Un uomo di Sinistra

Da almeno un ventennio ogni anno il 25 aprile, faccio domande a ragazzi, ad uomini, a donne, di età oscillante tra i 20 e i 50 anni, e chiedo cosa sanno della Resistenza, della liberazione, del moto partigiano, del CLN, del  CLNAI.
Sono un uomo impegnato culturalmente nella ricerca di fonti storiche,  dopo la scrittura di L’altra Lingua l’altra Storia (Demian, 1995) per conoscere l’italiano medio, da me definito un bambino ancora operativo concreto, di nove  o dieci anni, nemmeno avviato  all’operatività astratta, data la mancata scolarizzazione  da parte ministeriale.

Preciso che sono un solitario ed uomo di sinistra e che difficilmente parlo con altri  e che lo faccio con riluttanza  e solo il 25 Aprile, andando a sentire  baristi, avventori, conoscenti  in tre bar della mia città, chiedendo senza conoscere  il livello culturale, senza sapere quale titolo di studio abbiano,  per un totale di una ventina di persone.
Neanche mi meraviglio più: nessuno dà risposte, non dico esaurienti o positive,  ma almeno frammentarie o banali. Dopo settanta anni, nonostante la festività e  le celebrazioni ufficiali,  il popolo italiano  non si preoccupa di sapere qualcosa, ma resta  assente  e non ha memoria alcuna storica di quel lasso di tempo tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile del 1945.
I nostri figli  e nipoti come non conoscono il nostro Risorgimento così non conoscono la Resistenza partigiana  e quindi neppure i padri costituenti e la Costituzione.
Perciò in Tv  domina un Roberto Benigni (bravissimo comico!) tanto da diventare il  maestro, che insegna Dante, i 10 comandamenti, il Risorgimento, la Costituzione italiana.
Come è possibile un vuoto  di tale natura che  azzera il valore di una Nazione!
Sono sempre stato un isolato, un idealista di sinistra, uno  stupido  che ha sognato un mondo nuovo, laico, democratico, cosciente di essere un classico e quindi cosmopolita, appartenente ad una megale polis universale, dove o anthropos  realizza la  propria utopia, anche  da solo.
Ho visto, dunque, il naufragio di ogni mio più caro ideale comunista .
Finita la cultura sovietica e il suo mondo, rilevata la piccineria dei comunismi orientali, esaminata la ingordigia del comunismo francese ed italiano e il  funzionamento delinquenziale del sistema cooperativistico, specie tosco-umbro- emiliano, mi  sento come l’ultimo classico, senza però alcuna possibilità di neppure pubblicare il mio reale pensiero, rimasto nell’ombra, nonostante i mezzi attuali  di diffusione rapida, scandalistica.
Ho lavorato cinquanta anni nella ricerca socio-linguistica, religiosa e storica, ed ho trovato  tante novità e le ho  provate riprovate scientificamente per quanto e per come mi è stato possibile: non  posso nemmeno stupirmi dell’insuccesso dei libri,
pubblicati con piccole case editrici  o in E. Book, data la inconsistenza della cultura accademica italiana e la mancanza di lettori, il deserto culturale …
Sono d’altra parte uomo orgoglioso vissuto  lavorando,  sudando,   non solo studiando e scrivendo, traducendo, senza mecenati e senza la protezione di partito o di filantropi e tantomeno  del clero,: sono dunque uno  sconfitto perché costretto ad essere  sempre ai limiti della pseudocultura locale  e della vita sociale picena, avendo scelto oltretutto di essere separato per non vivere nei compromessi politici e  religiosi..
Un ricercatore storico vive cucendo i punti della storia e facendo un vestito per l’uomo contemporaneo: un vestito di sinistra, un sistema di vita antichissimo, comunque,  greco-romano ellenistico, maturatosi nel cinquecento ed alimentato  in senso illuministico e  positivistico, rinato nel secondo dopoguerra e col sessantotto.
Mi collego  metodologicamente a quanto detto da Concetto Marchesi in “Perché  sono comunista”  in Umanesimo e comunismo Editori. Riuniti 1974 : Il comunismo non parla di ciò che è bene e di ciò che è male, ma di ciò che avviene e che diviene nella società umana. Non parla  in nome del diritto naturale  o della ragione suprema, ma in nome della realtà, nell’unità e continuità di tutta la storia.
Riprendo  anche il pensiero di Norberto Bobbio che ritiene la sinistra   capace di contraddistinguersi in tutte le forme storiche come ethos e pathos, alla ricerca  dell’eguaglianza fra gli uomini.  Aggiungo che  “essere di sinistra” significa essere  uomo laico, pagano, scettico che cerca l’eguaglianza in ogni  luogo, in ogni tempo in ogni situazione, libero da preconcetti  dogmatici, assolutistici, religiosi...
L’uomo di sinistra è consapevole che, in società, non bisogna teorizzare, ma vivere secondo  il proprio sentimento  e la propria disciplina etica, relativamente alle vicende  quotidiane, con la volontà di  moderare, appianare, fondere, ponendosi alla pari con gli altri attanti, in un  adeguato adattamento, continuo, seguendo i processi storici, in opposizione ai leader tirannici…
Non si può teorizzare: ogni theoria, in quanto spettacolo, risulta il contrario del vivere quotidiano e del lavoro reale
Chi ricerca ha piena coscienza classica dell’humanitas/philanthropia, della solidarietà umana e del sistema  naturalmente  etico, convinto di  essere elemento della natura stessa, e di poter realizzare l’armonia cosmica, data  la sua proiezione verso il bene sociale.
Conosce bene  la brevità vitale di percorso ma, essendo febbrilmente attivo, lascia un’orma di sé perché aggiunge il suo contributo esistenziale  a quello altrui,  in una catena umana senza fine, nel tentativo comune di  positività naturale  in  senso egalitario  e libertario…
Ora  nella storia recente mondiale,  Ebrei, cristiani e musulmani, in nome di Dio,  dimentichi di essere  uomini, fratelli in Abramo, uomo eccelso, ma anche padre di popoli come Abraham, non sanno trovare la via della pacificazione  perché ognuno è convinto di essere scelto, erede, amato esclusivamente da Dio, Padre…
Da qui la coscienza perfino di guerre giuste fatte sempre perché Dio, deus sebaoth-dio degli eserciti, datore di nike/ vittoria ai propri fedeli, le vuole …
Questo Dio non è il Dio del giusto ebreo né quello del santo cristiano, né del sufi islamico, ma dei condottieri militari, di personaggi demagogici  bramosi di potere, di opportunisti politici…di avidi palazzinari…
Non esiste  elezione nemmeno da parte di un Dio (e tanto meno amore o eredità) per un uomo nato a morire, non esiste  altro se non la solidarietà  sociale fraterna nel vivere: esiste solo la  natura  della Terra e del Kosmos con cui confrontarsi e con cui vivere in sintonia per la propria realizzazione terrena, al pari di ogni altro essere vivente…
Ricordiamoci tutti che la storia di ognuno  di noi  (ebreo, cristiano  o musulmano) ha forme di integralismo  spaventose, proprie perché abbiamo creduto, crediamo,  crederemo – rimanendo in confusione – che  il logos e il muthos siano complementari nel “processo conoscitivo”…
Invece, se si crede, non si ragiona e, quindi, si è fuori del logos; se si ragiona, allora si  è fuori del muthos: la razionalità scientifica esclude la religione e viceversa…
Noi cristiani  per millenni siamo rimasti nella confusione sincretica e solo in tempi  recenti siamo passati tutti al crogiuolo della storia e del razionalismo,  e siamo usciti dal Medioevo, dall’età centrale tra due razionalismi, quello antico e quello rinascimentale, come voi Ebrei e voi musulmani, seppure in epoche diverse …
Noi cristiani siamo passati attraverso il fuoco divoratore  della critica umanistico –rinascimentale prima e poi di quello illuministico- positivistico, tesi alla ricerca della felicità per l’uomo sulla terra, secondo  linee progressistiche, fiduciosi in una società liberale, laica, democratica, convinti di essere entrati definitivamente  nel terzo millennio.
La storia, dunque,  ci  orienta e ci ha formato già in questo senso!.
Se noi solo nel Settecento abbiamo scoperto il secolo dei lumi, ma da tempo  avevano  grazie alla tradizione ellenistica ed umanistica  i germi di libertà eguaglianza e fratellanza, anche voi  non cristiani, avendo la stessa tradizione romano-ellenistica,  potete scoprire con la grande sincresi dell’illuminismo,  la ragione,   e con essa  il procedimento scientifico di cui siete maestri, se liberi, però,  dalla confusione  mitica religiosa…
Noi cristiani abbiamo così potuto scoprire e  conoscere non  la  lotta della luce contro le tenebre  in forme antitetiche e manichee,   ma i limiti della lezione Christiana giovannea e rileviamo la costituzione cattolica arbitraria come ecclesia una, santa, apostolica, cattolica e romana,   ne  studiamo criticamente il dictatus papae e la controriforma, valutiamo gli atti dello stesso  Stato Vaticano e facciamo critica da liberi,  in una  contestazione della sfera non naturale dell’uomo, elemento costretto a vivere  realmente nel kosmos umano e terreno, e non  pensato come  vivente in un’altra realtà sovrumana, non definibile, in quanto transeunte su questa terra.
Noi diciamo che l‘uomo  vive sulla terra  insieme a tutte le altre creature naturali e crediamo nella democrazia e nell’ Europa,  anche se rileviamo che l’UE, per come si è evoluta  in 65 anni dalla fase di Ceca non ha alcun senso e valore politico e che deve essere  ristrutturata con una nuova costituzione, laica, liberale, democratica  con nuovo senso dell’individuo e della storia!.
Le idee fondanti di questa Europa, illuminista-positivista liberale e liberista  (pace tra le nazioni compartecipi e  progressivo aumento del benessere economico,  in relazione alle popolazioni, coscienti di formare un corpus unicum pur nelle differenze regionali- al di là di ogni credo religioso-), positive, non hanno reale riscontro nella quotidianità del vivere in senso europeo, senza una nazionalità comune, derivata  solo dalla romanitas ellenistica: l’invasiva ed eccessiva burocrazia e  la stessa costituzione con i suoi complicati meccanismi  allontanano  gli stati componenti dall’ unità  democratica sulla base  di continue verifiche fiscali e finanziarie.
La crisi economica attuale con la moneta unica ha determinato il fallimento di questa politica comune finanziaria, pur dopo qualche ideale  ed utopica realizzazione unitaria sociale …
Non servono neppure i finanziamenti e le geometrie  variabili del  sistema Schengen  che autorizza alcuni stati a pontificare e  impedire altri nella  libera circolazione di persone , in un’ applicazione varia  della carta costituzionale  dei diritti fondamentali. Alcune nazioni  sono paladine delle regole  ed esigono i conti  pubblici sani, riforme strutturali,  sentendosi moderni in quanto europei del nord cresciuti per diversi motivi e situazioni economicamente…
Dalla loro angolazione superiore  vedono gli altri stati minori, leggono la storia diversamente  ed  impongono  ristrettezze  sempre maggiori ai meridionali che sentono invece il bisogno, pur nelle tante contraddizioni interne, mediterranee  di aumentare la spesa pubblica  pur limitando le spese della politica e della dirigenza ufficiale, per stimolare l’economia  anche se si fa crescere il deficit pubblico con il debito…
Con questa disparità fra i componenti non è possibile la formazione di una identità europea solo sulla base monetaria, vista la diversità di passo economico , in relazione alle differenze storiche sociali e  politiche.
Italia, Francia, Spagna, Portogallo Grecia  sono in condizioni diverse rispetto al cliché  nordico: urge una modifica sostanziale dei trattati  per un nuova Europa e  servono anche nuove idee per capovolgere la situazione.
Se i musulmani si sono insediati  ormai stabilmente in Europa e fanno già sentire il loro peso politico e sociale devono avere anche un peso economico e finanziario ed averne coscienza: è  richiesta la loro  cooperazione, visto il numero della migrazione islamica nei paesi mediterranei.
Noi europei dobbiamo considerare anche un’altra possibilità  quella di un cosmopolitismo  e di una graduale apertura al sistema mondo, secondo lo spirito romano ellenistico e in relazione alla regola  tipica della sinistra socialista  umanitaria.
L’Europa ha caratteristica cosmica  in quanto è aperta da sempre verso il mondo: non più come colonizzazione ma come tentativo e volontà di far  interagire gli altri  in una nuova coscienza polietnica,  sovranazionale e senza barriere religiose…
Voi , musulmani, anche se di diverso credo (Sunnita, Sciita, Waabbita, fatimita ecc.) avete  la vostra storia, una grande storia segnata in un luogo specifico   ed  avete  maturato una vostra cultura e un vostro sistema di vita utile e vantaggioso, direi il migliore in quella specifica situazione, con un vostro percorso culturale, segno della vostra stessa civiltà e dovete fare  un’altra lettura  di popolo  e di nazione, un’altra storia di diritto, di morale, di religione  non basata sulla ricerca del disegno di Dio  e della sua  ’Oikonomia  sulla terra,  ma secondo una nuova critica storica, secondo nuovi criteri basati sull’anthropos/uomo
E’ un capovolgimento sistemico come una nuova lettura storica, un nuovo ordine, una nuova cultura  umana e cosmica…
Bisogna partire dal principio  che tutti siamo su questa terra e tutti abbiamo lo stesso diritto di essere animali,   maschi o femmine,  uomini, viventi.
L’uomo e la sua humanitas, l’uomo e la sua naturalitas, l’uomo  che vive realmente è oggetto di studio, l’ uomo che  prima della storia stessa e prima della civiltà, al momento della legislazione e della religione, mostra il suo modo di essere  razionale,  il suo modo di porsi in natura…
Non si tratta  di una  lotta di luce e di tenebre, né di principi di  bene e di male,  ma  solo di una storia progressiva di  viventi  che vivono realmente in un preciso sistema  e in un determinato ambiente e si adattano nel loro tipico acclimatarsi organizzativo…
Nemmeno si vuole parlare di conflitto  né  di uno scontro tra generazioni,  di giovani inesperti e di vecchi esperti, ma della ragione umana contro ogni forma di autoritarismo in modo da diffondere il migliore modo di procedere verso il progresso  in ogni settore della vita,  in un processo di secolarizzazione della scienza politica, senza il muthos religioso sulla base del logos...
Si tratta  di ragionare e di comprendere in effetti come l’uomo  ben precisato  come  essere naturalis, razionalmente  scientificamente cerchi  di progredire e  tenda alla ricerca di una scienza  per un benessere e felicità personale e comunitario…
E quindi  bisogna riscoprire, mediante la tecnica illuministica, che ogni vivente  tende alla soluzione dei suoi problemi con lo studio e con la scienza con metodo razionale, con i mezzi naturali e quindi segnare  gli  aspetti  nuovi e i momenti del progresso storico, in ogni epoca…
Ora  le   philosophe illuminista è un ma^itre  à penser pienamente cosciente, però, di non poter svolgere il suo compito  di educatore se non ha uomini di ragione: lui ha funzione  formatrice se ci sono uomini razionali, naturali, cosmopoliti.
Perciò, è arrivato alla razionalità sistematica  metodologica tramite gli errori, che sono incidenti  formativi di percorso personale  storico,  sociologico, culturale,  in un ricerca epistemica che consente ed ingloba ogni aggiramento e superamento dei limiti  naturali ai fini di un miglioramento  e di una positiva tuzioristica soluzione: è  cosciente di  produrre progresso  anche se  con procedure inesatte, nonostante le deficienze strutturali, anche se scartate nel  lavoro… insomma è uomo che segue il novum organon ed è  popperiano
L’illuminista non predica, non impone se stesso all’altro, ma opera insieme con l’altro,  in una comunicazione sempre paritaria  ed  orienta l’altro in senso razionale nella direzione della felicità e del progresso  verso la meta dell’orizzonte filosofico…
La sua utilità  come  orientamento  per dare un proprio  contributo  all’uomo, a rendere funzionale ogni struttura dello stesso sistema, tetragono  contro ogni forma di tirannia religiosa morale e politica,  è connessa con la coscienza della comune e concreta vita umana, in senso comunistico, operativo,   come indicazione dei segni,  dei passi  lungo un iter sempre da definire, verso una prassi più costruttiva, con gradualità, seppure con  lentezza e fatica…
Infatti l’illuminista  tiene presente  il minore, non perché tale per natura (gli uomini nascano eguali!)  ma solo per età  o che è rimasto atrofizzato nell ‘educazione e formazione, condizionato dal contesto  cioè in quanto è uomo che non è passato dall’erudizione alla cultura, perché rimasto sotto un tutor ( padre, chiesa, padrone, signore, re)…
Non per nulla  Kant rispondendo alla domanda  Was ist Aufklaerung? dice  in relazione al valore della chiarificazione  del termine di Illuminismo in lingua tedesca: è l’uscita dell’uomo da una minorità che va imputata a lui stesso, perché incapace di servirsi del proprio intelletto, senza la guida di un altro.
Dunque, I’ illuminista ha (crede!) una funzione sociale, quella di portare l’uomo ad un nuovo ordine, segnato da  felicità e paritarietà.
Tutti   gli uomini, viventi sono mondo – kosmos  e sono partecipi  di esso  come pars del tutto perché sono naturali.
Le philosophe dall’esame  analitico dell’economia  rileva che le classi privilegiate   (nobiltà e clero)  detengono un 1/5 dei territori nazionali  con rendite e  esenzioni, protetti dal regime e dalla legislazione vigente  regale  ed ecclesiale perciò, dopo titubanze , appoggia le richieste dei borghesi , che considerano i ceti dominanti parassiti e  ne diventano  informatori e poi educatori…
Questa forma di illuminismo è ancora oggi da chiarire e da precisare secondo valutazione critica…
La resistenza comunista, fenomeno anomalo giovanile francese ed italiano-per non parlare di quello di altri popoli europei  (polacco, estone, finlandese ecc.) con la sua versione pragmatica della storia interpreta la funzione del philosophe  come possibilità educativa e formativa nella lotta di classe  tra padroni e lavoratori,  ed evidenzia un pensiero progressivo rosso, basato più  sulla comunanza di  lavoro che in senso classista…
I comunisti si appropriano degli ideali illuministici  in una volontà di  trasformare il mondo in opposizione alle filosofie idealistiche e mitiche  conservatrici della storia…
Infatti queste ritengono che nel mondo non  si consegue la  vera perfezione,  che si  incarna   nell’ideale, nella sfera sovrasensibile; il comunismo, invece, negando ed evitando perfino l’ideale nella creazione pragmatica storica è attento alla realtà e ne migliora l’attività umana, secondo  valutazione critica.
Perciò  il comunismo con la sua concezione  materialistica  e meccanicistica  tende ad individuare le forze motrici  della storia in un distacco netto dal mondo sovrasensibile cercando di dominare natura e storia con la ragione, abolendo ogni forma spirituale sovranaturale: da qui la sospensione di giudizio di fronte all’assurdo  inspiegabile con le attuali  conoscenze e  con la filosofia della scienza…
Dunque, in questo modo,  l’illuminismo  colorito dall’ applicazione classista comunista è diventato filosofia della scienza per cui il comunismo non parla di ciò che è bene e di ciò che è male, ma di ciò che avviene e che diviene nella società umana.
Non parla  in nome del diritto naturale  o della ragione suprema, ma in nome della realtà, nell’unità e continuità di tutta la storia… Vittorini  col suo Politecnico, più  e meglio di Togliatti aveva intuito questo…
Nell’illuminismo, dunque, si dà informazione la più vasta possibile e si fa discussione nei salotti, si diffondono pamplets e ci si apre alla comunicazione in varie forme.
Per questo  l’Europa  ha in Parigi il suo centro,  la città dell’eguaglianza che attira gli esuli di ogni parte del mondo: illuminismo diventa ogni espressione di libertà civile e sociale.
Dovunque penetri il pensiero illuminista,  c’è  un clima di innovazione o  volontà di riformismo, nonostante  il conservatorismo…che,  comunque, innova conservando ed operando paternalisticamente
In ogni parte di Europa c’è illuminismo ed ogni re esprime un proprio  atteggiamento  illuminato adeguando il proprio spirito ed  aprendosi alla novità riformatrice della borghesia…
A seconda dal momento storico si ha un primo illuminismo con specifiche caratteristiche ed un secondo illuminismo della generazione successiva che produrrà la rivoluzione americana e quella francese.
Se la prima è dominata da teorici, la seconda genera i principi basilari del cittadino .
Se la prima traccia le linee scientifiche, operative in senso economico ponendo problemi tra gli strati sociali  e mirando a rilevare gli aspetti   finanziari,  terrieri, oltre che politici in un tentativo di entrare a corte ed avere potere,  metodologicamente con i  grandi enciclopedisti francesi (Diderot, Voltaire)  col tedesco   Lessing  e  coi teorici delle riforme giuridico-politiche  milanesi, intorno a Pietro Verri  e   con quelli napoletani, intorno ad Antonio Genovesi,  grazie anche al contributo del pensiero di Pietro Giannone (1776-1748).
Questi  paga di persona la sua audacia  nel voler scavare sugli interessi del potere ecclesiale, nel tentare di conoscere la realtà del latifondo  terriero, dell’economia diocesana controriformistica nel saggio Storia civile del regno di Napoli...
Infatti, preso dai Savoia nei loro territori,  viene imprigionato per 12 anni per ordine di  Clemente XII e di Benedetto XIV (Cosa gli sarebbe accaduto se fosse stato vivo  all’atto della pubblicazione del Triregno a Ginevra!)…
Di fatto ogni illuminista è in relazione  al potere  e là dove c’è un principe illuminato  si tenta di  svecchiare, di innovare, di riformare  insomma di migliorare  il tenore di vita popolare  e di portare progresso  in senso fisiocratico e democratico; là dove non c’è partecipazione, dato l’assolutismo, in attesa di iniziare riforme  applicate, si parla  e si diffonde il pensiero enciclopedico e  le idee di libertà, eguaglianza e fratellanza.
Insomma l’illuminismo di per se stesso non è un movimento originale ma è un sincretismo ideologico -che ha radici nell’ellenismo, nell’umanesimo e nel rinascimento –  che tende a valori reali, concreti, precisati poi  grazie al positivismo in senso operativo.
La ricerca tende ad una pratica  realistica, in  una utilizzazione delle conquiste della scienza  che sperimenta e  dà sicurezza e fiducia al valore umano del lavoro in un uso tecnico dei sistemi razionali…
L’operazione illuministica è fondamentalmente antiautoritaristica  contraria al tomismo e al sistema deduttivo  poiché si basa su  quello induttivo e si dà valore di postulati scientifici  a quanto è evidente, non bisognoso di spiegazione alcuna: i postulati scientifici in quanto risultanze sono il fondamento razionale  del processo logico funzionale…
Dalla scienza applicata inizia ogni operazione  che produce verità elementari  indubitabili, affermate categoricamente in modo cartesiano, tanto da derivarne una lezione nuova non basata sulla parola vuota, ma sulla prassi operativa, sperimentata che dà sostanza al dire, in quanto concede concreta felicità ed autorizza fiducia per il futuro delle generazioni in una  coscienza partecipativa.
C’è chiaramente già nell’informazione  l’invito ad un impegno euristico, secondo una revisione della tradizione e della storia, con indicazioni paradigmatiche secondo precise logiche  strutturali, tipiche degli audaci...Cfr. www.angelofilipponi.com Nuova Scuola ).
L’attività umana  (perfino quella patetico-sentimentale) è sezionata per investigare ogni patto storico e naturale, in un rilievo dei procedimenti meccanicistici e  deterministici  o materialistici, proprio da alcuni francesi (La Mettrie e D’Holbac)…
In questa indagine in Francia, ma ancora di più in Italia si opera in certi settori della filosofia giuridica e  si pone come fondamento del diritto  la natura  e quindi si tratta di diritto naturale che esclude il soprannaturale, in uno studio naturale ed umano della ragione, essenza dell’uomo.
Il giusnaturalismo ( lo ius naturale) è una forma di indagine del Seicento sorta come opposizione alle espressioni  formulate dal conservatorismo del  Concilio di Trento 1545-1563, che  sottende  il predominio naturale  rispetto alla forma legislativa nella ricerca scientifica dell’humanitas  nel percorso progressistico dalla barbarie alla civiltà, dalla preistoria alla storia, dallo status  ferino a quello legislativo.
In effetti  il giusnaturalismo si sviluppa dalla dottrina stoica di Cicerone  del De legibus ,  del De Officiis e del De republica, connessa con il platonismo e lo stoicismo,   in un rifiuto dell’impostazione di Tommaso di Aquino, teologica, e da quella di  Guglielmo di Occam  che ritiene come  fonte di legittimità dell’autorità politica  la volontà divina e con essa la Sacra Scrittura…
In De iure belli et pacis  Ugo Grozio (1583-1645) afferma invece che il diritto naturale  è dato da ragione  ed è indipendente non solo dalla volontà divina  ma anche dalla sua esistenza…
La lezione  groziana  insieme a quella di  J. Locke (1632-1704) e alle teorie costituzionaliste  inglesi , determina,  in clima illuministico,  la Dichiarazione  d’indipendenza  degli  Stati Uniti nel 1776 e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo  e del cittadino del 1789 ed infine lo stesso codice napoleonico, basato sul diritto naturale.
La precisazione del diritto naturale  è in termini, però, filosofici  cioè di legge naturale  in cui il termine  natura/phusis  da nascor phuoo indica  l’azione del generare della terra  che  dà vita ad ogni cosa  senza considerare nessuno altro elemento al di fuori di essa stessa.
Natura  non ha in sé nessuna idea di soprannaturale, ma sottende solo ogni vivente naturalis.
Perciò, con diritto di natura  si comprende un corpo di norme giuridiche universali ed immutabili…
C’è in natura la lex naturae   e, quindi, la ratio di  distribuzione,  che è la ratio universalis ma anche ratio humana
Il problema, comunque, è nel fatto che  gli illuministi volendo  creare un corpo di norme   giuridiche  universali ed immutabile cadono nello astrattismo per costituire il principio di costituzione vigente… e restano sul piano teorico…
Ed allora bisogna dire che la natura. pur astratta,  pur se modificata dalla  civiltà,  ha comunque in se stessa  uno status naturae  anteriore alla civiltà, i cui principi umani salvaguardano la dignità dell’uomo…
Bisogna dire con i francofortesi ( Horkheimer ed Adorno) che la conoscenza illuministica è come quella del dittatore che conosce i cittadini, e  che dalla conoscenza ha possibilità  manipolatrice  che implica una trasformazione dell’essenza delle cose in ostacolo, messe sotto un totale dominio…
IL dominio della natura si paga col prezzo dell’alienazione dalla natura stessa,  in un  allontanamento  dall’armonia
Di conseguenza l’illuminismo  è un paradigma storico  che, però,  ha bisogno di correttivi…
Comunque con l’illuminismo, nonostante  i limiti e le contraddizioni, si ha la messa a punto dei diritti naturali e si  stabilisce tra questi quali  siano quelli  inalienabili per l’uomo  e per la costituzione dello stato.
Conosciuti i diritti di natura. perciò,   si parla  di  moralis naturalis  e  di  religio naturalis: si opera cioè con lo stesso procedimento nel tentativo di trovare in natura una moralis prima della civiltà, di una religio prima della costituzione legislativa…
Allora la morale ebraica legislativa cade con tutta la teorizzazione legalistica…
Da qui la nascita di una antropologia e di una psicologia  tese a rilevare la  ineluttabilità delle  passioni/Pathemata  e la loro necessarietà e  la loro stessa bontà in una condanna della religione cristiana che le nega e  mortifica, nella coscienza che, senza il pathos non sia possibile realizzare compiutamente l’uomo che  altrimenti viene  atrofizzato perché condizionato  dalla legge imposta da altri e non dalla natura.
Da qui la grandiosità del processo del sublime che è in relazione alla insorgere dell’emozione passionale e alla armonia stessa  naturale Cfr Angelo Filipponi, Caligola il Sublime Cattedrale, 2008))…
Diderot, infatti, dice in l’uomo e la morale:“ Volete che vi racconti un bel paradosso? Io sono convinto che la specie umana può essere veramente felice solo in uno stato sociale nel quale non vi siano né re, né magistrati, né preti, né leggi, né tuo, né mio, né proprietà mobiliare, né proprietà fondiaria, né vizi, né virtù; e questo stato sociale è maledettamente ideale
Auguste Compte  non diverge molto da Diderot  e nel Discours sur l’esprit positif (1844)  e dimostra che ricerca il reale e non il chimerico,  l’utile non l’ozioso  mediante l’indagine sull’ armonia logica nell’ individuo e sulla comunione spirituale della specie nel suo compito selettivo, sulla precisione, in contrasto col vago soprannaturale, sul  positivo rispetto al negativo: il filosofo vuole  indicare che la filosofia positiva non ha la funzione  di distruggere, ma quella  di organizzare
La sua definizione di stadi è fatta in relazione alla scientificità metodologica e al progresso.
Tali definizioni possono valere come caratterizzazione dello stadio più avanzato dello sviluppo intellettuale (e storico) dell’uomo, il raggiungimento della sua piena maturità.
Questo stadio viene chiamato da Compte appunto ‘positivo, ed è il terzo stadio dopo quello teologico e quello metafisico.
Tale successione è per Compte la legge dei tre stadi che ha validità universale ed è verificabile sia nel corso storico (con riferimento particolare alla storia europea), sia nello sviluppo delle scienze, sia infine nello sviluppo psicologico individuale. Raggiungere lo stadio positivo significa, dunque,  liberarsi da criteri non scientifici nella considerazione dei fenomeni; significa non ricorrere più a entità immaginarie soprannaturali, come nello stadio teologico o ad astrazioni personificate, come nello stadio metafisico. 
Nello stadio positivo l’intelletto si limita rigorosamente ai fatti e alle loro relazioni: alla causa subentra la legge, alla ricerca del perché la ricerca del come, all’assoluto subentra il relativo...
Il nuovo mondo comptiano realizza l’imperativo dell’altruismo,  della necessità sociale,  in una apertura  ad una religione il cui dio è l’Umanità senza  lasciare alcun posto al trascendente.
L’uomo, solo l’uomo,  è soggetto ed oggetto di studio…
La ricerca, quindi,  per un uomo di sinistra diventa infinita in relazione al progresso sociale dell’uomo e al mantenimento dei rapporti con la natura e al miglioramento stesso umano e naturale…
Ora, dunque, in questa visione positivistica  l’uomo (non il cristiano o ebreo o musulmano o buddista o altro )  ricerca il migliore modo per vivere su questa terra,  in una universale cooperazione sulla base razionale e naturale, della ricerca scientifica…
Certamente noi cristiani abbiamo forse maturato un  maggiore tasso  culturale e abbiamo fatto fruttare la superiorità nel corso  delle colonizzazioni  otto-novecentesche  e con processi presunti di democraticizzazione,  ritenendo di essere l’élite  razionale mondiale perché bianchi (Teoria dell’élite in   Angelo FILIPPONI, L’altra lingua l’altra storia) : abbiamo dominato i minori applicando la teoria di Darwin in campo sociologico   (America del Sud e Africa, Cina India, Australia ecc.)  ci sentiamo superiori  e ci siamo sentiti  tali, mentre voi musulmani (e ,in un certo senso, anche voi ebrei) avendo sperimentato la modernità  come una forza occidentale invasiva,  connessa col colonialismo  britannico e francese,  avete rilevato  giustamente la logica della prevaricazione: i pochi hanno dominato i molti e hanno avuto un tenore di vita altissimo rispetto a quello degli altri, viventi nella estrema miseria; lo sfruttamento naturale è stato  a tutto profitto della civiltà occidentale (Europa e Stati Uniti)  che è risultata una lobby economico-finanziario-politica  cristiano-ebraica.
Avete, però, reagito in modo aggressivo e violento  alla grave  invasione democratica ed avete innescato un processo di Jihad e di integralismo  religioso …
Essere di sinistra significa capire la vostra condizione senza  giustificarla e senza condannarla, studiando il proprio  percorso, specie nell’area mediorientale, facendo autocritica …
In altra sede ho trattato il problema di una terra e due popoli e di un paese e due nazioni (anche se ora esiste solo Lo Stato di Israele)..
Ora Essere di sinistra significa capire la  retta ratio dei governanti dello Stato di Israele, ma anche quella legittima di uno Stato ancora da riconoscere, quello palestinese  e sottende la volontà  di condannare maggiormente Israele che,  avendo ottenuto il riconoscimento e che avendo occupato la Cisgiordania , La Striscia di Gaza, il Golam e Gerusalemme Orientale grazie al favore occidentale e alla superiorità militare, ribadita continuamente, per decenni, tradisce lo stesso spirito sionista, socialista dei fondatori,  per favorire l’integralismo della destra ebraica, ferocemente desiderosa di estirpare i palestinesi dalla loro terra…
Essere di sinistra  comporta la decisione  di propugnare il riconoscimento dello Stato di Palestina,  legittimo  (inizialmente destinato ad essere Stato unico secondo le dichiarazioni di  Balfour e di Churchill, in cui  Israele poteva avere un focolare domestico), pur non accettando nessuna forma di terrorismo, anche se nato  da una serie impressionante di soprusi, di stragi, di soverchierie ebraiche  e di continuate ruberie, in nome di un millantato  patto eterno tra un Dio Sebaoth e il suo popolo…
Israele deve  prima non tradire la sua storia socialista e sionista e far luce sull‘integralismo della sua destra (Sikirim, Netanei Carta, e tutti i fondamentalisti ebraici  ancora viventi secondo Muthos , convinti che Dio sia con loro nella crudele volontà di sterminio dei palestinesi, in attesa del Messia) ed agire di conseguenza, dopo aver fatto  autocritica …
Israele sia contento di essere stato legittimo e viva in pace con i fratelli palestinesi,  che hanno subito infiniti torti,  costretti al terrorismo per far conoscere la loro infima condizione di uomini senza terra, di stranieri in patria, di prigionieri  di guerra…

Meglio la pace  con attuazione dei trattati che il possesso di Gerusalemme est…

Ogni giovane ebreo ( non estremista) ama la sua terra, il suo prossimo,  la vita  da libero … riconosce gli stessi diritti  ai coetanei  palestinesi  convinto  di poter realizzare una vera koinonia: ai politici,  degni seguaci di Joseph, figlio di Giacobbe,   sia  il compito di realizzare il sogno  della pacifica convivenza secondo il razionalismo classico ellenistico di creare di  più popoli un solo popolo, al di là dei credi, in relazione ai loro padri costituenti, uomini  veri di sinistra...