La Chiesa christiana ha divulgato il Vangelo?
PINDARO- Pitiche ,VIII,128-134
Epàmeroi (esmen) siamo di un sol giorno.
Ti de Tis; Che cosa è uno? men ou tis; che cosa è nessuno?
Skias onar /anthroopos l’uomo è sogno di un’ombra (Ma qualora venga una luce dal cielo tutto diventa fulgore intorno agli uomini e il tempo si fa dolce).
L’uomo è sogno di un’ombra, se laico: vive e muore, inconsapevole di tutto; neanche si accorge degli anni trascorsi sulla terra e, seppure nobile, non lascia traccia di sé, anche se si logora nel lavoro, solo ed infelice, sempre anelante verso una meta.
L’uomo, se è clero, individuo di una collettività sacra, è sogno di un’ombra, mortale ed effimero, ma vive nel sublime ideale e celebra la Madre Chiesa, servendo ad una causa comune: è luce allora per gli altri, paradigma di santità.
Don Alberione, diffondendo il Vangelo nel mondo, è editore di Dio, diakonos funzionale, eterno, per gli uomini.
Don Alberione è l’inviato –apostolos– di Cristo alla diffusione del Vangelo: è uomo convinto che i Padri i Dottori, gli scrittori della Chiesa sono Maestri nella Fede, sono Apostoli nella stampa, sono interpreti fedeli della Rivelazione . Perciò ritiene che divulgare gli scritti e il pensiero dei Padri, dei Dottori degli scrittori ecclesiastici è cosa sapiente, è via sicura , è opera meritoria innanzi a Dio e agli uomini. Essi infatti sono quelli che hanno scritto bene di Dio, del suo Cristo e della Chiesa. Per il valore intrinseco i loro libri hanno resistito all’opera distruggitrice del tempo, ed hanno pur oggi una freschezza, una modernità, un’efficacia molte volte sorprendenti ( prefazione a Erma, Il Pastore, a cura di P. Osvaldo Tosti, Pia Società s. Paolo,1945)….
L’apostolos è l’inviato da Gesù in tutto il mondo a predicare il vangelo
(Marco 16,15,) e a diffonderlo tra il volgo in quanto Diadidous colui che diffonde.
Gesù, infatti, (Matteo 28,19) dice: Andate ed ammaestrate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo ed insegnate loro tutte le cose che io vi ho comandato.
Anche Giovanni ( 20,21) ed Atti degli apostoli (1,4-14) confermano che Gesù inviò per mezzo di loro da Oriente fino in Occidente il santo ed incorruttibile annuncio della salvezza eterna/ dia autoon to ieron kai aphtharton khrugma ths aiooniou soothrias.
Ma la Chiesa, ha veramente svolto questo compito di annuncio santo ed incorruttibile dell’eterna salvezza?
O ha pensato solo a strutturare un pensiero romano-ellenistico- dopo essersi organizzata in senso amministrativo, secondo la dioikesis oniade– sul logos, sulla trias divina, sulla verginità di Maria e a consolidare un credo secondo concilia, per un’élite, destinata alla conservazione dei dogmi, mantenendo l’ignoranza popolare pagano-cristiana?
Noi ci poniamo – essendo la chiesa diventata una, santa, apostolica cattolica (romana) -tre domande:
1. ha svolto la sua missione di propagazione vera del Vangelo ( o di una sua forma essenziale) in modo da chiarire – o almeno da mostrare- la non assurdità del mysterium?
2. ha diffuso la parola di Dio (evangelica) o una sua theologia secondo slogans ed ha giocato proprio sul mysterium, consapevole che ciò che non è spiegabile, diventa sacro ed aumenta in venerabilità ?
3. come ecclesia, ha volgarizzato il suo credo, teologico, dopo che fu fissata la forma del simbolo niceno-costantinopolitano, dando una qualche possibilità di reale adesione al cristianesimo ad uno che viene battezzato da bambino?
La chiesa non ha fatto nessuna di queste operazioni!.
Secondo noi, la Chiesa creò nel IV secolo, grazie ai Padri della Chiesa orientali e poi anche a quelli Occidentali, una theoria romano-ellenistica cattolica/universale, come base per la gerarchia, lasciando il popolo nella sua ignoranza, dando solo prescrizioni, riti liturgici, festività, alcune forme simboliche, mentre irrigidiva le strutture amministrative, diocesane, concedendo speranze ultraterrene, accompagnate da una legalistica impostazione con precisi doveri per l’accettazione della quotidianità di vita, dolorosa, prospettando nel cielo un premio eterno, come compenso al male esistenziale.
Dunque, l’evangelizzazione non è stata cura/epimeleia della Chiesa, neanche in epoca teodosian; telos ecclesiastico non è stato il kherugma, ma solo la volgarizzazione di alcuni elementi della christologia , dopo la dogmatizzazione dell’incarnazione del figlio logos in una Virgo/Parthenos della transustanzializzazione eucaristica, oltre la memoria del Christos vivente, con la fissazione di alcuni slogans, come logia di facile memorizzazione e di pratica utilità morale, da opporre all’etica ebraica e pagana, perseguitate.
La struttura comunitaria è utile solo ai fini di un comune credo, teologico, ellenistico, basato sulle opere, come paradigma di un altro vivere, amoroso, rispetto alla comunità pagana e perfino a quella giudaica, ancora più rigida verso la consonanza di ergon e logos, data la valenza omnicomprensiva di azione e di parola in Davar/cultura e del senso di giustizia ebraica…
Chi può fare la professione di fede cristiana col testo del Credo in latino o in italiano? Chi non è dotto, non può dire credo coscientemente, ma lo dice senza sapere il valore delle formulazioni costate tante controversie, lotte, guerre.
Nessuno, se non eccelso theologos, capisce il reale valore del credo: forse neanche io che ho operato sul dogma cristiano per quasi 50 anni? Il papa, forse?
Penso con grande tristezza che neppure un papa possa dire con un tuzioristica possibilità o possa mai aver detto di capire le formulazioni del Credo?
Infatti tutti diciamo: crediamo/pisteuomen….
il credo attuale semplificato, ( A domanda e risposta), comunque, snatura il significato stesso della professione di fede circa il Figlio, concepito di Spirito santo!
E’ stata questa la missione comunitaria dell’Ecclesia, specie romana occidentale nel seno dell’impero romano?
E’ stata questa la funzione ecclesiale: mostrare la piccineria della creatura che crede e la infinita grandezza del Dio creatore, ineffabile!?…
Una chiesa -preoccupata del primato, vista la sua derivazione e dipendenza da quella antiochena e poi costantinopolitana, anche loro in lotta con il potere imperiale, per la loro impostazione sacerdotale, come auctoritas proveniente direttamente da Dio, in opposizione a Costantino e ai suoi figli e poi a Teodosio e ai teodosiani, (tesi a creare una visione cesaropapista, in cui il totale potere era nel sovrano, legge vivente e simbolo della eirene e quindi della protezione di Dio Sebaoth )- impone un suo credo TEOLOGICO e riti con prescrizioni giudaico-cristiane, misteriosi!.
Inoltre l’ecclesìa romana, mentre è in una strana dipendenza con quella Alessandrina, essendo in antagonismo con quella antiochena e costantinopolitana, ha solo la possibilità di adattarsi ai culti e alla tradizione romano-ellenistica nella fase iniziale!
E poi, col tempo, la Chiesa può presentarsi, a seconda delle zone e della ubicazione ecclesiale in Occidente o in Oriente, con un suo articolato sistema di vita diversificato, a seconda delle situazioni storiche, di eventi, di episodi, in relazione a precisi contesti!.
Ma, non volgarizza la sua comunicazione, che non è tale perché non c’è parità tra clero e laico: anzi il sacerdote, eletto di Dio, non comunica ma predica ed impone, secondo le regole della gerarchia, il proprio pensiero al popolo, avviato alla pietas religiosa da bambino, che non viene educato, ma viene traumatizzato con il mysterium fidei…
Non è il prete -che ha una poetica religiosa, elettiva – che può mandare un messaggio semplice, con un piano dell’ espressione adeguato rispetto al piano dei contenuti elementari, adatto ai poveri di spirito e agli ultimi: il sacerdote esprime con retorica persuasiva il suo pensiero cristiano, incurante di chi, ignorante, ascolta, interessato al fedele già indottrinato, complice del mysterium!
Quando ancora la ecclesia era in formazione e non aveva una sua effettiva costituzione comunitaria, se non quella data dal fondatore secondo lo schema essenico-giacobita, il cristianesimo si era diffuso solo in certe zone della Siria e dell’Asia Minore e in aree portuali, anche greche, vivendo accanto (e poi sovrapponendosi) alle sinagoghe di appartenenza di ogni individuo ebreo, secondo le formule generali ebraiche.
Perciò un galileo ad Antiochia si univa con i compatrioti viventi in città e formava con loro una comunità propria; uno di Giudea o dell’Idumea faceva la stessa cosa ad Efeso e ad Alessandria, dove le comunità ebraiche formavano gruppi consistenti rispettivamente di 100.000 persone e di 500.000 con numerose sinagoghe e didaskaleia.
Nell’impero romano specie in Oriente, dunque, funzionavano due tipologie di seguaci del Christos, quella dei discepoli di Giacomo e quelli di Paolo…
I riti, i comportamenti e il sistema di vita erano ancora ebraici, ma diversa era la concezione, a seconda dell’impostazione aramaica o di quella ellenistica.
Ora il sistema giakobita, in Gerusalemme, era quello aramaico, quello di Paolo in Antiochia e nelle varie succursali era una forma mista in quanto vivevano mescolati elementi giudeo -cristiani e pagano-cristiani, pur dentro la sinagoga giudaica, che inizialmente li ospitava.
Mentre gli aramaici vivevano secondo il sistema arcaico mesopotamico e restavano puri nel loro sistema di vita tradizionale, di cui garante era la Chiesa di Gerusalemme con Iakobos, i giudeo-cristiani, invece, si riunivano e celebravano il sabato e le altre feste ebraiche, di norma mescolandosi con le altre etnie, pagane e quindi entravano in conflitto con l’elemento farisaico ed essenico.
Insomma inizialmente il nazireo e il cristiano potevano anche rimanere sullo stesso piano dell’ebreo, che andava regolarmente in sinagoga come ogni altro fedele e parlava la sua stessa lingua e seguiva le regole e le prescrizioni di legge della comunità, in cui si trovava a vivere.
Nel seno della comunità si parlava della venuta del Signore, della sua morte in croce e della resurrezione e della promessa di un suo ritorno da trionfatore…
C’erano, però, due modi diversi di attesa/parousia, che provocavano scontri e scismi, oltre che litigi: una era quella del vangelo di Paolo (Luca , Marco), l’altra quella del vangelo di Iakobos/ Giacomo (Matteo e Lettera di Giacomo) (Cfr www.angelofilipponi.com Giacomo e Paolo): oltre a queste, successivamente si formò anche quella del Vangelo di Giovanni in ambiente efesino.
Ora quella di Giacomo, fratello nella carne di Gesù, aveva il valore della continuità col messaggio, secondo anche la tradizione familiare davidica, connesso con la cultura aramaica di tipo essenico e si basava su una comune lingua aramaica e su una profonda congiunzione col mondo transeufrasico, partico, antiromano, propria della musar, del Malkuth ha shemaim.
Essa si basava su un Gesù umano, messia, un unto davidico, non figlio di Dio , e si accettava(?) la generazione particolare verginale da Maria senza implicazioni con Padre, tramite lo Spirito santo, e specie si credeva sulla morte e resurrezione del Christos …
I naziroi costituivano una ecclesia che rimase ferma e salda nella sua rigidità barbarica ed andò alla guerra contro i romani e alla distruzione del Tempio .
La comunità, dopo un breve esilio da Gerusalemme, ritornò in città, insistendo nella sua politica antiromana e connessasi con Shimon bar Kokba, riconosciuto Messia da Rab Aqiva, stanziato a breve distanza, ad Erodion, aveva resistito all’esercito romano, ma era stata vinta da Adriano, che aveva sterminato la popolazione ed aveva distrutto Sion, tanto da cancellarne il nome, che fu sostituito con quello di Aelia Capitolina.
Non per nulla Eusebio in Storia Ecclesiastica 4, indicava una nuova lista di vescovi di Gerusalemme, con nomi ellenistici…
Con Adriano c’è la galuth aramaica, la dispersione degli ebrei, ma anche la dispersione dei seguaci del Regno dei cieli, divisi anche loro in sette come gli ebionim, i naziroi e gli Helcasaiti…
Essi, non potendo rifugiarsi in territorio romano, a loro precluso, si stanziavano ai limiti, alla periferia dell’impero Partico, dapprima e in Arabia settentrionale, e da lì seguivano le vicende dei giudeo- christianoi – con la loro affermazione grazie a Costantino e a Teodosio-sui pagani e sugli altri ebrei contribuli, specie in Alessandria-.
Mentre a loro si aggiungevano gli eretici cristiani ariani, e poi nestoriani e monofisiti, dopo i concili di Nicea, di Costantinopoli e specie di Efeso e di Calcedonia, essi, costituiti gruppi con altri ebrei dispersi, lentamente penetrarono, ad ondate, in Persia e poi in India, ed anche nell’ interno dell’Arabia.
Dunque, da una parte, gli ebrei con i i resti nazirei e con giudeo-cristiani, esiliati, ed altri giudei cacciati da Alessandria da Cirillo si indirizzarono verso l’impero sassanide nella zona di Marw e, da un’altra, penetrarono lungo le coste del mar Rosso (Higaz ) ed Yemen arrivando anche nell’impero Aksumita, sulla costa africana e su quelle del Golfo Persico, giungendo perfino all’Hadramaut, lungo il litorale del Mar di Arabia …
I Christianoi, dopo aver conquistato con l’autorizzazione teodosiana la supremazia religiosa rispetto alle altre religioni, compiuti i normali eccessi di tutti i vincitori (famosi i casi di Alessandria con la fine dei Terapeuti e con l’uccisione di Ipazia), si impossessarono delle basiliche pagane, delle sinagoghe ebraiche con didaskaleia, e al loro posto eressero, perfino negli stessi luoghi, le chiese cristiane, dopo fastose cerimonie di inaugurazione…
Cirillo, patriarca di Alessandria, fu così abile a manovrare perfino l e derrate alimentare, destinate a Costantinopoli tanto che si impose all’ autorità prefettizia: fomentò sulla base di pretesti e di cause fittizie, una guerriglia urbana contro gli euchiti o messaliani, contro i terapeuti e contro gli ebrei in genere che furono massacrati in gran numero.
Quasi 100.000 ebrei- mentre venivano cacciati oltre 200000 e lasciati donne e bambini senza cibo e senza averi- furono imprigionati dai nemici cristiani: fu una espulsione quasi totale con sterminio della comunità ebraica che viveva là dal momento della venuta di Onia IV in Egitto, l’anno 146 a.C…
Non si può dire che il diadidous /apostolos, neppure agli inizi, sia propagatore tra il volgo del vangelo perché non ha il permesso di predicazione nella società pagana e perché non ha alternativa reale con il sistema ebraico già radicato nell’imperium, anche se molesto, divenuto in epoca antonina illicita pietas…
Dunque la bandizione /kerugma non esiste, ma c’è solo una propagazione in segreto nella cerchia di contribuli, in riunioni private e nella vita operativa che si trasmette la speranza di un ritorno del Christos…
Gli eventi storici fanno,comunque, naufragare tale attesa anche nella zona efesina, dove maggiore è il contributo apostolico , come anche ad Alessandria, dove maggiori sono le ripercussioni in senso antiromano…
Propagare ( e diffondere) il vangelo è diventato una bandizione, dopo una certa ristrutturazione delle fonti- cioè si fa un bando reale evangelico, con cui si proclama tramite un araldo una novitas culturale, una nuova cultura, basata sull’amore, sulla morte e resurrezione del Christos- dopo che gli apostoli, diadidontes, avendo l’obbligo della divulgazione, hanno possibilità concrete di diffusione, trascurando il crimen di lesa maestà,…
Christos è via, veritas, vita diventa slogan popolare dopo la traduzione di Girolamo di Stridone con un’allitterazione di tipo cesariano Veni, vidi, vici di grande efficacia retorica, una bandiera in Occidente, Improponibile per l’Oriente Christos odos, aletheia, bios …
La divulgazione avviene per gradi e dapprima solo in sinagoga, cioè all’interno delle comunità giudaiche in cui è sorto il fenomeno cristiano, specie ad Antiochia, poi ad Alessandria, ad Efeso, sulle coste dell’Egeo dell’Asia minore, nelle zone dei porti: si passa da una terminologia aramaico- ebraica sottesa ad una greca in quanto la diffusione avviene ad opera più di giudeo-cristiani, ellenistici che di aramaici…
Secondo il sistema di trasmissione popolare, senza schematismi filosofici e teologici. in cui la pistis individuale in Christos viene esaltata dalle buone opere e dalla nuova koinonia christiana…per quasi due secoli il cristianesimo si propaga solo in Oriente, in lingua greca, ed ha un suo sistema di propaganda sulla base delle theoria giudaico ellenistica di Filone, sul contributo delle Lettere di Paolo e sulla scuola apocalittica efesina di Giovanni, ma resta nell’ambito asiatico, con propaggini in Grecia, anche se ha come centri Efeso ed Antiochia…
Non c’è una reale divulgazione popolare perché si tende alla teleiosis di tipo essenico e terapeutico, a dare paradigmi di perfezione pratica e comunitaria nella zona efesina …
Diversa è invece la propagazione da Alessandria, che è un faro culturale ellenistico da secoli e che si irradia in senso giudaico, data la numerosa comunità ebraica, verso l’Africa mediterranea (specie la Pentapoli cirenaica) e verso la penisola italica e la capitale dell’impero, tesa verso tutta la sfera occidentale, grazie all’ attività portuale delle marinerie giudaiche e al sistema di amministrazione trapezitaria ed emporica...
Anche a Roma nella chiesa orientale romana, ancora dipendente dalle metropoli asiatiche, si crea una cultura di vita parthica, in relazione, però, ad una perfezione, nonostante l’amministrazione con banche e con emporia, gestiti dal patriarca romano…
Filone mostra le diverse forme di ellenizzazione nel I secolo, secondo modelli come quella di Noé , di una nuova rigenerazione o quelli di Loth metoikos nella zona del Lago asfaltide, salvato da Dio perché capace di mantenere la sua fedeltà alla legge pur vivendo in un contesto di malvagità, da cui si sa separare: la forma tipica dell’apoikia alessandrina filoniana, oniade, è quella della‘ameicsia (Cfr. ameicsia filoniana) che potrebbe ancora avere rilievo nel corso del II e III secolo d.C. in Roma…
Ogni propagazione giudaica è, comunque, su base legalistica, anche se in colonie greche dell’interno continentale ed ha un intento commerciale: si ha, quindi, una divulgazione connessa con i sistemi pitagorico-stoico-platonici, in quanto tesa a diffondersi nelle zone interne, anatoliche, armene in cui già era lo spirito christianos.
Non è però una divulgazione secondo direttive comunitarie comuni a quelle antiochene ed alessandrine: da qui le eresie che sorgono in quanto sono difficili i rapporti, poiché talora le comunità restano isolate, anche se capaci di sopravvivere autonomamente secondo lo spirito legalitario giudaico-cristiano , seppure in assenza di capi riconosciuti…
Mentre gli ebrei venivano perseguitati, in epoca sia antonina che severiana, i cristiani ormai ben distinti dai pagani, data la loro condotta comunitaria ormai accentuata in senso essenico e considerato il pensiero filoromano dei loro maestri, arrivano indenni fino a Filippo l’arabo …
Solo con Decio (249-251) i christianoi furono obbligati, come cittadini romani, a sacrificare agli dei dell’impero e a conservare il libellus con l’attestazione certificata dell’adempimento del sacrifico e del luogo di culto: coi cristiani erano colpite tutte le altre pratiche religiose orientali di moda allora a Roma, in quanto la politica restauratoria dell’imperatore contrastava con quella di Filippo, cristiana…
La lettura di Eusebio è da mettere in relazione con la situazione difficile dell’impero che combatte contro i Goti (battaglia di Abrittus) – cfr Zosimo,Storia nuova I,23.1,. in difesa dei confini e che vuole l’adesione di ogni civis, censito, alla politica difensiva.
I cristiani sono, invece, pacifisti e predicatori di una non belligeranza e fanno indignare i pagani con le affermazioni apocalittiche e con il loro pensiero sovranazionale in quanto si ritengono appartenenti ad un regno celeste e seguaci di un Dio che, nella sua paternità, assegna a loro un premio eterno per la loro peregrinatio terrena dolorosa, secondo la stessa testimonianza di papa Fabiano che è in lotta con i novaziani…
La persecuzione seguita con Treboniano Gallo (251-3) e con Valeriano (253-260) e diviene capillare con Diocleziano (283-305) che, inoltre, si inserisce nella linea della divinizzazione della persona dell’imperatore, già espressa da Caligola e da Domiziano…
Il cristianesimo della chiesa christiana, divenuto religio licita con Costantino, non modifica la sostanziale politica, ma resta ancora nella sua posizione di minoranza religiosa rispetto al paganesimo dominante in ogni parte dell’impero, a causa della lotta tra ariani e cattolici e vista la restaurazione pagana da parte di Giuliano l’apostata …
Dopo i decreti di Teodosio ne 391-92 la Chiesa si divulga, desiderosa di cristianizzare uniformemente l’Oriente (là dove ci sono ebrei, eretici e pagani) e l’Occidente, che è ancora quasi del tutto pagano.
Ora cambia lo stesso significato di divulgare e di divulgazione che è proprio della area di vulgus popolo latino ed indica una massa finora esclusa dalla conoscenza ed edotta mediante indottrinamento, non solo con una diffusione propagandistica ma anche con un’esposizione concreta e precisa ai fini di omogeneizzare i vari fruitori, di altra confessione, confusi a causa di rivolgimenti politico-militari, emotivi e tendenti all’ imitazione, in quanto puerili ed ignoranti, data la religio superstizione irrazionalistica pagana…
Infatti divulgare sottende l’azione di vulgare di spandere tra la folla ciò che è non conosciuto come evento o quanto è tenuto segreto da parte di alcuni già indottrinati, che vogliono far partecipi altri del loro sistema di vita.
Specie in Vulgata, participio perfetto di vulgo, as, che vale come divulgata, la Chiesa cattolica romana indica la versione latina fatta da Girolamo per ordine di Papa Damaso, adattata come testo ufficiale e liturgico in quanto editio vulgata di una traduzione dei Settanta, greca, ad uso delle Chiese occidentali.
Solo, però, questa edizione, definita Vulgata ad opera di Erasmo d Rotterdam, di Le Fevre d’Etaples fu poi sancita dal concilio di Trento…
La Chiesa non ha, comunque, volgarizzato il credo cristiano, ma ha solo fatto una versione per gli Occidentali che restano nella loro ignoranza dottrinale, e che seguitano, pur cristianizzati, nei loro riti pagani, assimilati con quelli della nuova religio: solo il clero legge e commenta la Bibbia e i Vangeli, mentre il popolo illitterato e quindi, non degno di commentare i principi dogmatici, teologici, ben strutturati in sede conciliare in Oriente, è volutamente lasciato nella superstizione religiosa e nelle sue forme associative, ed è manipolato con aggiunzioni e abbreviazioni anche terminologiche, per immetterlo in una sfera sacra di sincretismo mitico, per incatenarlo al mysterium…
Il vulgus deve essere, per quanto possibile, in relazione alle sue conoscenze mistico-pagane, fatto partecipe del complesso mysteriun fidei di Christos uomo-dio ,verbum logos, persona upostasis della Trias/trinità divina, incarnato ad opera dello Spirito Santo per volontà del Padre, nel seno della Vergine Maria, in epoca augustea, e deve essere attirato col fasto delle cerimonie e dei riti ancora di più se secondo formule segrete non comprensibili, come quelle ridicole delle arcaiche corporazioni dei salii, degli auguri ed aruspici….
Mentre l’élite sacerdotale occidentale, specie romana, ben connessa con la cultura dei padri orientali dai primi secoli fino alla guerra gotico-bizantina, diventa col pontificato romano un unicum con la cultura bizantina, fino all’ avvento dell’islamismo, il vulgus assimila superficialmente la cultura christiana e la connette con quella pagana tramite l’inglobamento del vecchio sistema religioso con quello nuovo, grazie alla sovrapposizione delle forme artistiche cristiane su quelle idolatriche, e alla consacrazione delle nuove chiese sulla base delle basiliche pagane, e grazie alle acquisizione delle ville romane da parte del clero romano, che d’altra parte ne è già erede naturale (cfr. Domus/ Famiglia Anicia)…
Mu’awiya, dopo lo morte di Alì, essendo state conquistate la Siria il Libano e la Palestina, nel 637, sotto il secondo Califfo Uman, essendo già l’islam penetrato in Mesopotamia, verso il golfo Persico e verso l’Egitto, stabilì il potere degli omayyadi a Damasco.
I califfi omayyadi, raccogliendo l’eredità greca, si preoccuparono della guida politica più che della religione e della teologia e tesero a dare rilievo ai siriaci e a Gerusalemme, dove lasciarono operare i profeti ebrei e cristiani e quindi cercarono di staccarsi dalla cultura araba e favorirono le tradizioni bizantine, che già erano operanti fra gli arabi siriaci ed ebbero rapporti con i melchiti di Damasco (la potente famiglia tribale dei Kalb che dominava sulla confederazione delle tribù samaja) cfr. Hans Kung, Islamismo pp.232-242, Bur 2005…
Già Maometto stesso aveva avuto rapporti culturali col nipote di Kadigia, Wanaga ibn Naufal, che doveva essere un nazireo che conosceva bene l’aramaico (l’arabo non è dissimile da questa lingua) e che, conoscendo la Bibbia, vedeva nelle visioni del profeta qualcosa di simile all’ esperienza di Mosè, circa la rivelazione di Dio …
Per noi la Vita di Mosé con la sua figura di Re, nometheta, Profeta e sacerdote, è paradigma per Christos e per Maometto … da qui deriva il comune messaggio monoteistico di ebraismo, di cristianesimo e di Islam….
Per tutto il Medioevo, a cominciare dalla venuta dei Longobardi fino all’inizio dell’Umanesimo, la mistione pagano-christiana comporta la costituzione di una fides basata su Dio, su Christos, sulla concezione di vita terrena come un passaggio effimero, come un pellegrinaggio di sofferenza, utile ai fini del conseguimento del premio eterno nella patria definitiva: il pensiero di Agostino della Civitas dei predomina nelle coscienze volgari dei populares laboratores, cioè di una massa destinata alla manovalanza da sfruttare per il bene del sacerdotium e della nobilitas (Cfr. A F. L’altra lingua l’altra storia,cit.)
La chiesa cattolica, nonostante gli inviti ad un ritorno alla povertà evangelica da parte di eretici e da parte della cultura bizantina, specie quella monastica del Monte Athos, tende invece a consolidarsi come Romanitas imperiale, come stato assoluto, auctoritas contro le potestates humanae (anche regie e perfino imperiali) considerate diaboliche Cfr. Dictatus papae…
Nel frattempo si serve delle masse, rusticae, ignoranti, sia per le costruzioni che per la gestione dell’accoglienza, delle elemosine, organizzando i riti ancora pagani a cui aggiungono forme cristiane: la chiesa crea un sistema nuovo di raccolta di fondi con le elemosine e con la pietas religiosa, fondando una base finanziaria ed economica di grande funzionalità non solo nella curia papale, a Roma, ma anche nei monasteri, nelle sedi episcopali, incaricati del servizio delle basiliche secondo lo schema carolino sia culturale che comunicativo.
Fari di conoscenza sono gli scriptoria delle abazie; i grandi e piccoli monasteri diffusi in ogni parte di Europa accentrano e coordinano il lavoro dei laboratores e creano artes e mestieri, in modo da far funzionare autonomamente la comunità agricole sulla base della villa romana secondo le nuove esigenze cristiane, ora sotto il controllo ecclesiastico, di norma, di un abate.
E le masse sono strumento della chiesa da utilizzare secondo la logica del momento e vengono educate solo visivamente, con statue, con pitture e con il muthos anche pagano e con esempi biblici, istoriati sulle pareti delle cattedrali prospicienti la piazza o all’interno dei Duomi….
Col potenziamento della struttura oniade amministrativa e con l’irrigidimento della impostazione paradigmatica christiana ortodossa, mediante il sistema conciliare, si assolutizza il dogna e si radicalizza il dominio sacerdotale col primato romano sulle altre sedi .
Mai si è cercata in effetti la comprensione da parte del popolo e tanto meno si è tentato di creare una rete di razionalizzazione dei contenuti, mediante paradigmi operativi, e semplificazioni al fine di dare un’idea, ma si è preteso solo una ripetizione passiva rituale e cultuale con preghiere sbiascicate e deturpate orrendamente dal popolo ignorante di cui si teme il furore, come di una calamità naturale ricorrente periodicamente (nelle Rogationes si dice perfino: a furore rusticorum, libera nos, domine)…
Dunque, il popolo è stato evangelizzato come sono state islamizzati Siria, Libano, Palestina ed Egitto nel settimo secolo dagli Omyyadi? ….
Come dare i logia di Cristo a masse che non conoscono nemmeno nella sua humanitas il Christos, che è una costruzione ellenistica teologica di un mortale, che viene divinizzato, secondo procedure mistico-misteriche pagane, assimilato al logos del kosmos, figlio unigenito di Dio, uno e trino ?….
Ora l’evangelizzazione sottende due distinte attività:
- L’annuncio del vangelo è fatto per la conversione dei non cristiani da parte di incaricati operanti secondo slogans di facile comprensione della vita e morte e resurrezione del Signore, non secondo la formula del credo;
- L’azione della comunità dei credenti in Cristo è utile per trasformare la società e renderla adeguata alle esigenze evangeliche dopo una vittoria militare, voluta da Dio padre, ispirata dallo Spirito Santo.
In questa fase dunque evangelizzazione da euangelizein), indica l’annuncio di una buona notizia, come annuncio di una vittoria, quella di Costantino su Licinio…e quindi di fine della persecuzione ed inizio di una nuova vita comunitaria…
La Chiesa, fino all’epoca di Costantino, non è omogenea né unitaria se non nelle grandi sedi metropolitane, dove c’è una precisa e funzionale organizzazione amministrativa diocesana, sociale religiosa e morale, oltre che cultuale: ci sono qua e là, specie nell’interno delle chiese sparse più in Oriente che in Occidente , che hanno poche centinaia di migliaia di fedeli, che hanno credi differenti a seconda della evangelizzazione ricevuta, spesso da eretici, rispetto ai 50 milioni di idolatri, ben organizzati in ogni paese e specie nelle città dell’impero, dal clero pagano.
La costruzione iniziale cristiana. è artificiale ed è una risultanza di una eresia giudaica: il christianos vive in forme comunitarie senza pagare le tasse allo stato, risultando come massa senza diritti civile, che ha ceduto al patronus la propria identità civile, che quindi è civis unico pagante, come un aristocratico faceva coi suoi clientes, nonostante il sistema diocesano che ingloba un numero di uomini e donne non inferiore ai 50.000, che funziona anche come sistema bancario ed emporico secondo la strutturazione coloniale oniade alessandrina….
Riteniamo che il Nuovo testamento nella sua effettiva concezione unitaria ecclesiale, contenga le testimonianze della parola e dell’azione di Dio connesse con la comunicazione, tramite Gesù Cristo uomo, collegata a spiegazioni dell’ oikonomia divina unica storia di salvezza!?
Crediamo che il Regno dei Cieli aramaico e il Regno di Dio, confusi, abbiano mandato un unico messaggio di un Christos Vivente, che sintetizza la nuova scrittura stessa della torah ebraica e di tutta la concezione teologale ebraica di Paolo di Tarso, di Giovanni evangelista e della scuola antiochena ed alessandrina?
Siamo certi che non ci sia stata interpretazione della vita, della parola, della morte di Gesù? Se i vangeli sono stati scritti dopo oltre 60 anni e poi trasmessi nel corso del II secolo, III e IV e V secolo, come non ammettere un adattamento, mirato, rispetto alle urgenze della cultura vigente, in relazioni alle situazioni e agli episodi dei tempi?! Il linguaggio delle grandi concezioni teologiche orientali, comprensibili solo se adattate volutamente da gruppi retorici elitari ellenistici, è rimasto forse inalterato in un difficile passaggio tra una cultura giudaico- cristiana ad una pagano-cristiano-ellenistica?
Il processo di Deificazione di un Messia, martus /testimone della torah, a seguito di dolorose sconfitte giudaiche militari, da parte di uomini pagano-cristiani, ancorati alla Bibbia giudaica, secondo la lezione dei naziroi basileici di Iakobos, -nonostante il contrasto di Marcione- è avviato solo agli inizi del II secolo, sulla base del logos filoniano, e del figlio del padre, assimilato nella figura del Christos venuto e destinato a tornare con la risultanza in senso neoplatonico di un Dio minore, persona di una Trias, con altre due persone Padre e Spirito santo!
Si ricordi bene: In epoca antonina quando la comunità romana, costituita da orientali che vivono secondo le patrie di provenienza Efeso, Antiochia, Alessandria, inizia un percorso di legittimazione in relazione apostolica rispetto alle metropoli, sedi di patriarcati, solo allora il sistema trinitario è un fatto quasi compiuto, anche se non è precisata né l’ousia né l’upostasis del Logos, Christos, uios!
Neanche, comunque mettiamo in discussione il lavoro che si è succeduto ad opera di tanti padri apostolici, apologisti, padri della chiesa, che hanno creato i pilastri dottrinali evangelici…
– Sul Christos, nato da una vergine, logos, persona della trias, figlio del Padre ad opera dello spirito santo si fondano:
- un messaggio divino di un Dio incarnato, venuto sulla terra per versare il suo sangue in redenzione del mondo, per cancellare il peccato originale di Adamo, morto in croce e risorto per fondare la Ecclesia, una santa cattolica, apostolica;
- una teologia, creata su base allegorica, da una scarna biografia matthaica aramaica e da alcuni detti variamente interpolati e adattati ai diversi contesti di propagazione evangelica nel seno dell’impero romano orientale, secondo un ricodificazione che diventa un sistema di propaganda e un forma di proselitismo nel quarto e quinto secolo fino agli inizi del VI secolo con una figura di Gesù Dio vivente e di un diadokos-pontefice, suo Vicario e rappresentante in terra, un thomas, un didimos visibile rispetto all’invisibile Divinità…
All’antica struttura ebraica alessandrina, si sostituisce quella ecclesiale romana del II secolo, che si dilata nel kosmos romano e funziona in Occidente, dove è a sostegno del potere regale barbarico, ancora legato all’imperium romano, di cui la centralità romana pontificale trae la sua origine illegittima….
La Chiesa è una succursale bancaria, emporica grazie alla gens Anicia, che ha un rilievo sia in Occidente che in Oriente, abile a mandare messaggi conformi ai concilia di Nicea, di Costantinopoli e di Efeso e di Calcedonia, e ad inserirsi con auctoritas, avendo un forte episcopato occidentale, conformato da secoli con quello orientale…
In Occidente, dunque, dopo la crisi ostrogotica e quella longobardica, la Chiesa, fusasi con il potere temporale franco illegittimo dei carolingi, dopo l’abrogazione di quello dei merovingi, costituito il Sacro romano impero, ha una sua impostazione e crea tensione facendo proselitismo in lotta con il sistema bizantino di origine, frenato ad Oriente e in Africa , dopo la restitutio imperiale giustinianea, dall’ Islam che, dopo la morte del Profeta, nel giro di neanche un ventennio conquista Siria, Iraq, Persia, Libano, Palestina ed Egitto, volgendosi verso l’Africa settentrionale e la Spagna.
La penetrazione islamica è simile a quella del sistema barbarico carolingio e poi ottoniano …
l’ecclesia, vinta la controversia con la potestas, imperiale ed avuta, di diritto, l’auctoritas solare gestisce il potere secondo un principio scolastico basato sullo indottrinamento delle classi nobiliari che in parte seguono la logica del militarismo arimannico e in parte tendono al monachesimo per esigenza patrimoniale …
Viene creato così l’apparato funzionale monasteriale, detentore del potere amministrativo locale, con l’ausilio delle classi dominanti nobiltà e clero, cointeressate al doppio funzionamento del monstrum papale, che, nato dall’eredità imperiale romana, può impunemente seguitare a disinteressarsi delle masse e della loro cultura religiosa, avendo bisogno della manodopera fidelis, passiva …
Fino alla controriforma la Chiesa è connessa con il sistema regale assolutistico e quindi con la gerarchia amministrativa militare e germanica …ma ha timore della calamità naturale delle masse di rustici, che periodicamente fanno ribellioni tumulti e massacri del clero,,,
Solo dopo il 1563, dopo il concilio di Trento, decisa una nuova formazione del clero, degenere per secoli, si cerca con la costituzione di seminari di reclutare ignobiles, data l’esigenza delle vocazioni sacerdotali diminuite e crollate in epoca dei contrasti con i luterani e con gli anglicani,
La chiesa cerca di dare ai piccoli possidenti terrieri la possibilità di educare i figli al sacerdotium, facendo la caritas agli elementi poveri in eccesso di figli, dando l’opportunità di una scalata sociale, esigendo gratuitamente minori e facendone l’uso che ritiene opportuno (castrazione, voci bianche, sacerdozio, contubernalis sacerdotii, familiaris espiscopii) sotto la formula della voce animarum cura…
Dopo la fissazione del credo cattolico tridentino col ribadimento del credo niceno costantinopolitano, scavato il baratro tra le confessioni cattoliche protestantiche e anglicane, costituitisi i seminari, date le regole nuove controriformistiche circa il sacerdotium, la chiesa si è preclusa la vita religiosa in sé come ricerca spirituale,
Ora essa è vincolata alla parrocchia e alla diocesi, e quindi alle funzioni del pievano e dell’ episcopos, mentre viene dato impulso ai sinodi e alle visite pastorali …
Mentre la cultura laica si affranca lentamente da quella religiosa specie in Francia e si arriva alla Rivoluzione, in Italia, le masse restano in una condizione di miseria, ignoranza, promiscuità sessuale, specie nel Meridione e nello stato ex Pontificio, fino ai primi del Novecento… e vivono paganamente il loro cristianesimo seguendo gli idoli dei santi, desiderosi del culto delle reliquie, seguendo le voci di miracoli, di mostruosi avvenimenti ad arte creati da mitologi ecclesiastici….
D’altra parte la Chiesa ha favorito il commercio della santità non solo dei luoghi di culto, ma anche delle figure di personaggi anomali, abili a fare azioni paradossali, creando una ragnatela di fenomeni a vantaggio finanziario a livello locale, provinciale e regionale di tanti guaritori, capaci di lenire i mali dei fedeli…
Vengono, allora, non solo segnalati i casi di santità ma anche creati come poli di irradiazione cultuale e come vincoli di popolazioni riunite accanto ad un comune santo, con sede nel santuario…
Segue poi un macchinoso progetto di ampliamento tramite costruzioni stesse a seconda del richiamo e del vantaggio economico dei frati che gestiscono il luogo di culto e la santità del testimone di Dio, onorato del titolo di venerabile, beato, Santo ecc, a garanzia dei benefici temporali…
La chiesa in questo modo mostra la sua abilità amministrativa oniade e diventa una piovra immensa di interessi finanziari economici, che si collega con le autorità politiche locali e nazionali ed internazionali, ai fini della migliore gestione del prodotto religioso, tessenda una capillare rete mafiosa …
Loreto, S. Gabriele, S, Rita, Padre Pio sono esempi di un commercio che produce miliardi come in passato le ossa, i simboli cristiani della croce, le reliquie, le indulgenze , gli anni santi ecc…
Mentre Maometto dà in mano al suo fedele Il Corano, Lutero la Bibbia, come aveva fatto Mosè con La Torah (i cinque libri del Pentateuco . Genesi , Esodo, Numeri,Levitico e Deuteronomio ), la chiesa non ha mai dato in mano veramente il Vangelo ai suoi fedeli, che hanno sentito solo la spiegazione dalla voce sacerdotale ed hanno sentito la messa in Latino fino al Concilio Vaticano II..
Solo nel Novecento la chiesa sente il dovere di riparare il grave errore e cerca una via nuova accanto ad una nuova predicazione evangelica sulla pressione degli exempla dei socialisti, dei modernisti, che esigono elezione sacerdotale indistintamente per tutti i cristiani battezzati e ed infine in una imitazione dei fascisti …
La chiesa che non ha mai fatto opera di educazione e formazione religiosa nonostante l’assistenza caritatevole propria della parrocchia, al cristiano coi i sacramenti del battesimo, della cresima e della comunione e delle matrimonio e dell’estrema unzione, impone il suo dettato religioso, la sua informazione, con una predica dominicale ad ignoranti costretti perfino alla recita delle preghiere in latino e alla messa latina, uomini che non conoscono…nemmeno la lingua italiana…e che confessano i peccati…
Ne deriva che la chiesa proprio mentre sorge il fenomeno socialista, comincia a sentire la voce popolare grazie a rossi rivoluzionari, di matrice anarchica, con papi intelligenti come Leone XIII ed inizia un tentativo di socializzare il cristianesimo, incarnandolo in movimenti anche politici …
Don Alberione è un prete eccezionale che anticipa i temi e l’azione sociale dei papi stessi, combattendone anche l’ottusità e rilevando il valore del modernismo…
Don Giacomo Alberione è un geniale precursore dei tempi in quanto intuisce in un’ Italia ancora agricola e conservatrice la nuova era scientifica (Cfr. A. Filipponi, L’altra lingua l’altra storia, Demian 1995 )…
Giustamente la sua abilità superiore di conoscenza scientifica del sistema informativo francese e l’ utilizzo dei mezzi più celeri ed efficaci della comunicazione sociale, come strumenti di apostolato, determinano uno sconvolgimento totale del sistema d’ informazione nell’ ambito della stessa evangelizzazione cristiana …
Il prete, ben formato in senso linguistico, comprende che la dittatura christiana monasteriale è finita e che ormai ci sono altri mezzi di diffusione e che l’informazione è multipla e che non ci sarà più l’unico canale di comunicazione cristiana col papa che predica urbi ed orbi…e fa arrivare la sua voce in breve al fedele più sperduto delle zone più lontane del mondo …
Egli adotta integralmente il metodo industriale, che si tira dietro, per sua natura, l’obbligo di aggiornamento continuo e la complementarità di molti settori…
Non per nulla Cristina Siccardi parla di un don Alberione convinto di mettere “l’industria al servizio della Chiesa.” , di un uomo che fa rinunzia definitiva a un certo tipo di artigianato e soprattutto rinunzia all’ arrangiamento”, di un prete aperto a propagare “Libri, giornali, ecc.” intenzionato a proporre , oltre libri fatti a scopo di bene, libri fatti bene “ secondo tutte le regole”di una specializzata editoria“…
Don Alberione è, dunque, un professionista serio intento alla evangelizzazione del mondo, ma anche un missionario capace di creare missioni in ogni parte della terra (Brasile, Argentina, Stati Uniti, Cina, Giappone, Filippine ecc.) dotandole di strutture , di tecnici, di denaro e macchinari, per la propaganda cristiana…
E’ comunque, un uomo divino, che sa rimanere povero tra miliardi di commissioni e giustamente è venerato come beato: ne conosco pochi di santi cristiani degni di tale nome…
Il Prete, maneggiando molto denaro, fra pretese di creditori e saldi di debiti, rimane ben ancorato al voto di povertà: un raro esempio di povertà sacerdotale come quella di un don Enrico Monti, un vecchio sacerdote, parroco di Castel Folignano (A .P) che, pur nato da buona famiglia, negli anni cinquanta , dava quanto aveva ai suoi parrocchiani, mangiando solo qualche cipolla al giorno o frutta di stagione, sorridendo come un pazzo, cercando erbe (era un cultore di scienze naturali, un perfetto conoscitore dell’opera di Plinio il Vecchio) , vestendo un abito talare, stracciato, finché qualche sarta,impietosita, non glielo rammendava o gliene faceva uno nuovo…
Fra le tante definizioni che sono state date a Don Alberione, c’è anche quella di «manager di Dio»: Questo uomo ha fondato un impero editoriale di dimensioni intercontinentali, sempre con il rosario alla mano e contro tutti…
Perché non si è diffuso il Vangelo universalmente katolikoos , come messaggio divino diretto? Perché tanto ritardo ? Possibile che era necessario un don Alberione per una tale operazione? …
L’ebraismo ha la torah, l’islam il Corano come libri sacri? Perché noi cristiani non abbiamo divulgato il vangelo come ha fatto Maometto e poi come ha codificato Utman , che ha impedito il costituirsi di una Chiesa?
Perché non abbiamo diffuso il succo del pensiero di Christos? Perché abbiamo operato non sul vangelo ma sulla figura umano-divina, esangue, di Gesù, che è Vangelo stesso, parola divina stessa?
Eppure Lutero divulgò, traducendo la Bibbia in tedesco e radicò una fede, seppure non cattolica, ma cristiana…
Forse perché noi crediamo che il Vangelo è Christos e che senza Christos non ci può essere evangelizzazione?…
Noi cristiani per secoli siamo stati confusi dalla doctrina christiana e non abbiamo conosciuto Gesù,… ma educati al culto di una figura theorizzata, senza la pratica reale di vita evangelica… abbiamo onorato il Christos con la bocca, ma non col cuore …
Noi abbiamo tradotto in latino ed abbiamo aggiunto ulteriore armonia al kosmos e connesso altra retorica alla già perfetta costruzione ellenistica orientale ….
Ego sum Via, veritas , vita è davvero una frase efficace per fare intendere al popolo romano, pagano, latino occidentale la novitas christiana di un Christos uomo Dio redentore, risorto dai morti, sintesi della cultura stessa pagana romana ?
In Aramaico e in greco non era pensabile un’allitterazione così pregnante di spiritualità, superiore perfino a quella della retorica di Cesare che scriveva Veni vidi vici dopo la vittoria di Zela contro Farnace per dimostrare la fulmineità del suo intervento militare , in una polverizzazione dell ‘impresa di suo genero Pompeo, che pur aveva trionfato su tutti i mari della terra ….
Dunque, perché non si è volgarizzato il vangelo?: non per il costo dei testi, ma solo per la volontà di non favorire l’acculturamento delle masse, destinate a rimanere prone come animali, solo humiles fideles servi e clienti del patronus, del clero….
Abbiamo dovuto attendere Don Alberione, che ha messo insieme l’efficacia del crisma paolino con la dimensione teologica della carta e della carne, stigmatizzata dalla frase del Cardinal Montini, poi Papa Paolo VI: voi date agli uomini Dio Incartato come Maria ha dato agli uomini Dio Incarnato!?
Don Alberione dà il Cristo di carta come la Madonna quello di carne!
Paolo VI, dunque, conosce il salmo 119(115) lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino e ha letto l’ex apocrisario di Costantinopoli, Papa Gregorio Magno che nel 595 (EPISTOLE, v, 44 /46 )dice: Avete ricevuto dalla santa Trinità il dono di doti spirituali, il dono della ricchezza, il dono della misericordia e dell’amore, eppure vi date incessantemente agli affari mondani, vi gettate tutto in un’attività senza sosta e trascurate di leggere ogni giorno le parole del nostro Redentore. Ma cos’ altro è la sacra Scrittura se non una lettera dell’onnipotente Dio alla sua creatura? Se l’eccellenza vostra fosse partita e ricevesse una lettera dell’imperatore terreno, certo non avreste né quiete né riposo e non concedereste sonno ai vostri occhi prima di aver letto ciò che l’imperatore terreno vi ha scritto.
Ora l’imperatore del cielo, il Signore degli uomini e degli angeli, ha mandato a voi, per la vostra eterna salvezza, una lettera; eppure voi, eccellentissimo figlio, trascurate di leggerla con sollecitudine. Prendetevi ogni giorno la fatica di conoscere le parole di Dio, per desiderare così con più ardore ciò che è eterno, per infiammare la vostra anima di un più grande desiderio per la gioia del cielo.
Eppure Paolo VI aveva vissuto la crisi modernista ed anche lui concordava che la Bibbia nel primo decennio del Novecento era letta raramente e che il Vangelo solo da qualche persona: all’ epoca v’era una specie di persuasione che non si potesse dare al popolo il Vangelo e tanto meno la Bibbia…
E così i nostri bisnonni e nonni bestemmiavano più che pregavano …sbiascicavano preghiere, di cui non sapevano neanche il significato, pregando un dio lontano, per loro assente, mentre piangevano, imploranti, senza sapere chi, durante l’orrore delle stragi di guerra, davanti alle morte di giovani figli o durante le calamità naturali…
Tardi, troppo tardi Alberione ordinò di vendere a mille lire la Bibbia: chi la sapeva leggere? Il Vangelo che cosa era?…
La costituzione dell’ordine di Paolini e delle Paoline ha avuto lo skopos di tradurre in ogni lingua la parola di Dio e di trovare ogni mezzo per portale il messaggio divino a tutti: Don Alberione dagli anni sessanta ha sempre insistito sulla necessità della parola, sulla esigenza di tenere conto di tutti i lettori a qualsiasi classe appartengano, convinto che la Bibbia è il libro della umanità, che il Vangelo è amore per il prossimo e che il christos che si dà a tutti deve essere dato non solo come carne e sangue ma anche come parola di Dio.
Questa volontà di evangelizzare le masse ha vinto anche nella editoria, è andata oltre l’organizzazione commerciale affaristica vaticana , oltre ogni speranza umana cattolica, perché opera veramente cristiana, d’amore, di cuore, non di oikonomia divina, di tautologie.
E cosa è successo?
Il vangelo è oggi conosciuto, dopo oltre un sessantennio, è praticato, e diventato lettura o è rimasto un opus rhetoricum in mano alla Chiesa?
O la chiesa ha fatto business anche con il Vangelo ed anche con Don Alberione ?
La struttura diocesana oniade certamente ha coordinato il lavoro di Alberione e dei suoi confratelli, nati per la diffusione del messaggio cristiano, che è diventato un monstrum, finanziario-commerciale, che fa affari nei cinque continenti con la Società San Paolo, con La Famiglia Paolina!
Così facendo, ha davvero avvicinato i popoli a Cristo?
L’ eccezionale capacità creativa di Don Alberiore e la sua intuizione, nell’ insieme, superano nella realtà i mezzi più celeri ed efficaci della comunicazione sociale, che diventano un vero strumento di apostolato, in quanto l’idea di dare corpo alla parola e di fare gli uomini cristiani diventa coerenza religiosa anche quando è adottato integralmente il metodo industriale, che si tira dietro, per sua natura, l’obbligo di aggiornamento continuo e la complementarità di molti settori…
Don Alberione, mettendo l’industria al servizio della Chiesa, sconvolge le regole miste dell’amministrazione cristiana e fonde caritas cristiana con la vera evangelizzazione senza dover minimamente fare il theologos o ergersi a depositario di verità: la sua informazione, semplificata, risulta una scoperta elementare per ogni uomo, eguale con ogni altro , di qualunque continente ,, . quella di poter procedere dietro le orme di Cristo senza obblighi dottrinali… seguendo il proprio cuore alla ricerca del Theos unico…
Ora che la massa si fa democratica e che si sentono le urgenze del valore del numero, ancora di più è ammirevole la volgarizzazione del tipo di Don Alberione…
Ora Papa Francesco, italo- argentino, volendo dare il vangelo in mano ai cristiani, vuole far anche opera francescana, senza gesuitismo…
Non so se è tardi, non comprendo se i giovani possano seguire questo nuovo andamento religioso…, ma leggo almeno la buona volontà…
Ora, però, ogni popolano ha già una sua logica seppure televisiva, una sua capacità di dare credito a questo e a quel programma a seconda dell’audience, sa gestire il proprio sistema referenziale e valutativo, seppure in modo superficiale ed emotivo…ora perfino i bambini digitano messaggi nei telefonini ed hanno un loro linguaggio nuovo con una propria sapienza …
C’è ancora tempo di evangelizzare?
Se la chiesa lo avesse fatto agli inizi del secolo, avrebbe avuto un qualche suo merito…
Ora mi sembra fuori tempo vendere la Bibbia S. Paolo a 12,500… comunque, meglio tardi che mai!