Da gens taeterrima a perfida
L’Occidente e il pontificato romano nei primi cinque secoli non hanno avuto mai problemi con i giudei che avevano avuto dimora a Roma o erano transitati per l’Urbe per dirigersi tra il 70 e il 135 verso la Spagna e la Gallia o anche verso la Germania e le regioni orientali oltre il Danubio.
In quelle regioni i giudei sconfitti, consapevoli della loro condizione(Giustino Inizio del Dialogo con Trifone), cominciarono a costituire quei modi di vivere ebraico che poi saranno tipici e dei “sefarditi” e degli “askenaziti”, che, dopo la galuth adrianea, durante il periodo antonino e poi severiano svilupparono caratteri diversi da quelli della madrepatria e da quelli rimasti in oriente o rifugiati presso i correligionari di Parthia o presso gli ellenisti sparsi per il Mediterraneo o viventi ad Alessandria e nell’ alto Egitto, ormai di lingua greca.
I giudei si erano disgiunti dalla setta cristiana antiochena anche se a lungo avevano mantenuto i rapporti con i seguaci di Giacomo e con la cosiddetta “chiesa primitiva di Gerusalemme” ed avevano bollati i cristiani come apostati e li avevano maledetti: la Birkat ha Minim la dodicesima benedizione ebraica dell’Amidah, era espressamente rivolta contro i “nazareni” cioè i seguaci di Gesù: “periscano in un istante i nazareni e gli apostati”, ed avevano pregato contro la nuova forma religiosa, deviata dalla Torah.
Dal 400 a.C..dopo la lettura di Ezra e il nuovo patto, si era costituita la religione della legge.
Allora il tempio il culto e la legge hanno un valore unitario che è proprio per il significato che acquisisce la sinagoga con lo scriba e con il maestro di saggezza...
Inoltre ci sono molte critiche e molti versi blasfemi e satirici contro Gesù nelle varie Toledot di Yesu “l’appeso”: non è il caso di soffermarci sull’ odio dei giudei contro i seguaci di Cristo…
Roma nei primi tre secoli ebbe funzione di Capitale e la Chiesa romana era ben povera cosa, anche se il titolo di vescovo comincia ad avere un valore solo nel 4° secolo, dopo un secolo che la città ha perso la sua funzione di Caput mundi ed è solo una città famosa perché da essa è sorta l’impero, ma in Occidente ormai è superata da Milano e poi da Ravenna oltre che, dopo la riforma Dioclezianea da altre capitali imperiali come Treviri, Sirmio, Nicomedia…
Il termine taeterrimus (superlativo di taeter ) era stato dato da Tacito che doveva aver visto (o sentito parlare) gli eccessi giudaici in Africa e a Cipro durante la guerra di Kitos e che aveva rilevato l’infedeltà nei confronti di Traiano durante la spedizione contro i parthi e l’invasione della Mesopotamia, ma poi, dopo la sconfitta di Shimon bar Kokba, il giudaismo era rimasto come nascosto, come se volesse scomparire per non essere schiacciato dal potere imperiale romano…
Il termine indica ripugnanza da parte romana nei confronti degli ebrei e sottende deformità dell’individuo di cui si parla e di cui si rileva la bruttezza più spirituale che fisica …
Nell’impero romano, dunque, i giudei rimasti si erano come mimetizzati in Occidente e al Nord, mentre rimanevano vivaci solo quelli alessandrini ed antiocheni per parlare delle comunità maggiori…
In Oriente gli ebrei si erano mescolati con i parthi e con gli arabi. Nuclei di naziroi e di giudeo-cristiani penetrano lentamente in Arabia orientale verso Kufa e da lì passano parte, dopo essersi allontanati dalla confluenza dei due fiumi mesopotamici nell’Iran e alcuni ad ondate scendono verso l’Oman…
Dopo il concilio di Calcedonia, molti gruppi giudaici e giudeo-cristiani, o cristiani nestoriani e monofisiti già stanziati in Higaz, penetrano nell’interno del Nagd, ma anche verso Sud, lungo la costa fino all’Hadramaut… e saranno attivi perfino con lo stesso Maometto …
La fondazione di Costantinopoli, comunque, nel 330 sull’antica Bisanzio, fa cadere anche gli ultimi segni di Potere, che Roma manteneva: Costantino e i suoi figli, barbari, ignoranti, secondo il pensiero di Giuliano l’apostata, trascureranno Roma e saranno tutti dediti a costituire la Nuova Roma e ad ingrandirla…
Questa impresa propria dei Costantinidi e Teodosiani dura oltre un secolo e sconvolge l’impero: grande rilievo ha la corte e quindi l’amministrazione politica ed economica oltre al sistema religioso della Capitale nuova col suo ruolo ora predominante, specie dopo che il cristianesimo è diventato religione ufficiale dell’impero ed è iniziata la colonizzazione cristiana mediante un radicale esercizio di annientamento dei pagani e degli ebrei: a Roma, quindi, è rimasto solo il vescovo cristiano, che svolge una funzione secondaria in quanto è succursale di una ecclesia orientale (Antiochia forse o Efeso). La Chiesa romana, considerato lo scarso valore rispetto a quelle orientali, per quasi quattro secoli tenta la scalata verso posizioni di riguardo nei confronti delle chiese dominanti di Costantinopoli- Antiochia e di Alessandria, in nome di una apostolicità discussa…
In questa lunga logorante lotta per conquistare un qualche potere , le eresie del II e del III secolo dànno una qualche opportunità di far sentire la voce del vescovo di Roma – che è , si badi bene, voce greca di un papa orientale – anche se sovrastata da quella del collegio dei vescovi di Africa e specie di quella di Cartagine (Cipriano ad esempio) o di Milano, seppure cerchi di avere una sua dignità ed auctoritas nei confronti delle chiese occidentali, di lingua latina, di Spagna e di Gallia, in nome della antica potenza politica di Roma…
Solo con Massimo il Confessore, Pseudo Dionigi e specificamente con Pseudo Isidoro nel VII secolo sembra che si inizi in ambiente occidentale e a Roma in specifico, a parlare di un nuovo ruolo, quasi di antagonista nei confronti delle chiese ancora protagoniste di Costantinopoli e di Alessandria.
E in questo periodo si usa il sintagma latino iudaica perfidia e si comincia a pregare per i perfidi giudei con la valenza specifica di una connotazione di fides da fidus al superlativo-(perfidus = fidissimus) che si tramuta in fanatismo religioso e in integralismo.
Lo scenario antigiudaico, però, è realmente tragico agli inizi del V secolo a Costantinopoli e ad Alessandria sotto il regno di Arcadio e poi dei suoi due figli Pulcheria e Teodosio II, in un clima bigotto e estremamente integralista cristiano, quando si ottempera ciecamente ai decreti di Teodosio I e grazie ad essi inizia la cristianizzazione forzata di pagani e di ebrei…
Giovani Crisostomo e Cirillo Alessandrino sono due uomini estremamente determinati e pervasi da zelo religioso oltre che da grande interesse politico, in una fase di grande lotta tra le due grandi Chiese in un momento in cui prevale quella alessandrina su quella costantinopolitana: si segnalano come figure di Santi e di Padri della Chiesa, essi, che fanno, comunque, da una parte, orrore per il loro intransigente integralismo e, da un’altra, pietà per la meschina azione repressiva specie contro i giudei, qualificandosi come mero strumento politico per un interesse episcopale, approfittando dell’assoluto vuoto di potere politico e sfruttando i maneggi di corte, velati sotto le forme di arianesimo e monofisitismo…
Giovanni Crisostomo patriarca e papa di Costantinopoli ha scritto molte omelie feroci contro i giudei, mentre Cirillo ( e prima suo zio Teofilo) ha annientato il genos giudaico alessandrino che aveva avuto meriti infiniti nella storia della grande città egizia…
Le omelie sui giudei e i “giudaizzanti” raggruppate col titolo Contro i Giudei (senza entrare in merito alla letterarietà e alla retorica delle omelie e senza prendere in esame il testo) sono inviti alla violenza con un linguaggio pazzesco, isterico, entusiastico e sono espressione della ferocia cristiana ora rivelata in una esplosione rabbiosa di menti represse.
Bisogna dire che non esiste (secondo me) nella letteratura di tutto il secolo ferocia maggiore contro i Giudei di quella di Giovanni Crisostomo: fa senso che un theologos possa parlare in termini così crudi e chiaramente malvagi.
Giovanni mettendo a rischio di pogrom le minoritarie comunità ebraiche viventi nelle città cristiane, convince tutti i cristiani costantinopolitani e con essi tutta la cristianità che i giudei hanno ucciso Gesù, il loro uomo-Dio: l’intento di Crisostomo è di separare nettamente cristianesimo e giudaismo mettendo i cristiani giudaizzanti di fronte alla necessità di una scelta radicale, anche se lui è stato uno dei più convinti a mantenere il legame tra Vecchio e Nuovo testamento. Un paradossale mistero l’animus di Giovanni Crisostomo!
Nelle otto omelie, quindi, Crisostomo cerca di dimostrare di quali nefandezze siano colpevoli i giudei, secondo il tipico metodo della polemica anti-giudaica e anti-ereticale, consistente nella diffamazione dell’avversario…
Per esempio, Crisostomo sostiene che le sinagoghe sono postriboli, caverne di ladri e tane di animali rapaci e sanguinari, e che i giudei sono animali che non servono per lavorare, ma solo per il macello (Om.,1,2).
Egli aggiunge precisando e parlando di feroce bestialità: infatti le bestie dànno la vita per salvare i loro piccoli, i giudei, invece, li massacrano con le proprie mani per onorare i demoni, nostri nemici, e ogni loro gesto traduce la loro bestialità.(Ibidem,1,6).
Invita poi i cristiani a separarsi nettamente e a non avere niente a che fare con quegli abominevoli giudei, gente rapace, bugiarda, ladra ed omicida (Ibidem IV,1).
Personalmente, leggendo Giovanni Crisostomo, mi sono persuaso che ogni integralismo è pernicioso: quello ebraico antiromano e quello cristiano antipagano ed antiebraico e quello islamico contro l’Occidente americanizzato e l’America stessa, sono espressione di una stessa faccia: il clero, se dominante sulla laicità, impone il suo dettato dogmatico a laici, non ancora capaci di razionalizzare il processo mitico-religioso, ancora presi e angosciati dal phobos della rivelazione divina, di cui è garante il clero, grazie all’usurpazione dell’ esegesi allegorica...
Comunque, a Roma nel momento del processo di Massimo il confessore, strenuo antagonista del monotelismo, accettato a Costantinopoli dall’imperatore Costanzo II, il papato romano cominciò ad avere un valore nuovo, non del tutto noto grazie al sacrificio e al martirio del Papa e alla grandezza dello stesso confessore, che si evidenziò nel sinodo lateranense specificamente nel II Concilio Costantinopolitano nel 680-681…
Integralismo giudaico-cristiano ed integralismo islamico sono due stesse forme di una medesima faccia...Torah, Vangelo e Corano, come parole di Mosè, Gesù e Maometto, devono solo aver un valore privato di purificazione individuali e non essere un respiro divino, rivelazione diretta di Dio, l’unica via di salvezza…ogni uomo deve procede nel suo orientamento, alla ricerca di un proprio percorso, il migliore possibile, in relazione alle sue specifiche qualità e possibilità, secondo la propria sensibilità… la Chiesa cattolica solo dopo la Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II nel 1965, è entrata in una nuova logica di apertura verso ogni altra fede e specificamente verso l’ebraismo e riconosce la figura umana del Messia aramaico, antiromana, da cui è venuta poi la fides christiana filoniana, paolino-origeniana di un Christos figlio di Dio, verbum-logos, persona-upostasis della Trinità, morto e risorto redentore del genere umano…
Quindi, da un sessantennio circa la Chiesa Cattolica ha avviato un cammino di dialogo, di fraternità e di amicizia con il popolo ebraico., per cui il rapporto con l’ebraismo fa parte dell’identità della Chiesa: “La religione ebraica non ci è ‘estrinseca’, ma in un certo qual modo, è ‘intrinseca’ alla nostra religione” secondo quanto detto da Giovanni Paolo II, in “Discorso presso la Sinagoga di Roma”, 13 aprile 1986… Più recentemente papa Bergoglio, ricevendo professori, studenti e amici del Centro Cardinale Bea il 28 febbraio 2019 ha ribadito l’importanza del Centro come “il progetto più importante di studi giudaici della Chiesa Cattolica” e ha manifestato speciale apprezzamento per “la testimonianza di docenti ebrei e cattolici che insegnano insieme”…