Della Philosophos Istoria di Porfirio si conoscono alcuni frammenti, tratti da Cyrillus contra Iulianum.( 4,11-12, 14, 18-22) per il quarto libro.
Per la conoscenza degli altri tre libri dell’opera, però, siamo debitori principalmente a Suda (framm.2,3,7- per il I e II libro) a Teodoreto (framm. 13,15-16 e 11-12 ) per il terzo …
Anche Eusebio dà il suo contributo (frammenti 25-29 ) al fine di conoscere l’opera di Porfirio, ma come già gli altri autori cristiani per tracciare un profilo negativo della filosofia porfiriana…
Eusebio, Cirilllo e Teodoreto si servono dapprima di Porfirio per mostrare i lati negativi della filosofia Greca e per colpire soprattutto Socrate, di cui il neoplatonico aveva fatto un ritratto non positivo: aveva infatti mostrato il carattere del filosofo nel periodo adolescenziale, il mestiere di scultore, la sua ignoranza reale, la sua rabbiosità e le tipiche escandescenze, la ricerca dei piaceri sessuali (non solo femminili , in relazione alle due mogli, ma anche ai giovinetti) i pettegolezzi familiari, insomma l’humanitas non certamente invidiabile (specie per il fatto delle bevute di vino, che pur sopportava bene) .
In seguito gli autori cristiani attaccano il filosofo anticristiano, di cui si lodano solo il platonismo ed alcune linee neoplatoniche di facile utilizzazione ai fini del dogma trinitario…
Perciò di Porfirio i Cristiani avrebbero voluto lasciare l’ opera filosofica, quella relativa Platone circa Cratilo, Il sofista, Parmenide, Timeo, Filebo, Simposio, Fedone e Repubblica senza però rilevarne il valore filosofico …
I Cristiani in Porfirio non vedono l’originalità, ma la forte dipendenza da Plotino e rilevano i moltissimi punti in comune tra i suoi frammenti e specifici capitoli delle Enneadi …
A noi in questo lavoro non interessa il sistema generale cristiano di aggressione nei confronti di Porfirio, ma quello specifico e mirato di Cirillo di Alessandria, al fine di comprendere il rigidismo dogmatico del metropolita e di suo zio Teofilo, in modo da rilevare il suo comportamento integralista …
Bisogna dire che ad Alessandria dopo il pericolo ariano, superato da Pietro II e da Timoteo, con l’ascesa al potere di Teofilo c’è una continuità di potere cristiano ortodosso tale che la città è oppressa dalla violenza cristiana…
Teofilo e suo nipote Cirillo per un quarantennio impongono il cristianesimo in una città dove c’era una pluralità confessionale da secoli: ebrei e pagani sono massacrati, i templi e le sinagoghe sono trasformati in chiese: lo stesso Sebasteion, il Serapeo, il gumnasion principale (oltre a quelli periferici), i pubblici palazzi e le basiliche ed ogni grande edificio sono cristianizzati; tutta la zona di Lochias è devastata, come la Mareotide…
Zio e nipote portano avanti una politica antipagana ed antiebraica, che si risolve in lotte civili e spesso si verificano stragi grazie alla forze armate dei parabolani, che altri non sono se non i rozzi monaci di Celle, di Scete e di Nitria, scelti solo per la robustezza fisica … Dopo la punizione di Dio, cioè dopo il maremoto del 365 d C. che sorprese Alessandria e la devastò …i christianoi cominciano una persecuzione contro i pagani e i giudei, rei di aver favorito la sciagura di una innalzamento delle acque e di una penetrazione dentro il continente di oltre 2 km .
Era avvenuto secondo Ammiano Marcellino (XXVI,10.15-19) che poco prima del sorgere del sole il 21 luglio, un terremoto scosse tutta la stabilità della terra …fece ritirare le acque prima e poi, il mare, con un’ondata anomala di riflusso, riconquistò il proprio habitat , precipitando su ogni cosa e persona tanto da offrire visioni mirabili (species miraculorum ostendebat) e causando la morte di molte migliaia di persone mentre le navi stesse dapprima scagliate sulle terre e sopra le stesse abitazioni, risultarono affondate (Ingentes aliae naves extrusae rabidis flatibus, culminibus insedere tectorum – ut Alexandriae contigit- et ad secundum lapiden fere procul a litore contortae sunt aliquae…
Le lotte tra la varie etnie non si sopiscono, ma aumentano nel periodo di Teodosio e poi di Arcadio, che favoriscono il potente clero alessandrino….
Nel giro di un quarantennio i due prelati passano da una politica antipagana ed antiebraica ad un integralismo cristiano contro i nestoriani (cfr. Nestorio e Cirillo www.angelofilipponi.com) che si chiude con il concilio di Efeso (431)…
Essi sono uomini di fede zelanti che applicano la legge (quella di Teodosio I, Arcadio e Pulcheria e poi quella di Teodosio II) e si servono della violenza, acquisendo lentamente una potestas e una auctoritas superiore perfino a quella laica del governatore di Egitto tanto da essere quasi indipendenti, rispetto all’imperatore stesso e da essere considerati quasi sovrani in Egitto…
Non è facile spiegare un così grande prestigio e tanto meno un potere così indipendente. come se l’Egitto avesse ancora uno statuto speciale, come il politeuma ebraico sotto i giulio-claudi …
Eclatanti sono il sinodo di Encina per Teofilo e l’uccisione di Ipazia e la condanna di Nestorio per Cirillo, che dànno la fisionomia umana dispotica dei due prelati e di tutto il clero alessandrino, connotati da invidia e da arroganza specie nei confronti dei patriarchi di Costantinopoli e di Antiochia.
Alla base c’è la coscienza della superiorità della comunità ecclesiale alessandrina rispetto ad ogni altra nel mondo romano con la sicurezza di una superiore organizzazione amministrativa, connessa con una alterigia interpretativa allegorica, legata ad una tradizione culturale, unica, sviluppata da Filone tramite Apollo, Panteno, Clemente Alessandrino, Origene fino a Didimo il Cieco (313-398) per non parlare di quella gnostica di Basilide ,,,
Dai patriarchi alessandrini ortodossi è fissata la lettura della dottrina dello Spirito Santo, viene considerato Dio increato come il Figlio -che è uguale al Padre-, rilevato nella sua utilità come dispensatore di grazie divine nella Chiesa…
Didimo trasforma la Chiesa in Mhthr/madre dei cristiani, capace di dare la luce di Cristo, a seguito del Battesimo che rende ogni fedele «Corpo di Cristo» in quanto il Christos libera il cristiano dal peccato originale trasmesso dai genitori ai figli attraverso l’atto sessuale ed il concepimento…
Da qui la necessitas di un concepimento e di una nascita di Cristo da una vergine (Theotokos).
In questo Didimo è in relazione all’idea platonico-origenista della preesistenza…
Prima di rilevare il contributo di Cirillo allo studio di Porfirio tramandatoci specie tramite l’opera contra Iulianum, ci sembra opportuno far luce sul sistema di lavoro sia di Teofilo che del nipote, del loro eccessivo amore per il dogma cristiano e della necessità per loro di far prevalere il credo alessandrino su tutte le altre chiese, specie in un clima di terrorismo cristiano e di persecuzione dell’elemento pagano ed ebraico, in una intolleranza delle differenze e diversità di pensiero nella comune unitaria fede, ben protetta dalla corte costantinopolitana…
Noi vorremmo rilevare esattamente le modalità, le strutture e il sistema di attacco alessandrino nei confronti degli avversari, considerati come nemici da distruggere tanto da vedere i loro cadaveri passare davanti ai loro occhi di cristiani che rilevano impassibili il compiersi dell’ira della giustizia divina, dell’ira di Dio, concepita alla Lattanzio…
Secondo noi il modello è quello stesso di Filone in In Flaccum: l’incipit esalta l’azione degna di lode del governatore di Egitto tanto che l’autore si pone la domanda (2.6 O tu – qualcuno potrebbe dire – che ti sei proposto come accusatore e produci una lunga serie di lodi ed ometti i crimini, sei forse un po’ matto?Buon uomo, non sono pazzo, non sono tanto cretino da non vedere cosa convenga!7 Io lodo Flacco non perché bisogna lodare un nemico, ma perché la sua malizia sia più manifestamente evidenziata: infatti chi sbaglia per ignoranza merita perdono; chi invece scaltramente e razionalmente fa ingiuria, non ha scusa e in anticipo è condannato dal giudizio della coscienza.
Qualcuno potrebbe pensare che noi difendiamo l’accusato ed iniziamo a parlare bene come se difendessi l’accusato come se ne fossi l’avvocato difensore per poi cambiare improvvisamente e meglio mostrare la negatività del carattere e di tutta la figura dell’inquisito anche per dare prova di un’ obiettività di giudizio).
Sembra un processo con palinodia, ma non di ritrattazione, di un cambio di registro retorico, in modo da opporre bene e male da evidenziare positività e negatività e per condurre il lettore ad un’ apostrofe finale, in adesione al pensiero dello scrittore, alla morte del persecutore.
E’ questo un sistema visibile e riscontrabile in tutti gli alessandrini (che forse lo avevano nel sangue o lo avevano tutti appreso dagli oniadi e da Filone) ormai abituati in queste operazioni denigratorie…
Ora, dunque, prima di trattare della condanna di Porfirio (Giamblico e quindi di Giuliano) da parte dei patriarchi di Alessandria dobbiamo andare avanti in senso temporale rifarci ad un ‘epoca di dominio cristiano e di lotte tra il patriarcato Costantinopolitano (ed antiocheno) da una parte e quello alessandrino (che ha quasi sempre l’appoggio romano) da un’altra per scoprire la necessità di un’operazione di estirpazione pagana dal tessuto cristiano alessandrino quasi che il cristianesimo fosse stato sempre religio licita e triumphans…
Cominciamo con il periodo del patriarcato di Teofilo e con quello di Cirillo e poi recuperiamo Porfirio e il pensiero di Giuliano …
Quando a Costantinopoli domina la grande figura di Giovanni Crisostomo persecutore di pagani ebrei ed eretici, gestore delle sostanze di Olimpiade, uomo caro alla corte, meno alla regina Eudocia … molti nemici si rivolgono a Teofilo di Alessandria che. grazie a trame politiche e a denaro elargito ad uomini che contano a corte, fa deporre l’avversario grazie anche al sostegno dell’imperatore…
L’episodio dell’uccisione di Ipazia, scienziata pagana, evidenzia quanto sia grande il potere di Cirillo che contrasta la stessa opera del governatore Oreste impotente di fronte alla stragi dei parabolani…
Come può essere equilibrato e sereno un vescovo come Teofilo che detta leggi anche a Costantinopoli e impone perfino ad Antiochia il suo metodo di interpretazione, fatto di sopraffazione dell’avversario e di oculata e continua denigrazione?….
Come può avere un minimo di stabilità e di santità un uomo come Cirillo che perseguita il capo della Chiesa di Costantinopoli Nestorio e lo fa poi condannare ad Efeso, sfruttando perfino il tempo di venuta e la precedenza?
I dogmi da lui imposti devono essere meglio studiati e meglio definiti ,nonostante la santificazione dei concili di Efeso e poi di Calcedonia e la stessa dottrina di Origene deve essere rivalutata proprio alla luce delle formulazioni contrarie di Cirillo…
Ma su Porfirio e sulla sua filosofia la lezione organizzata di Cirillo dovrebbe far pensare quanto sia inaffidabile il pensiero di questo prelato!…
Infatti è una costruzione a tavolino di monaci, che va sotto il nome di Cirillo, non una dimostrazione di errore razionale e funzionale propria di chi domina sia in campo religioso che in campo politico, ma è una damnatio memoriae, una cancellazione del pensiero altrui, arbitraria che avrà la sua applicazione con Teodosio II, col rogo dei libri …
Ma già la sua condanna è in Eusebio che nel terzo libro di Praeparatio evangelica riporta passi di Peri agalmatoon....
La migliore raccolta di testi di Porfirio è in A. Von Harnack Porfirio contro i Cristiani a cura di G MASCOLINO. Bompiani 2010; utilissima la parte dei frammenti e degli estratti . perché è riportato quanto detto da Porfirio nel Philaretes di Ierocle. oltre alla annotazione di Macario …
Comunque Cirillo va oltre lo stesso pensiero di Eusebio, antiporfiriano in quanto riprende sia il pensiero di regalità costantiniana che il pensiero assimilato, aggiuntivo, dello zio Teofilo…
Un venticinquennio-come già detto- prima dell’elezione di Teofilo a patriarca di Alessandria, la città era stata devastata da uno tsunami che, nella sua onda reflusso, aveva ritirato il mare di oltre 2 Km ed aveva tra l’altro riportato alla luce il shma di Alessandro con la stella argeade ad otto punte, disseminata, dovunque, e distrutto il martyrion di Marco, ritenuto fondatore dell’ecclesia alessandrina christiana (Storia Lausiaca, Peri Philoroomou, Cit.) .
La popolazione fu sorpresa dall’onda ritorno mentre osservava il litorale scoperto e fu decimata dal riflusso…
Il fatto del 365 è utilizzato da Teofilo per l’assimilazione della stella argeade con il labaro costantiniano…
Il prelato mette insieme da una parte i due simboli e da un’altra collega il martyrion di un ipotetico ecista cristiano con il sooma di Alessandro, il fondatore di Alessandria…
Secondo me , Teofilo vescovo di Alessandria si impadronisce del sooma di Alessandro e lo pone nella fondamenta del Martyrion tou Markou, anch’esso devastato, con la base del monumento sepolcrale in pietra alessandrina, di una tonnellata e mezza con stella argeade…. assimilato come simbolo cristiano , data la somiglianza apparente, in quanto costituita da una croce greca con un’altra che la taglia trasversalmente a forma di Ch (Christos)…
E’ un vandalismo calcolato o un nuovo sistema, divenuto norma a seguito degli editti di Teodosio I? … Teofilo e Cirillo sono uomini perfidi cioè integralisti fedelissimi al loro credo, capaci di tutto…
Ciò sarebbe sconvolgente e significherebbe che fu fatta un’adulterazione incredibile- una ignobile falsificazione- quella di uno scambio di sooma … il corpo di Alessandro scambiato con quello di un Marco…
Oggi tale pietra con la mummia di Alessandro potrebbe trovarsi in S. Marco per misteriosi disegni della oikonomia divina, che ha salvato dalle mani musulmane una così grande eredità e l’ha radicata in territorio cristiano veneto…
E’ possibile? L’idea mi ripugna: ho visto, però , nel corso della mia vita tante contraffazioni, tanti plagi, tante adulterazioni che non ci sarebbe nemmeno da meravigliarsi di questo scambio….. Boccaccio nella conclusione della novella di Ser Ciappelletto, divenuto santo a furor di popolo, da gran peccatore, gay e miscredente, grazie ad una sacrilega confessione con un santo frate, dice :..negar non voglio essere possibile lui essere beato nella presenza di Dio .. egli potè su l’estremo aver fatto si fatta contrizione che per avventura Iddio ebbe misericordia di lui e nel suo regno il ricevette… ma .. secondo quello che ne può apparire ragiono e dico costui più tosto dovere essere nelle mani del diavolo in perdizione che in paradiso. Sempre il Boccaccio in Frate Cipolla diventa più ironico e sarcastico: infatti pur lodando l’intelligenza del frate – che non potendo mostrare la millantata penna dell’agnolo Gabriello, trafugato da giovani, anche coi carboni sa far guadagno per la Ecclesia con la sua predica affermando che quelli sono i carboni che arrostirono S.Lorenzo-. denigra l’istituzione religiosa da una angolazione giovanile e bolla la stoltezza popolare…
In epoca teodosiana , dunque, si compirono tante efferatezze nei confronti di ebrei di scismatici, di eretici e pagani: l’appropriazione dei simboli altrui si poteva fare impunemente da Episkopoi , diochetai, epitropoi cristiani, protetti dal bigotto potere centrale costantinopolitano…
Molti sono i rapporti tra la Repubblica veneta ed Alessandria e Costantinopoli, molte le autorizzazioni, i permessi, specie per quanto riguarda gli ossari, le reliquie, il commercio dei manufatti religiosi …
Teofilo e suo zio fecero questo ed altro, se (davvero?) annientarono il numeroso gruppo di terapeuti ,ubicati nella Mareotide e sostituirono (con quali mezzi?) quelli della Tebaide e di altre località egizie con i monaci cristiani specie quelli di Macario …