Per una revisione del contesto romano storico, politico -economico dell’epoca di Iesous Christos Kurios
Nella mia ricerca sempre mi sono chiesto il motivo per cui Oniadi ed Erodiani abbiano in comune il nome Ioulios/Iulius.
Mi sono risposto intorno agli anni settanta quando scrivevo, sulla base della traduzione di Antichità Giudaica XIV, XV, XVI, XVII,(Trad. inedita) Antipatro padre di Erode ed Erode basileus, figlio di Antipatro, dove rilevavo la presenza del nome Ioulios per il padre e per il figlio (opere ancora inedite).
Poi, traducendo Filone, mi accorgevo che il filosofo, oltre ad essere chiamato Ebreo o alessandrino, era detto anche Ioulios, così come suo fratello Alessandro Alabarca e l’ altro fratello il naukleros Lisimaco e suo nipote Giulio Tiberio Alessandro.
Comprendevo specie da Legatio ad Gaium e da In Faccum, oltre che da De Ioseph e de Opificio e Vita di Mosè, Vita contemplativa e Quod omnis probus, che esisteva una particolare figura di Methorios e che era presente un tipico politeuma (una specifica costituzione/politeia) in Alessandria con Senato e Sinedrio, e rilevavo l’attività trapezitaria e il rapporto tra la domus antonia e l’alabarca epitropos, therapeuoon di Antonia, nonna di Caligola.
Con la ricerca mirata non solo su Filone ma anche su Flavio (Antichità Giudaica XVIII, XIX, XX, opere edite ) , oltre che sugli autori latini e greci per scrivere Caligola il sublime, opera di revisione storica, ho compreso il connubio tra la finanza giudaica sadducea templare e quella leontopolitana alessandrina oniade, esteso ad un privilegiato rapporto con la domus giulio- claudia tanto da rilevare le connessioni finanziarie tra Augusto, Tiberio, Caligola e Claudio e i giudei filoromani ed ellenisti.
Nel contempo mi si manifestava sia in Iudaea che in Egitto una cultura aramaica propria di una popolazione barbarica, collegata con le genti mesopotamiche della stessa razza e lingua, ferocemente antiromana, tanto da poter rilevare la loro musar opposta alla paideia ellenistica.
Mi si presentavano due mondi opposti: uno commerciale e scientifico grazie al fattore imprenditoriale giudaico finanziario methorios, innovatore, ed uno agricolo mesopotamico, attardato, conservatore tanto che Filone parlava di un mondo civile, ellenico, kosmios, basato su Philanthropia e praooths che si propagava universalmente in senso democratico e liberale, grazie all‘armonia data dalla casa Giulio-claudia, che favoriva la crescita finanziaria ed economica dei popoli ed autorizzava gradualmente l’integrazione di ciascuna etnia nell’ordinato sistema romano-ellenistico; ed un altro barbarico, impostato nei valori contrari, in quanto illiberale, irrazionale, selvaggio, passionale, spietato nell’ira.
Filone divideva il kosmos in hllenes e in barbaroi e faceva l’apologia del commercio e della propagazione di nomos, eleos e charis, di dikaiosunh ebraica secondo l’antica forma di tzedaqah, evidenziando l’origine aramaico-mesopotamica della stirpe con la conseguente integrazione nel sistema ordinato razionale, naturale mediterraneo, tramite il filtro della cultura lagide alessandrina ellenistica…
Filone celebrava perfino nell’impero romano, agli inizi dell’epoca caligoliana, un ritorno di un’età saturnia…fiducioso in una nuova era col figlio di Germanico, Neos sebastos /nuovo Augusto...
Questo benessere era opera della famiglia Giulia, di cui erano parte integrante gli erodiani e gli oniadi, anche loro Ioulioi, gestori del potere economico, philantropoi, philhllenes, trapezitai, emporoi, naukleroi, già infiltrati come methorioi tra le popolazioni barbariche come avanguardia della politica romana, svolgenti il compito di cambiavaluta al confine non solo tra l’impero romano e quello Parthico ma anche tra quello parthico e l’Arabia meridionale e l’India, tra l’Egitto e l’Africa centrale, tra il Ponto Eusino e la pianura Sarmatica ...
Ora se consideriamo, fatta questa premessa, che giuli sono i figli e nipoti di Erode, Giuli l’alabarca e i suoi figli e tutti gli oniadi possiamo comprendere il reale valore di tale parentela con la casa regnante, per cui non sorprende che il connubio tra finanza giudaica e potere imperiale diventi sempre più stretto da Cesare fino a d Augusto e Tiberio e crei un progressivo aumento di capitale Giulio tanto che Caligola, ridimensionando il senato per le gravi difficoltà dell’erario pubblico, rileva l’abnorme capitalismo ebraico e la connessione tra Giudaismo (sia aramaico che ellenistico) con la Parthia, destinata ad entrare nell’orbita romana, e la centralità di Alessandria ai fini operativi sia economici che finanziari e decide il trasferimento di Capitale.
I giuli erodiani, sadducei, e gli oniadi, seppure scismatici da Gerusalemme, in nome della propaganda romano-ellenistica, basata sulla razionalità e naturalezza, sulla liberalità, risultano, comunque, il motore economico- finanziario dell’impero romano per oltre un secolo, senza contare la pericolosa frenata del periodo caligoliano, sia in Occidente che in Oriente (più in Occidente per la presenza di un mondo barbarico -ancora da organizzare integrare e potenziare in senso liberale e democratico secondo le linee della paideia greca, nonostante le riluttanze del ceto druidico- che in Oriente dove è comune la formazione culturale con la basileia).
Il porto di Alessandria (sia quello sul Mediterraneo che quelli sul Nilo), quello di Cesarea Marittima, di Efeso, di Corinto, di Dicearchia /Pozzuoli, di Marsiglia sono dominati da naukleroi/armatori e da trapezitai/banchieri ed emporoi/commercianti giudaici che hanno una rete di addetti finanziari coi loro banchi di cambiavaluta e che prestano denaro ad usura a tassi diversi…
Più mi inoltravo nella lettura dei testi filoniani e negli studi tecnici specie su Giulio Erode Agrippa, fratello di latte di Claudio e sulla politica innovatrice di Caligola (neoteropoiia ed ektheosis) più serrato mi appariva il vinculum non solo tra gli erodiani e gli oniadi ma mi si rivelava la centralità finanziaria ed economica di Antonia minor, figlia di Ottavia e di Antonio, che con i suoi ministri finanziari- specie Pallante e Callisto che poi faranno la fortuna di Claudio- dominava e l’Oriente e l’Occidente, imponendo la sua politica innovatrice giulia con sua nuora Agrippina e coi suoi nipoti maggiori Giulio Cesare e Druso minore, avendo mire espansionistiche in terra parthica…
Si rilevava perfino un contrasto nella corte tra Tiberio, claudio, e i giuli, nella gestione economica e finanziaria con due politiche una conservatrice ed una innovatrice, una aristocratica ed una democratica popolare e militare tendente ad aperture verso l’India alla conquista di nuovi mercati, dopo aver saturato quelli pontici, sarmatici, cimmerici e caspici, in una ripresa dell’espansionismo germanico da sud, seppure frenato dalla morte di Druso Maggiore e dalla sconfitta di Varo, e nella direzione orientale parthica con penetrazioni dal Ponto lungo la linea danubiano- sarmatica, secondo i piani di Germanico, bruscamente interrotti nel 19 d.C…
Era quello di Germanico un programma di ripresa dell’espansionismo militare- non conforme alla volontà di Augusto- e con esso della penetrazione dell’economia giudaica verso l’Oceano indiano, da una parte, e verso le terre settentrionali afgane e le steppe nel nord asiatico, inesplorato, da un’altra…
La politica di Germanico avrebbe decuplicato le entrate nel fisco imperiale e il patrimonio dei giuli erodiani e oniadi, che già avevano avviato la loro attività bancaria sulla scia delle indicazioni programmatiche del padre di Caligola, che guidava tutto l’Oriente dal 17 d. C. dopo il trionfo sui Germani, con tribunicia potestas ed imperium proconsulare maius straordinario, in quanto erede, figlio adottivo di Tiberio, successore designato per volontà di Augusto stesso, in quanto figlio legittimo di Druso Maior, suo fratello.e di Antonia Minor…
Dopo la parentesi di Seiano (26-31) e di Macrone (31-37), in un clima di stragi e di morti dalla parte Claudia e da quella Giulia, il giudaismo ellenistico compatto, in quanto giulio, era schierato con l’indirizzo giulio, in relazione alla sua ascesa politica e militare dal periodo della guerra Alessandrina (Cfr. Antipatro padre di Erode ed Erode Basileus ed altri articoli in Sito)…
Cesare, dictator romanus, imbottigliato nel pantano Alessandrino durante la guerra Alessandrina, subito dopo la morte di Pompeo, liberato da Antipatro padre di Erode, lo ricompensava dopo la battaglia del Nilo con la politeia/cvitas romana col titolo di Ioulios per lui e perla sua stirpe nel 47 a.C. e dava anche privilegi all’etnia giudaica oniade tanto da farla risultare superiore ai macedoni-greci, alla aristocrazia lagide dominante fino ad allora in Egitto…
Cesare, nell’occasione, aveva ricompensato apparentemente allo stesso modo i giuli erodiani e i giuli oniadi, ma in effetti aveva dato agli uni un potere politico-militare, agli altri un potere, economico finanziario, connesso con la loro funzione religiosa, in un certo senso, equiparata a quella sacerdotale di Hircano…
Per il rapporto coi primi rinviamo agli studi di Giudaismo romano, mentre per la societas con gli oniadi mi sembra opportuno precisare che una cosa sarebbe un dare appalto di riscossione generale facendo una koinonia (koinonian poieomai pros tina– faccio società con qualcuno) ed una invece l’altra (sumballomai sunousian tini-entro in società commerciale con qualcuno).
Perciò, siccome non si conosce esattamente con quali clausole abbia dato il nomen, si ritiene che Cesare abbia dato titolo per fare sunousia con gli oniadi, già vincolati coi lagidi nella stessa funzione finanziaria…
Quindi , Cesare ricompensava,- dando il monopolio delle banche, fino allora limitato al territorio del solo Egitto, in tutto il Kosmos romano, con protezione Giulia, dilatando la sfera di attività ebraica – il nonno o il padre di Filone, di Alessandro alabarca e di Lisimaco, e tanti altri discendenti di Onia IV che insieme ad Antipatro avevano aiutato Cesare nella difficile situazione in cui si era cacciato, facendo dubitare Svetonio sulla sua prudentia – in obeundis expeditionibus dubium cautior an audentior (Cesare LVIII).
Ora Cesare nel ricompensare i filoromani puniva gli antiromani, quella pars aramaica filoparthica, avendo oltre tutto intenzione di fare una spedizione contro Fraate re di Parthia nella volontà di stroncare i legami e le connessioni di sangue e di lingua con i giudei transeufrasici, che avevano determinato la sconfitta di Carre e vendicare il collega triumviro, attuando i suoi piani di invasione, dopo la sua elezione a Re in Roma…
Anche B.Brecht (Gli affari del signor Giulio Cesare, Einaudi 1959) aveva intuito che la grande politica si faceva a Roma, in età cesariana, con i debiti (maggiori erano i debiti per grandi ideali e maggiore era l’impegno di tutti i creditori a realizzarli più del debitore stesso!)…
Da ciò derivava l’esistenza di una pars antiromana, di cultura aramaica integralista, -variamente punita da Erode prima e poi dai suoi figli e dai prefetti della Iudaea coordinati dagli epitropoi di Siria -sempre più sferzata e gravata dai pubblicani – che era tesa al Malkuth ha shemaim ed attendeva l’arrivo di un Messia liberatore dal fisco imperiale, dalla schiavitù romana, in quanto convinta di aver come padrone solo Dio…
Con Caligola al potere la frattura tra la pars giudaica ellenistica e quella aramaica era divenuta incolmabile perché il benessere degli ellenisti giudei sia gerolosomitani (sadducei ed erodiani) che alessandrini e cirenaici era così alto da stridere con quello del popolo (operai, agricoltori, allevatori di bestiame e piccolo e medio sacerdozio), incapace di sopravvivenza, data l’esosità romana: le differenze si notavano durante le feste nel periodo di convivenza, negli stessi luoghi templari, specie a Pasqua …
Caligola intendendo livellare il giudaismo e limitare la supremazia dell’etnia ebraica in Alessandria, scelta come residenza imperiale e come capitale per l’impero, volendo un’unità e centralità di potere con la monarchia assoluta, equiparava e fondeva auctoritas e potestas e si assimilava a Zeus, Basileus di uomini e dei, ed entrava in conflitto con gli ebrei romani, con quelli alessandrini, giuli, e con quelli sadducei ed erodiani, giuli, che, comunque, davanti alla bia facevano un formale ossequio con lo stesso socius e praetor, Giulio Erode Agrippa, tetrarca di Gaulanitide, Batanea, Traconitide, Auranitide e di Galilea e Perea ( Cfr. Caligola il Sublime)…
Dopo l’eccidio del 38 d.C. degli ebrei di Alessandria (cfr In Flaccum) , dopo l’ektheosis, la neoteropoiia contemplava l’installazione del suo Colosso nel tempio di Gerusalemme e il culto di latria per la sua deità da parte di tutti e la guerra contro i Parthi, dopo il trasferimento di capitale in Alessandria e la riduzione della ricchezza ebraica a favore delle altre etnie… Caligola probabilmente pensava solo ad un’atimia di breve corso, per tutta la durata dell spedizione parthica: per lui l’etnia ebraica aveva grandi meriti , come il suo maestro turannodidasklos Giulio Erode Agrippa, che era andato in prigione.sotto l’ultimo Tiberio per amor suo ,in sua difesa…. .
Caligola voleva solo limitare, non annientare la potenza finanziaria ed economica ebraica prima di stabilire la sua residenza in Alessandria, da dove dirigere le operazioni militari contro la Parthia, avendo già pronti gli eserciti di invasione con i piani cesariani ed antoniani, cosciente di dover diffidare degli ebrei aramaici ben collegati con i fratelli di lingua e di religione, transeufrasici…
A questo punto, – non so se sono riuscito a spiegare bene quanto ho detto sugli Ebrei Giuli di Giudea e di Egitto, data l’equivocità dei termini -, mi chiedo cosa i tanti accademici, studiosi dell’età imperiale e quelli di Storia del Cristianesimo possano dire sulla Domus Giulio- Claudia, sulla Costituzione del Cristianesimo, sulla figura umana di Iesous Christos kurios, sui Vangeli e la loro scrittura, non avendo alcuna competenza su un dato così importante per la definizione del contesto storico!…
Eppure li sento parlare in Tv, fare dibattiti e seminari sull’argomento, seguiti da parenti ed amici che applaudono e che normalmente disapprovano il mio pensiero, rifiutando le mie risultanze storiche, pur ben documentate: sono attirati dallo spettacolo e dai nomi degli intervenuti che ripetono le solite cose, dicono sempre il solito rosario di notizie vecchie e si beccano, scherzando tra loro, sproloquiando su una storia-mito raccontata a bambini…
Anzi un amico, cristiano, colto, è giunto al punto di bollare, bonariamente, me e i miei pochissimi alunni come “nu vranche d matt” “un branco di matti”…
Personalmente mi sento molto coerente nella argomentazione e nei procedimenti logico-discorsivi, nonostante la difficoltà dei temi e delle connessioni e, perciò, procedo seguendo la mia strada – anche se i miei cari, non comprendendo, non mi ascoltano né leggono-. Eppure, nonostante tutto, da laico, ho dubbi dove sia la pazzia…