Una lettura di L’eterno e il regno di MARIA ELISA REDAELLI (15-O7 2015)
Esposizione interessante ed originale quella del Libro l’Eterno e il Regno di Angelo Filipponi.
L’autore ha strutturato ed imbrigliato la materia storico-culturale in Parti e Capitoli che permettono di seguire l’evolversi degli eventi storici nella loro autenticità e non nella dispersione dei fatti.
Essi si intricano bellamente tra loro creando l’equilibrio delle parti ed inducono al ritorno, al ripensamento, volto alle varie tematiche.
In tale modo, ogni lettore, oltre ad acquisire notizie inedite e linguaggi diversi, latino, greco, aramaico ecc. può districare la propria attenzione seguendo le vie reali della struttura letteraria, che è costruita con precisione puntuale e rigore compositivo.
I protagonisti spaziano tra i luoghi ben collocati geograficamente sicché colui che legge accompagna con l’occhio della mente non solo i loro spostamenti, ma quasi, pare di entrare, nel procedere, per le vie, per i cardi romani, o per stradine antiche ed entrare negli edifici.
E’ esemplare la ricostruzione di Cafarnao. In un contesto archeologico riprendono vita i selciati, emerge la compattazione delle strutture, gli usi degli spazi nelle varie parti della casa, gestiti con la finalità di bellezza e fruizione d’insieme. Ciò appare efficacemente anche nella costruzione di Damash a pag.316 e sgg.
Le costruzioni sono i significativi indizi di un’abilità teatrale sia per gli attori che per i veri protagonisti. Gli spazi effondono la propria corporeità, assieme al piacere della varietà degli incontri e della assoluta compresenza dei personaggi naturali, nonché delle visioni della vita quotidiana sia degli aristocratici che degli umili, i quali trovano anch’ essi angoli ove svolgere i loro ruoli dai più grandi ai più piccoli.
Belle, affascinanti, attraenti, strabilianti le ville in cui essi abitano: così con acume estetico l’autore comunica i loro fini, quali stupire ,esercitare il potere, attrarre e convivere.
La convivenza, infatti, esercita una larga presa sugli animi. Vi si annidano i ricordi, gli amori, i legami, i tormenti (vedasi il capitolo di L’ alabarca e i suoi ospiti pag. 103 e sgg)
L’aspetto dell’importanza del denaro, dell’uso che ne viene fatto, del come procurarselo e del come impiegarlo suscita ammirazione per come esso sia stato studiato e reso autenticamente. Non c’è nulla in questa opera scritta che sia stato utilizzato fuori uso o travisato.
Degni poi di estrema attenzione e meditazione le descrizioni del profondo psicologico dei protagonisti. Essi sono sovrani, taluni per testare il proprio potere sia grandiosamente che malvagiamente, ricorrono a tutte le modalità strumentali, dettate dalla follia, dall’egoità narcisistica, o dalla presunta capacità di potenza. Anche a quei tempi come testificano Tacito, Svetonio o Dione Cassio accadevano orrendi crimini, come ai nostri giorni!
Le molte sfaccettature dell’amore umano trovano intesa nelle singole persone che vi ricorrono e che vorrebbero, in qualche modo abusarne.
Molto nutrita risulta la parte conclusiva Spiccano le testimonianze sulle tematiche del Malkuth ha shemaim/ Regno dei Cieli sull’originale apertura mentale di Giulio Erode Agrippa emblema dell’ebreo contemporaneo, che vive un’esistenza altalenante tra ebraismo dogmatico e messianismo regale.
Questa visione, che è nuova ed antica insieme, rimanda a quel meraviglioso periodo della nascita e della svolta totale del pensiero religioso che entra in indagini di indirizzo teologico elevato. Anche questa è storia, ma è la revisione in ciascuno di noi, della storia personale ed unica, senza paragoni e o contraddizioni poiché essa è nutrita dalla Fede e dall’ intesa sociale che diventa agape.