Filone e la generazione
Dal De Vita Mosis di Filone Mosè risulta il modello di una figura di erudito del periodo ellenistico, che è superiore ad ogni autore greco ed egizio, in quanto Anhr theios che, guidato dalla ragione, è basileus/ re , legislatore/ nomotheths e propheths/ profeta e quindi iereus /sacerdote.
Per Filone, la creazione del mondo /kosmopoiia di Platone è ebraica in quanto opera di un demiurgo, come ogni altro insegnamento greco sia pitagorico che eracliteo è considerato derivato dalla cultura giudaica.
Insomma per Filone, sommo filosofo theologos della diaspora, fratello dell’alabarca Alessandro, il trapeziths per antonomasia ( cfr L’eterno e il Regno),alessandrino, epitropos, curatore del fisco imperiale per i discendenti di Antonio, la cultura giudaica è la base del sapere ellenistico, incomparabilmente superiore a quello persiano ed egizio.
Prima Aristobulo e poi Flavio vedono in Mosè il prototipo di ogni sapere umano e come il precursore e dei legislatori e quasi ispiratore dei poemi omerici ed esiodei …
Queste sono affermazioni che sono motivate dall’immenso rilievo che il genos ebraico ha in epoca giulio-claudia, grazie al suo sistema finanziario, perfetto, e alla protezione della domus imperiale, di cui Filone porta lo stesso nomen gentilizio, concesso da Giulio Cesare stesso durante la guerra alessandrina.
Filone ha piena coscienza di essere civis giulio ed individualmente , come persona, di essere un eletto e un profeta, anche lui, in quanto appartiene ad un popolo di santi: infatti sa con Isaia (50,4) che il signore ha dato un a lingua da iniziati, donata per la perfezione dell’apprendimento e dell’insegnamento.
Inoltre è convinto di essere parte di una comunitas/Koinonia voluta da Dio per cui sta scritto in Esodo 19,6 : voi sarete per me un regno di sacerdoti, una nazione santa…
Tutti gli ebrei? e solo pochi sono gli eletti ?
Certamente Filone accetta nel numero dei segnati, degli iscritti nel regno dei cieli, solo quegli alessandrini ebrei, di stirpe oniade, che formano il politeuma di Alessandria ed hanno un senato ed un sinedrio, insomma, la classe dirigente sacerdotale, nata dalla stirpe oniade (da Onia IV, fuggito da Gerusalemme e stabilitosi ad Alessandria dietro invito ed accoglienza da parte dei Lagidi intorno alla fine della prima metà del II secolo a.C) : Filone e gli oniadi aspirano a sostituire nel tempio di Gerusalemme il sacerdozio sadduceo, come gli esseni, ed hanno un loro tempio in Egitto per il culto, che, seppure scismatico, paga il tributo a quello di Gerusalemme …
Sono forse considerati eletti anche gli erodiani, i discendenti di Antipatro e di Erode, coi quali condividono il nomen Giulio…
Ora un uomo facente parte della massa, quindi escluso del privilegio giulio e non eticamente impostato, dedito solo alle sostanze inebrianti, alla copulazione, alle necessità corporali , incapace di una vita spirituale in quanto ilico (da Ulh secondo la cultura alessandrina arrivata fino a Clemente – Stromateis-) non può appartenere al clero e quindi far parte degli eletti /pneumatici …
Per Filone il popolo si dimentica dell’ essere a immagine di Dio e a sua somiglianza, non può neanche chiamarlo pathr e non ha diritto di figliolanza…
Da qui forse l’equivoco di generazione nel mondo ebraico nella cultura e nella lingua, definita lingua santa.
La stessa lingua ebraica , infatti , è priva di termini che segnano la generazione, l’accoppiarsi, e non indica bene i membri sessuali maschili e femminili e perciò usa termini per indicare metafore e fare allusioni o per celiare, data la gravità ed austerità ebraica …
Secondo Maimonide (La guida dei Perplessi, Utet, 2003, p.531) esse sono cose delle quali non si deve parlare e, quando la necessità lo esige che se ne parli, ci si ingegna di farlo con espressioni metonimiche , riprese da altri termini, così come quando la necessità esige che le si debba compiere, ci si nasconde il più possibile.
Sembra che perfino ci sia una motivazione quasi un telos / uno skopos ben definito, come se ci fosse una necessitas che impedisce la definizione organica del sesso.
Lo scopo è la non menzione del sesso, visto e sentito negativamente anche se funzionale alla riproduzione, che però deve essere in relazione ad una cultura diversa da quella cananea, cioè quella mesopotamica di Abramo, uomo emigrato da Ur ad Harran e poi ad Hebron.
Dunque, Filone parla di sé come uomo perfetto e del suo popolo come di un popolo santo ,dopo aver definito il fine dell’uomo come concezione degli intellegibili, percezione della divinità, degli angeli, delle opere di Dio…e di norma non parla della mutazione di forma e di materia, se non come espressione umana e morale…
Il suo discorso è quindi solo per teleioi /perfetti? Per la classe sacerdotale?
Comunque, se c’è urgenza, viene insegnato un modo per dire espressioni metonimiche che si rifanno a termini relativi, a certe e specifiche necessità fisiologiche, ma si nasconde sotto un termine indicante le vergogne/ ta aidoia tutto ciò che indica riproduzione ….
Infatti Gid è l’organo sessuale (Isaia48.4) che viene chiamato tendine in quanto nel Deuteronomio(23,2) è scritto E un tendine di ferro il tuo collo, ma anche versatorio/ shafkah in un preciso riferimento all’azione ieculatoria
L’organo femminile è definito qevathah cioè il di lei stomaco in quanto qevah significa stomaco mentre il suo utero (rehem col puntino sotto la h) è il nome della parte delle interiora dove si genera il feto.
A dire il vero, anche gli escrementi e l’urina e il seme, essendo cose impure, sono da non dire e perciò si usa per il primo So’hah col puntino sotto shin per intendere che sono rimasugli che escono (da iasha’ uscire), cose di cui vergognarsi.
Il nome dell’urina è meme raglayim mentre quello di sperma indica emissione di seme shikvat zera…
Dunque non ci sono reali nomi per indicare generazione per cui si usano alternativi verbi come giacere, maritare, scoprire le nudità ecc.
Lo stesso yishgal che potrebbe valere atto sessuale, secondo Maimonide (La guida dei Perplessi, ibidem p.532) non vale accoppiarsi ma indica solo accostarsi ad una concubina come donna preposta a tale compito come le schiave di Lia e di Rachele …
Sembra che esista un diritto al tempo di Abramo che ha già ad Harran una moglie legittima, Sara, della sua stessa stirpe ed una concubina, Agar di stirpe egizia conviventi nella stessa tenda.
Forse c’è un altro diritto ,quello cannaeo, che divide le tende a seconda della legittimità del matrimonio del signore, che ora è stanziato in un’altra terra.
Questo è il caso di Giacobbe che anche per Flavio (Ant, giudaiche, II libro ) dopo aver convissuto con le due mogli legittime ,figlie di Labano, della sua stessa stirpe mesopotamica, ora a Canaan deve cambiare costume andando a fare il dovere maritale ora in una tenda, quella di Lya e della schiava Zilpa dormienti nello stesso letto, ora in un altra , quella di Rachele dormiente con la sua schiava Bila…
Secondo il diritto cananeo, dunque, il patriarca deve fare le sue prestazioni sessuali,stabilite mensilmente , con visite alle sue legittime mogli, che, comunque, possono dare all’occorrenza anche la propria schiava…
Ad Hebron, dunque, Giacobbe, già maturo, deve svolgere un compito gravoso a causa della gelosia delle due donne che concedono prima Bila e poi Zilpa al loro legittimo marito…
Sorgono contrasti tra i clan ed anzi si arriva alla profanazione del letto paterno in quanto Ruben, primogenito di Lia appetisce Bila e sembra giacere con lei nel letto paterno dell’altra tenda, perdendo ogni diritto di progenitura …
Per Maimonide, comunque, il termine schiava Shegal indica la concubina destinata a tale uso per la procreazione di figli: l’atto non implica , né sottende piacere né amore, né particolare affezione o passione amorosa come quella di Giacobbe per Rachele…
Secondo il filosofo ci sarebbero due azioni ieculatorie quella con la coniuge e quelle con la concubina, ambedue legittime, ma l’uso è quello mesopotamico e non palestinese, cioè della tradizione di Abramo, evolutasi in terra cananea a contatto con altre culture…
Ora Filone avendo una concezione di perfezione sacerdotale sa bene che un ebreo va vergine al matrimonio come Giacobbe e come Giuseppe ( cfr. De Joseph di Filone) che non ieculano prima di sposarsi, né si masturbano, ….e che si ci sposa solo per avere figli legittimi…
E’ questa una regola di perfezione sacerdotale, che poi è ripresa dal sacerdozio christiano, che nel quarto e quinto secolo d. C. poi congiunge la santità pneumatica sacerdotale con la rinuncia al sesso e con il celibato ecclesiastico, segno di un’elezione divina …
Forse lo scandalo delle agapete determina un irrigidimento della morale cristiana, che inizia a propendere per il celibato anche perché è imminente la promulgazione della maternità verginale della Madonna ad Efeso…