duce fu capace di tanto! ) grazie all’immenso credito  e con consensi quasi universali perché espressione di un’Italia moderata, laica, benpensante, paga forse il “pedaggio” anche lui ?!

L’articolo “Poi mi pentirò “del 23/3 sembra essere solo opera di un uomo, che conosce  la realtà  del proprio paese – di cui rileva la situazione-  che individua gli estremismi  di Sinistra  e di Destra, per analizzare il centro dello schieramento politico rinnovato, ma che non sa fare nemmeno il punto situazionale  come risultanza di processi diacronici , né sa  proiettarsi verso future soluzioni e quindi  tanto meno è in grado  di porsi come esemplare “lettore” politico  per una decisionalità operativa !

L’esame del testo  evidenzia una insistenza su una terminologia cristiana (confessione, battesimo di la Voce, tentazioni di presentare scheda nulla, e Poi mi pentirò), che è segno non solo di una formazione  e di una  cultura , ma anche di un radicato procedimento  operativo  di stampo più protestantico che cattolico, basato sull’errore  e sul pentimento  con fede, che potrebbe perfino essere positivo, anche se ambiguo ed equivoco, in vari contesti, ma non in politica.

La stessa logica classico- cristiana  è spia di una visione prefissata , non di analisi reale: infatti il procedimento  per esclusione comporta e sottende  l’individuazione dei mali  peggiori, opposti,  e di un polo medio,  che armonizza  le dissonanze contrapposte.

La condanna della Sinistra progressista (minata da Rifondazione)  e della Destra  sottende una tacita accettazione del Centro .

La precisazione inutile  di non tirare la volata ribadisce la preferenza  per i moderati, considerati intercapedine  che ne attutisca  lo scontro frontale, specialmente  per la presenza  di qualche attrattiva, seppure ipotetica.

La conclusione, dettata dall’esperienza, negativa, ( L’esperienza mi sconsiglia di consigliare) risulta invece un invito  a votare per il Centro (Scheda grigia)  e per le persone più innocue, riconoscibili (semplicissimo!) perché parlano a voce più bassa  e promettono di meno, per la scheda gialla e quella rossa , nonostante il precedente Turatevi il naso e Votate DC.

con Poi mi pentirò l’autore  chiude l’articolo , come suggello di una confessione al lettore. non avendo rispetto del proprio pubblico proletario  (facilmente condizionabile).

Possibile che un direttore non si renda conto  dei consigli dati e che sia tanto senilmente  fuori della quotidianità da essere solo un cristiano fatalista, capace di confessare la propria impotenza!

Forse Montanelli crederà di avere meriti perché  si è staccato da Berlusconi  ed ha rifiutato di servire il padrone e penserà così di risultare un paradigma  positivo per tanti italiani, ancora bacianti le mani!

O forse,come tutti i giornalisti e formatori occulti  di qualsiasi genere, riterrà di poter dire qualunque idiozia (tanto sarà sempre bevuta dall’incauto ricevente!) retoricamente scritta?

O invece Montanelli invia messaggi nuovi  in quanto ha subito una metanoia /cambiamento di pensiero, improvvisa, di tono paolino?Ma forse bisogna pensare che è rimasto  lo stesso, servo di una cultura  e di un sistema democratico, contaminato dalle élites.

Il suo stesso  rapporto scrittore-lettore, d’altra parte, è secondo le linee e le formule  retorico -classico-cristiane, proprie delle democrazie “immorali”, di cui lo scrittore spesso si erge a giudice, pur essendo cliens.

Non si accorge il grande vecchio  che lui  stesso è pieno di tale cultura e mai nel corso della vita  è stato sfiorato (sembra) dal dubbio che potrebbe aver espresso soltanto le sue contraddizioni e la sua incapacità a decidere  in situazione, pur dopo analitici esami, forse anche positivi.

Inoltre i suoi bei gesti, dopo errori, possono sembrare  un vizio, un tipico costume comportamentale.

Come uomo provo sincera simpatia per Montanelli, da sempre, grande per la sua moria pazzia, di stampo erasmiano, per il suo velleitarismo romantico,  ma come cittadino italiano, anziano, lo ritengo espressione, seppure atipica, di una cultura finita, capace forse  solo di analisi  e di sprazzi sintetici, ma incapace di reali, pertinenti conclusioni e di opportune decisioni, in relazione a scientifiche  valutazioni, proprie di un sistema industriale: il pentirsi, direttore,  non cancella la colpa di valutazioni errate, anche se è più positivo  di un persistere nel peccato!. 

Non è il caso (mi scusi, se oso!)  che un uomo di età avanzata, benemerito giornalista, con una meritata fama, pensi a tirarsi indietro e a lasciare spazio (o campo)  ad altri più oggettivi, determinati ed epistemici?

Errori di voto costano vite umane (la ex Iugoslavia insegna!), autorizzano politiche economiche da terzo mondo, favoriscono la retrocessione  culturale di un popolo: il pentimento non serve in politica, specie se dichiarato preventivamente.

La mia voce  di lettore,insignificante significa,però, l’esistenza di  italiani maturi, abili nella lettura ed attivi, che  vogliono attivare  una testimonianza  di protesta  contro la vecchia  ufficiale comunicazione .

Seguono la data,( 24 marzo 1994),  la firma di Angelo Filipponi,  con indicazioni delle via (vicolo Piemonte 4), della città  (S Benedetto Tronto) della provincia ( Ascoli Piceno).