Commento di Marco Calistri a “Caligola il sublime”

Pur essendo io un amante della storia e della stotiografia, NON sono uno studioso e non ho nemmeno una formazione classica, conosco il latino in modo sub-elementare.
Naturalmente, quindi, non ho seguito pienamente alcune parti del libro; in particolare quando, all’inizio del libro, l’autore approfondisce in modo più massiccio alcune caratteristiche di quegli storici e filosofi, che hanno trattato di Caligola (p.e. il discorso sulle “Furie” di Seneca).
Ma, nonostante questo, ho apprezzato il libro per intero, perché il taglio che ha il libro è gradevole e piacevolmente lineare.

Il libro ha rappresentato per me un’eccellente occasione per capire meglio il periodo, cruciale per la storia romana, corrispondente alla vita di Gaio Caligola. Anche nel mio caso, da studente mi sono imbattuto su una banale descrizione della vita di Caligola, basata sul fatto che lui fosse pazzo. Leggendo il libro mi sono reso conto invece della situazione particolare delle fonti storiche di questo periodo, fonti su cui Filipponi ha fatto un lavoro notevolissimo, e alla fine l’autore mi ha convinto della genialità, sublimità, dell’azione politico-religiosa di Caligola nei suoi 4 anni di impero.

Per me, oltre al lavoro sulle fonti, il grande valore del saggio è riscontrabile in due aspetti; il primo è l’articolata descrizione dei principali personaggi storici che influirono nella breve vita di Caligola: Germanico, Agrippina, Tiberio, la nonna Antonia, Erode Agrippa. Bella descrizione anche dal lato psicologico. Il secondo aspetto è che dal libro emerge con chiarezza la differenza tra la politica di Tiberio (di carattere tradizionale e conservativo, rispettoso del senato e del ceto equestre) e la nuova politica di Caligola, basata sulla “neoteropoiia” e sulla “ektheosis”. Nella seconda parte del libro, la nuova politica e il tentativo di divinizzazione dell’imperatore (che poi è la prima causa del conflitto con ebrei aramaici e alessandrini) sono molto ben descritti.

Sento di consigliare il libro sia agli “addetti ai lavori” sia a chi, come me, piace l’approfondimento storico.

Confermo, come il lettore precedente, che la veste grafica del libro è banale, vecchia, e non all’altezza dell’opera.

Commento di Marco Calistri | 4 febbraio 2011 |